Davide Van De Sfroos compie 60 anni e regala una poesia inedita alla RSI
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Domenica 11 maggio Davide Van De Sfroos spegnerà 60 candeline, e per l’occasione la RSI (Radiotelevisione svizzera di lingua italiana) celebrerà il traguardo con una serie di iniziative speciali.
Ore 9:00 – “We Are The Champions” su @retetre
Ore 20:00 – Showcase per i 25 anni di carriera su @rsireteuno
Ore 22:45 – Concerto intervista in versione estesa su Rete 2
E sempre online su rsi.ch/musica sarà disponibile un archivio con musica, canzoni e momenti live dagli studi RSI!
Davide Van De Sfroos compie 60 anni e regala una poesia inedita alla RSI
Ma a sorpresa, è stato proprio il cantautore lariano a voler fare un dono al pubblico: una poesia inedita, intitolata Tre cuori.
Il brano poetico, carico di suggestioni intime e personali, è stato condiviso in forma di vocale, permettendo così agli ascoltatori di apprezzarne ogni sfumatura dalla voce dello stesso Van De Sfroos, artista che da sempre sa mescolare il dialetto e l’italiano, la memoria e l’immaginazione, in un racconto unico e autentico del territorio lariano e delle sue genti.
L’inedito arriva come anticipo delle celebrazioni che la RSI ha preparato per omaggiare una figura fondamentale del panorama musicale italiano, amatissimo non solo per i suoi dischi ma anche per la sua capacità di raccontare storie profonde con parole semplici e universali.
Una poesia per festeggiare un artista, un compleanno e soprattutto un cammino musicale che continua a emozionare.
Questo il testo, pubblicato sul sito ufficiale RSI.
Tre cuori
Se avessi tre cuori,
giocherei col bimbo che raccoglie i rifiuti
per trasformarli in talismani.
Prenderei per mano gli anni
di legno del vecchio,
annodati nel suo bastone,
appoggiati alle sue panchine.
Guarderei negli occhi una madre,
e riuscirei a vederla
come quando era figlia.
Se avessi tre cuori,
ruberei il becco al cormorano
e andrei a tracannare i venti del mattino
e quelli della sera.
Mi lascerei sfregare il viso dal fiato di chi sospira,
muoverei gambe e braccia nella loro bufera,
come uno spaventapasseri matto,
come un angelo di stracci
conficcato nella terra a colpi di mazza.
Guarda
il pianeta della mia pupilla
e dimmi quanti continenti vedi.
Dimmi se puoi contare le lacrime
che ho versato
e quelle che ho fermato.
Dimmi
se il mio profilo spaccherà il ghiaccio di un incontro
o se la sua lama, vecchia,
aspetterà la ruggine e il tramonto.
Se avessi tre cuori,
capirei di che sesso sono le sberle e le carezze,
sviterei il sole e avviterei la luna
per gli innamorati.
Trascinerei la mia carne
e il mio fango verso fiumi nuovi,
morderei l’uva sognando il vino venturo.
Farei volare i tappeti perché nessuno li possa calpestare,
chiamerei gli spiriti dei morti a suonare le chitarre.
Saluterei il giorno
e Dio con il loro vero nome.
Se avessi tre cuori,
sarei pronto a prenderti al volo, sempre.
Respirerei al tuo posto
quando sei sott’acqua.
E non vi lascerei mordere
e non vi lascerei piangere,
non vi vedrei fingere.
Se avessi tre cuori, farei tante, tante cose
e la non smetterei mai.
Invece di cuori ne ho centomila
e certe volte non riesco neanche a muovermi.
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