Battaglia per l’italianità di Pirelli. Intesa e Unicredit in aiuto a Camfin
Dalle due banche un finanziamento di 650 milioni per salire al 29,9% della Bicocca e bloccare il socio cinese

Nessuna tregua nella battaglia per l’italianità di Pirelli. Dopo il turbolento cda di lunedì scorso, che ha estromesso dal controllo i cinesi di Sinochem, Camfin – la holding di Marco Tronchetti Provera azionista della Bicocca con il 26,4% – ha ottenuto l’appoggio dei due maggiori gruppi bancari italiani per blindare Pirelli. Il tutto attraverso un finanziamento di complessivi 650 milioni erogato allo scopo di salire fino al 29,9% della Bicocca e far sentire il fiato sul collo di Sinochem, azionista con il 37% tramite Marco Polo Italy.
Si tratta di una mossa già sul tavolo da tempo, ma resa urgente da un assetto, quello attuale, che mette a rischio il business di Pirelli negli Stati Uniti, soprattutto nel settore degli pneumatici avanzati, a causa della recente entrata in vigore della norma sui “connected vehicles“, che vieta la vendita di hardware e software provenienti da società legate ad aziende cinesi.
Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli, ha sottolineato come la presenza di Sinochem abbia rappresentato un ostacolo nelle trattative con le autorità locali negli Stati Uniti, in particolare negli stati di Alabama e Virginia. Proprio per adeguarsi ai vincoli normativi degli Usa, Marco Polo Italy dovrà diluirsi almeno al 25% della Bicocca, lasciando aperta la porta all’ingresso di investitori qualificati e contribuendo a creare una nuova governance che limiti il numero di membri cinesi nel board.
Dopo dieci anni di convivenza, Pirelli prova dunque a prendere le distanze da Sinochem, che però, dopo aver investito 7,1 miliardi, non intende farsi mettere alla porta. A sventolare la bandiera dell’italianità di Pirelli c’era già il governo Meloni che, nel 2023, ha esercitato i poteri speciali del Golden Power per limitare l’influenza di Pechino, imponendo restrizioni sull’accesso alla tecnologia e sulle nomine esecutive, giustificandole con le preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
Lo scontro, tuttavia, non sembra nello stile del socio cinese, che ricorda come "in qualità di azionista responsabile di Pirelli, abbiamo sempre rispettato rigorosamente le leggi italiane ed estere, e continueremo a farlo con spirito di collaborazione con tutte le autorità competenti". Nel 2024 Sinochem ha riportato una perdita netta di 2,84 miliardi di yuan, con fatturato in calo del 2,5% e nessuna cedola distribuita agli azionisti. Di segno opposto i numeri di Pirelli, che nello stesso esercizio ha registrato ricavi per 6,77 miliardi di euro, superando il target previsto e segnando un incremento dell’1,9%. L’utile netto si è attestato a 501 milioni (+1%). Il cda ha proposto un dividendo di 0,25 euro per azione, superiore ai 0,198 euro del 2023.