God of War Speciale: 20 anni di Kratos, tra miti e leggende
Marzo 2005. Noi che possedevamo una PlayStation 2 eravamo in gran fermento. Da mesi le riviste in edicola ci parlavano di un nuovo videogioco in arrivo sulla console Sony. Un gioco sviluppato e diretto da Santa Monica Studios, ai tempi realtà pressoché sconosciuta. Dalla California, Santa Monica aveva deciso di regalare ai videogiocatori un’esperienza che […] L'articolo God of War Speciale: 20 anni di Kratos, tra miti e leggende proviene da Vgmag.it.


Marzo 2005. Noi che possedevamo una PlayStation 2 eravamo in gran fermento. Da mesi le riviste in edicola ci parlavano di un nuovo videogioco in arrivo sulla console Sony. Un gioco sviluppato e diretto da Santa Monica Studios, ai tempi realtà pressoché sconosciuta. Dalla California, Santa Monica aveva deciso di regalare ai videogiocatori un’esperienza che li avrebbe catapultati nel cuore del Peloponneso, a scoprire la mitologia greca. A marzo 2025 usciva il primo capitolo di una serie che non dimenticheremo mai: God of War.
La storia messa insieme da David Jaffe e dai suoi collaboratori è quella di Kratos, un guerriero spartano che stringe un patto col Dio della Guerra, Ares. L’accordo tra i due si rivela una maledizione per il protagonista che si ritrova a essere una marionetta nelle mani degli dei. Una condizione che darà vita a un piano di vendetta cruenta e cieca contro tutto il pantheon ellenico. Un viaggio lungo 20 anni che non risparmierà vittime nemmeno tra gli dei della mitologia norrena e che, in futuro, potrebbe riservarci ulteriori sorprese.
God of War (2005): l’esordio di Kratos
Abbiamo già accennato al primo capitolo della serie. La trilogia iniziale, lo ricordiamo, ruota attorno alla figura di Pandora. Kratos, valoroso generale di Sparta, è un giorno a un passo dalla sconfitta a opera dei Barbari. Per evitare la capitolazione, il guerriero invoca l’aiuto di Ares, suo protettore che gli garantisce la vittoria in cambio della sua anima e dei suoi servigi. Ares farà di lui uno schiavo e, con l’inganno, lo indurrà a uccidere moglie e figlia durante un assalto a uno dei templi di Atena.
È da questo momento che parte la missione di vendetta del guerriero. Ingannato da Ares, Kratos si schiererà con gli dei dell’Olimpo contro il malefico dio della guerra. Per dieci anni Kratos si farà alfiere delle guerre degli dei. Dieci anni funestati da terribili visioni, punizione per il vecchio affronto nei confronti della dea della giustizia. Solo sconfiggendo Ares, dunque, a Kratos è offerta la speranza di un perdono da parte degli dei. Un perdono che arriverà però solo in parte: sarà sì lui a prendere il posto del dio della guerra, ma le visioni che lo tormentano non avranno mai fine.
Il primo God of War riuscirà a vendere ben 4,6 milioni di copie nel corso del suo ciclo vitale.
Il secondo capitolo: la vendetta non è ancora compiuta
Sono passati alcuni anni da quando Kratos ha sostituito Ares. Ancora umiliato per le sofferenze inflittegli dagli dei, il guerriero spartano partecipa – contro il consiglio degli oracoli – all’attacco del suo vecchio esercito nei confronti della città di Rodi. È a questo punto che parte un nuovo inganno ai danni del guerriero da parte degli dei. Una maestosa aquila, che Kratos immagina possa essere Atena, lo priva di parte dei suoi poteri coi quali poi dà vita al mitico Colosso della città. Lo scontro con la statua è estenuante, solo mediante l’intervento di Zeus – che dona al guerriero la sua spada – Kratos può sperare nella vittoria.
Il tutto era però un inganno orchestrato dallo stesso Zeus. Il padre degli dei ha tramato per riavere il Fantasma di Sparta al suo servizio. Resolo mortale, offre a Kratos l’opportunità di riacquisire il suo potere se giurerà di nuovo fedeltà agli abitanti dell’Olimpo. Il rifiuto scatena le ire di Zeus che uccide lui e tutto l’esercito spartano. Nell’al di là, Kratos è soccorso dal titano Gaia, madre di Zeus, che spiega allo spartano la storia del figlio e di come questi abbia sterminato gli altri titani a causa delle sofferenze inflittegli da Cronos. In un viaggio decisamente più lungo e pericoloso del precedente, l’eroe finirà col trovarsi faccia a faccia con Zeus. Solo l’intervento di Atena – che rivelerà allo spartano che lui è in realtà il figlio del Dio – impedirà al nostro eroe di compiere la sua vendetta. Il gioco si chiude poi con un cliffhanger: tornato indietro nel tempo a recuperare i Titani prima che Zeus li imprigioni, Kratos scalerà con loro l’Olimpo.
Rispetto al capitolo precedente, God of War II ha venduto poco meno: solo 4,2 milioni di copie.
Capitolo tre: la fine della saga ellenica
Ci eravamo lasciati con la scalata di Kratos verso il Monte Olimpo in compagnia dei titani. Aiutato dagli altri dei, Zeus respinge l’attacco. Gaia si rifiuta di salvare Kratos che cade dunque nel fiume Stige. La titana ha così gettato la maschera: anche per i Titani Kratos non era altro che una pedina da utilizzare nella loro personale guerra. Soccorso da Atena – che Kratos aveva ucciso per errore nel capitolo precedente e che nel frattempo è ascesa a una forma di vita superiore – lo spartano apprende che esiste un metodo per sconfiggere definitivamente l’odiato Zeus: estinguere la fiamma dell’Olimpo.
È nel terzo capitolo di God of War che Kratos dà sfogo a tutta la rabbia che lo ha tormentato negli anni precedenti. La sua risalita dallo Stige verso l’Olimpo non sarà priva di vittime. Sotto i suoi colpi cadono Helios, Hades, Efesto, Ercole… E poi, finalmente, anche Zeus. Sconfitto, Atena chiede all’eroe di restituire quanto trovato nel vaso di Pandora (la speranza), ma Kratos afferma che quel vaso fosse vuoto. In realtà, dopo che i mali che erano stati imprigionati al suo interno erano fuggiti infettando gli dei, la speranza si era legata a Kratos che però non riusciva a notarla a causa dei suoi fantasmi e dei suoi ricordi. Stremato dopo la battaglia, con la Grecia distrutta, Kratos decide di porre fine alla sua vita lasciando Atena insoddisfatta e furente.
Uscito nel 2010 su PS3 e poi PS4, God of War III ha venduto poco più di 5,2 milioni di copie. Si tratta di uno dei capitoli più apprezzati. La critica di allora arriverà a definirla la miglior esclusiva PlayStation del periodo. Naturale dunque che un successo del genere mettesse Santa Monica nelle condizioni di pensare a un sequel (anticipato nelle scene post-credit del gioco stesso). Prima di addentrarci in questo, è doveroso fare un breve viaggio nei capitoli “minori”.
Portable e non solo: Betrayal, Chains of Olympus, Ghost of Sparta e Ascension
Considerato che si tratta dei capitoli minori, tratteremo questi quattro giochi in pochi paragrafi partendo da Betrayal, il primo in ordine cronologico e unico esperimento mobile della serie. Uscito nel 2007, God of War: Betrayal si inserisce idealmente tra il primo e il secondo capitolo principale della serie. Impegnato in una campagna di battaglie per tutta la Grecia, Kratos è attaccato da bestie e mostri al servizio di Argo, incaricato dagli dei di fermare i suoi piani. Immaginato come un gioco a scorrimento orizzontale, Betrayal è stato distribuito su cellulari che supportavano la tecnologia JavaScript.
Passando a Chains of Olympus va subito fatto notare trattarsi di un gioco sviluppato da Ready At Dawn, lo studio che ci ha poi regalato The Order 1886. Immaginato come midquel, il titolo è ambientato a circa metà del decennio di servitù di Kratos verso gli dei. Dopo avere sconfitto l’armata persiana, al guerriero viene affidato il compito di sconfiggere Morfeo che sta tentando di sovvertire l’ordine costituito: ha già fatto piombare il mondo nell’oscurità e sta usando le sue melodie per far soccombere gli dei a un profondo sonno. Solo l’intervento di Kratos, incaricato di rimettere Helios al suo posto, fermerà i suoi piani. Uscito su PSP prima e su PS3 poi, Chains of Olympus è riconosciuto come uno dei giochi migliori per PlayStation Portable.
Pochi anni dopo – è il 2010 – Ready At Dawn si cimenta nuovamente con la serie, stavolta con Ghost of Sparta. Anche in questo caso siamo di fronte a un midquel ambientato poco dopo la sconfitta di Ares. La storia comincia però con un flashback. Scopriamo infatti che un oracolo ha predetto la caduta degli dei dell’Olimpo non per mano dei Titani, ma per mano di un guerriero mortale col volto marchiato. Convinti si trattasse di Deimos – il fratello di Kratos nato con alcuni segni sul volto – gli Dei imprigionano il guerriero nell’oltretomba dove verrà torturato da Thanatos. La storia, dunque, segue le vicissitudini del guerriero spartano alla ricerca del fratello.
Concludiamo questo excursus con Ascension. Si torna in casa Santa Monica Studio, stavolta con un prequel. Il gioco è infatti ambientato poco prima delle vicende narrate nel primo God of War. Kratos è alla ricerca di risposte circa le visioni che lo tormentano. Scoprirà che queste sono causate dalle Furie. Ares vorrebbe rendere lo spartano il suo alfiere nella lotta alla conquista dell’Olimpo. Per liberarsi dal giogo del dio della guerra, Kratos intraprenderà un viaggio lungo e pericoloso. Uscito su PlayStation 3 nel 2013, è stato l’ultimo gioco Stand Alone prima del 2018.
God of War (2018): la mitologia norrena
Sono passati cinque anni dall’uscita di Ascension. Da tempo si vociferava circa la possibilità di rivedere Kratos in azione. Ma sarebbe stato possibile? David Jaffe, creatore originale della serie, non faceva più parte del team e con la fine degli dei dell’Olimpo era convinzione comune che non ci fosse più molto da narrare. Al posto di Jaffe subentra Cory Barlog che non è certamente nuovo alla serie. Barlog è infatti dentro Santa Monica fin dai primi vagiti del progetto: è lead animator per il primo capitolo, director del secondo e game director (per i primi otto mesi) del terzo. Sempre lui ha contribuito attivamente alla stesura di Ghost of Sparta.
I lavori su questo capitolo erano cominciati già poco dopo la release di Ascension, confermando dunque l’idea di Sony di non abbandonare la serie. Nel mondo di gioco, sono passati molti anni dalla conclusione delle vicende in Grecia. Kratos si è trasferito a Midgard dove si è risposato con Faye. Insieme i due crescono loro figlio: Atreus. Poco dopo la morte di Faye, padre e figlio si incamminano per esaudire l’ultimo desiderio della donna: che le sue ceneri vengano sparse dalla cima più alta dei nove regni. Compito tutt’altro che facile e insidiato da Baldur, emissario degli dei nordici. Aiutati nel viaggio da altri personaggi mitologici, Kratos e Atreus si scontreranno con altri Asi minori (come Modi e Magni, figli di Thor). Lo scontro finale con Baldur e la sconfitta di quest’ultimo anticiperà di un secolo l’atteso Fimbulwinter (l’inverno lungo tre anni che apre le porte al Ragnarok, la fine del mondo norreno). In questo capitolo notiamo un’evoluzione nella personalità di Kratos, ora più che mai interessato a vivere una vita pacifica.
Acclamato da pubblico e critica, God of War rappresenta un sequel con qualche elemento di reboot vero e proprio. Uscito sia su PS4 che PS5 e PC, nel giro di pochi anni ha superato la ragguardevole soglia delle 20 milioni di copie vendute.
God of War Ragnarok: il Valhalla ci attende
Come ampiamente prevedibile, l’azione di Kratos non è passata inosservata agli occhi degli Asi. Baldur era infatti uno dei servitori più fedeli e dotati di Odino. La sua morte ha destato non solo rabbia, ma anche preoccupazione. Il padre di tutti gli dei è intenzionato a impedire il Ragnarok con ogni mezzo e pare che la chiave per riuscirci sia proprio Atreus. In questa seconda parte del viaggio, Kratos verrà faccia a faccia con le principali divinità e creature della mitologia norrena. Conoscerà Thor, le Valchirie, Herimdall… fino a combattere con Odino in persona in uno scontro finale tutt’altro che semplice. Sarà proprio Kratos poi a dare inizio al tanto temuto Ragnarok e sconfiggere per sempre gli Asi.
Arrivato su PlayStation 5 e su PC, God of War Ragnarok si è arricchito di una espansione gratuita chiamata Valhalla. Un porzione di gioco rogue-like che ripercorre in qualche modo gli anni passati e i capitoli precedenti della serie. Una specie di “regalo” lo definì Barlog. Ragnarok è una delle esclusive PlayStation a raggiungere record di vendite più rapidamente. Circa 20 milioni le copie piazzate tra il 2022 e il 2023, cinque di queste già nella prima settimana.
In conclusione: God of War, viaggio finito?
Difficile pensare che Sony e Santa Monica Studio abbiano intenzione di terminare così repentinamente una serie redditizia come God of War. D’altronde, già poco prima dell’uscita di Ragnarok lo studio informava che quello sarebbe stato l’ultimo capitolo in terra norrena, ma non certo l’ultimo in assoluto. Di spunti possibili, d’altronde, ce ne sono parecchi e di pantheon da sfasciare a colpi di lame del caos ancora di più. Al momento, però, all’orizzonte non si intravede ancora nulla. Sarà che Sony soprattutto ha accusato il colpo di numerosi leak nel corso degli ultimi anni, o che soprattutto l’insuccesso di progetti live-service ha assorbito parte delle energie, ma per ora le notizie latitano. Al momento, dunque, possiamo solo lanciarci in elucubrazioni e speculazioni.
E a proposito di speculazioni, sono in tanti a provare a indovinare con quali divinità il nostro Kratos si misurerà prossimamente. Sempre ammesso che la storia non passi poi la palla ad Atreus rendendolo il nuovo protagonista. Alcuni insistono sulla possibilità di vedere un viaggio nel caldo Egitto, dove i culti politeisti abbondavano: Rah, Iside, Osiride, Anubi… la scelta è ampia. Allo stesso modo un capitolo ambientato nella mitologia indiana potrebbe offrire diversi scenari esotici e interessanti. Più di qualcuno ha anche scherzato sulla possibilità di vedere il guerriero confrontarsi con divinità più vicine alla nostra tradizione. Sebbene sia difficile immaginare un capitolo simile, non mettiamo paletti alla fantasia e, anzi, ricordiamo come le protoreligioni abramitiche avevano diverse figure mitologiche cui attingere. Il futuro, dunque, resta un’incognita, ma noi siamo persone pazienti.
A circa 20 anni dal lancio del primo capitolo su PlayStation 2, God of War è, e resta, una delle serie Sony più amate. Sono milioni i videogiocatori che si sono appassionati alle vicende di Kratos catturati non solo dal carisma di un guerriero che non ha più nulla da perdere, ma anche di un gameplay improntato all’azione frenetica. Siamo certi che di God of War ne sentiremo ancora parlare spesso in futuro.
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