Gaza: Israele lancia una nuova invasione e intanto spara a pompieri e ambulanze

L’escalation militare israeliana nella Striscia di Gaza non si ferma. Nelle ultime ore, l’esercito di Tel Aviv ha ampliato la sua offensiva terrestre nella regione meridionale, avanzando nel quartiere di al-Jneina a Rafah, con l’obiettivo dichiarato di creare una zona cuscinetto lungo i confini. Mentre le truppe affermano di voler colpire le infrastrutture di Hamas […] The post Gaza: Israele lancia una nuova invasione e intanto spara a pompieri e ambulanze appeared first on L'INDIPENDENTE.

Mar 30, 2025 - 11:44
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Gaza: Israele lancia una nuova invasione e intanto spara a pompieri e ambulanze

L’escalation militare israeliana nella Striscia di Gaza non si ferma. Nelle ultime ore, l’esercito di Tel Aviv ha ampliato la sua offensiva terrestre nella regione meridionale, avanzando nel quartiere di al-Jneina a Rafah, con l’obiettivo dichiarato di creare una zona cuscinetto lungo i confini. Mentre le truppe affermano di voler colpire le infrastrutture di Hamas e presunti obiettivi militari con raid aerei, gli attacchi indiscriminati bersagliano anche ambulanze e squadre di soccorso: le forze israeliane hanno infatti ammesso di aver aperto il fuoco su veicoli di emergenza, uccidendo almeno un soccorritore. Intanto, le trattative per una tregua restano incerte, con Israele che ha risposto con una controproposta alla nuova offerta di cessate il fuoco proposta dall’Egitto, già accettata da Hamas.

L’IDF ha confermato di aver intensificato le operazioni nel sud di Gaza, prendendo di mira depositi di armi, lanciarazzi ed edifici che sarebbero stati utilizzati come basi operative dai militanti. Secondo le forze israeliane, i bombardamenti e le incursioni avrebbero eliminato diversi combattenti di Hamas e della Jihad islamica. Tuttavia, il prezzo pagato dalla popolazione civile è sempre più alto: secondo le autorità sanitarie di Gaza, il bilancio delle vittime palestinesi dall’inizio dell’offensiva israeliana ha superato i 50.277 morti, con oltre 114mila feriti. Il bilancio è tornato irrimediabilmente ad aggravarsi dopo che la tregua è stata rotta unilateralmente da Tel Aviv, che non ha terminato di rispettare la prima fase del cessate il fuoco. Nel frattempo, Israele ha risposto con una propria controproposta alla nuova offerta di tregua avanzata dall’Egitto e accettata da Hamas. Secondo la proposta originale, Hamas avrebbe rilasciato cinque ostaggi, tra cui un cittadino israelo-americano, in cambio della sospensione delle operazioni israeliane per alcune settimane, dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia e della liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi. Israele, però, non ha fornito dettagli precisi sulla propria risposta, che sarebbe stata elaborata in coordinamento con gli Stati Uniti.

Tra i crimini più gravi commessi nelle ultime ore, Israele ha ammesso di aver aperto il fuoco su veicoli di soccorso. L’episodio è avvenuto nel quartiere di Tal al-Sultan, a Rafah, dove le truppe hanno colpito ambulanze e camion dei vigili del fuoco. Secondo l’esercito israeliano, i veicoli avrebbero avanzato in maniera sospetta verso le forze armate, giustificando così l’attacco. Hamas ha definito l’episodio un crimine di guerra, denunciando la morte di almeno un soccorritore e la distruzione di mezzi della protezione civile e della Mezzaluna Rossa Palestinese. Il giorno successivo all’attacco, la protezione civile di Gaza ha annunciato di aver perso i contatti con sei membri della squadra di emergenza inviata nella zona colpita. Quando finalmente sono riusciti a raggiungere il luogo dell’attacco, hanno trovato i resti carbonizzati dei mezzi di soccorso e il corpo del caposquadra. Questo attacco si inserisce in una serie di operazioni che hanno già visto ospedali, medici e strutture sanitarie diventare bersagli dei bombardamenti israeliani, suscitando l’indignazione delle organizzazioni umanitarie internazionali. Secondo le statistiche dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), almeno 1.060 operatori sanitari sono stati uccisi a Gaza dall’ottobre 2023.

Mentre l’operazione su Gaza continua, la crisi si allarga anche al confine settentrionale di Israele. L’IDF ha infatti lanciato un attacco su Beirut, la capitale libanese, per la prima volta dal novembre scorso. L’agenzia di stampa nazionale libanese ha affermato che «gli aerei da guerra israeliani hanno colpito il quartiere Hadath, nella periferia meridionale di Beirut», riferendosi a un’area densamente popolata che ospita edifici residenziali e scuole. Hezbollah ha avvertito che, se gli attacchi israeliani dovessero proseguire, il gruppo sciita si riserverà il diritto di rispondere con altri mezzi. L’equilibrio nella regione rimane precario: Israele avrebbe dovuto ritirarsi da alcune aree del Libano meridionale secondo gli accordi mediati dagli Stati Uniti, ma le sue truppe continuano a operare in almeno cinque località di confine, alimentando il rischio di un nuovo fronte di guerra.

[di Stefano Baudino]

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