Assegno di inclusione aprile 2025, quando arriva il pagamento: il calendario
Il calendario dei pagamenti dell'Assegno di inclusione ad aprile 2025, sia per i nuovi che per i vecchi percettori: attenzione alle false dichiarazioni Isee e al lavoro in nero

L’Inps ha diffuso le date di pagamento dell’Assegno di inclusione (Adi) relative al mese di aprile 2025 e, come avvenuto anche in precedenza, sono previste due tornate per differenziare i nuovi percettori da chi invece era già titolare della misura.
Pagamento Assegno di inclusione ad aprile 2025
L’Assegno di inclusione sarà pagato ad aprile 2025 nelle seguenti date:
- entro il 18 aprile per chi per la prima volta risulta essere beneficiario della misura;
- il 27 aprile per tutti coloro che già nei mesi scorsi lo hanno percepito.
L’Adi, si ricorda, è una forma di sostegno economico e di inclusione sociale che è destinata ai nuclei familiari meno abbienti. Più nello specifico, spetta ai nuclei familiari che presentano un valore Isee inferiore a 10.140 euro, innalzato dunque rispetto ai precedenti 9.360 euro.
Tutte le altre date del 2025
Grazie al messaggio dell’Inps numero 4325 del 18 dicembre 2024, è possibile anche sapere quando verrà pagato l’Assegno di inclusione nel corso dei prossimi mesi del 2025. Il calendario prevede che:
- a maggio 2025 il primo pagamento o gli arretrati vengano versati il 15, mentre per il rinnovo mensile sarà necessario attendere il 27;
- a giugno 2025 le date, nel rispetto dello stesso schema precedente, saranno il 14 giugno e il 27;
- a luglio 2025 il 15 e il 28;
- ad agosto 2025 il 14 e il 27;
- a settembre 2025 il 15 e il 27;
- a ottobre 2025 il 15 e il 27;
- a novembre 2025 il 15 e il 27;
- a dicembre 2025 il 15 e il 20.
False dichiarazioni, quando l’Adi è da restituire
Così come avveniva con il Reddito di cittadinanza, anche nel caso dell’Assegno di inclusione si registrano dei casi in cui i richiedenti attuano comportamenti scorretti e false dichiarazioni all’Inps, esponendosi così a gravi conseguenze penali e amministrative.
Tra i casi più diffusi di illecito, in questo caso, vi è quello in cui il percettore dell’Adi svolge delle attività lavorative non dichiarate (in nero) con il fine di arrotondare i propri introiti. Essere scoperti in tale pratica può portare a dover restituire tutte le cifre ricevute senza averne diritto, con l’Inps che ha più volte sottolineato la necessità che il beneficiario dichiari ogni variazione reddituale di qualsiasi componente del proprio nucleo. Tale prassi, come evidente, è necessaria affinché l’Istituto possa ricalcolare l’importo erogato e, soprattutto, verificare la permanenza dei requisiti per ricevere la misura.
Si sottolinea, infine, che nei mesi in cui si percepisce l’Assegno di inclusione è possibile lavorare regolarmente, ma per mantenere la titolarità del sostegno è necessario percepire fino a un massimo di 3mila euro in un anno.