L’informazione nel centro del mirino
Nino Femiani Un flash mob a Napoli nella Giornata internazionale della Libertà di stampa, a sostegno di Ciro Pellegrino, giornalista di FanPage...

Nino Femiani
Un flash mob a Napoli nella Giornata internazionale della Libertà di stampa, a sostegno di Ciro Pellegrino, giornalista di FanPage intercettato e spiato, mette in luce una realtà allarmante e sottovalutata: i giornalisti italiani sono sempre più nel centro del mirino. Dal 2006 a oggi, in Italia sono stati documentati oltre 7.500 casi di minacce e intimidazioni contro operatori dell’informazione. Solo nel 2024 sono stati registrati 516 episodi, con 114 reporter minacciati venti dei quali finiti scorta confermando la pressione costante e allarmante sul settore. "Un giornalista sotto scorta è una sconfitta per la democrazia", ha detto Alessandra Costante, segretaria generale Fnsi. Le organizzazioni mafiose – Cosa Nostra, camorra, ‘ndrangheta, Sacra Corona Unita, clan laziali – sono tra i principali nemici della libertà di stampa. I cronisti che indagano su criminalità organizzata e corruzione sono sistematicamente minacciati: lettere anonime, aggressioni, auto incendiate, campagne d’odio online e intimidazioni fisiche sono all’ordine del giorno. Nomi noti come Roberto Saviano, Lirio Abbate, Federica Angeli, Salvo Palazzolo e Massimo Giletti vivono da anni sotto protezione, ma accanto a loro ci sono tanti coraggiosi giornalisti meno conosciuti che ogni giorno rischiano la vita per raccontare la verità. Reporters Sans Frontières ha pubblicato poche ore fa il suo report annuale sullo stato di salute della libertà di stampa, il nostro Paese è al 49esimo posto su 180 nazioni. In un anno siamo scesi di tre posti e l’Italia è fanalino di coda delle nazioni europee: solo Grecia, Romania, Malta, Cipro, Ungheria e Bulgaria fanno peggio.