Alla scoperta del leggendario Bosco Martese tra faggi torti e storie di resistenza (a 30km da Teramo)

Il Bosco Martese, situato nel versante teramano dei Monti della Laga, è una delle aree wilderness più estese e meglio preservate dell’Italia centrale. Appartenente al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, rappresenta una zona ecologicamente rilevante per l’alto grado di naturalità e per la presenza di ecosistemi incontaminati. A differenza di altre...

Mag 5, 2025 - 18:00
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Alla scoperta del leggendario Bosco Martese tra faggi torti e storie di resistenza (a 30km da Teramo)

Il Bosco Martese, situato nel versante teramano dei Monti della Laga, è una delle aree wilderness più estese e meglio preservate dell’Italia centrale. Appartenente al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, rappresenta una zona ecologicamente rilevante per l’alto grado di naturalità e per la presenza di ecosistemi incontaminati. A differenza di altre zone appenniniche, il Bosco Martese ha mantenuto una notevole integrità grazie alla scarsità di insediamenti umani ed alle caratteristiche climatiche e geomorfologiche che rendono la regione particolarmente aspra e remota.

Come accedervi

L’accesso principale al Bosco Martese si trova in località Ceppo, situata a circa 35 chilometri dalla città di Teramo. Da qui, una rete di sentieri permette di addentrarsi in un territorio ricco di biodiversità, tra foreste di faggi, radure e piccoli torrenti che scorrono lungo valli modellate dall’erosione fluviale. Il paesaggio montano della zona è caratterizzato dalla presenza dominante del faggio, che costituisce la maggior parte del manto forestale e si alterna con altre specie arboree, come ad esempio l’abete bianco, oppure alcune varietà di querce. L’altitudine media dell’area è di circa 1.200 metri, ma alcune cime dei Monti della Laga raggiungono altezze superiori, fattispecie che dà vita ad un microclima fresco e umido, ideale per la proliferazione di una flora diversificata e adattata a condizioni climatiche variabili.

I faggi

I faggi del Bosco Martese sono celebri per l’età avanzata di molti esemplari, i quali formano una copertura arborea densa e ombreggiante. Una delle particolarità più interessanti riguarda la presenza dei “Faggi Torti” nella zona degli stazzi di Jacci di Verre, un’area in cui gli alberi presentano curiose torsioni e piegamenti. Questi esemplari sono stati plasmati nel tempo da fattori ambientali quali il vento, il tipo di terreno e la morfologia del suolo, enl tempo hanno assunto forme singolari che costituiscono un interessante oggetto di studio, sia per botanici che per naturalisti. L’aspetto contorto e innaturale degli alberi del Bosco Martese alberi ha suscitato diverse ipotesi riguardo le cause di tali deformazioni, tra cui l’influenza del vento e la particolare composizione del substrato, che avrebbe limitato l’espansione delle radici, costringendo gli alberi a svilupparsi in modi insoliti.

Un po’ di storia

Come se l’immenso valore ecologico non fosse sufficiente, il Bosco Martese possiede anche una significativa importanza storica. Nel settembre del 1943, a seguito dell’armistizio dell’8 settembre, l’area divenne un rifugio per militari italiani e alleati in fuga dall’occupazione nazista: fu qui che il 25 settembre 1943 ebbe luogo uno dei primi scontri della Resistenza italiana contro le truppe tedesche, un episodio che viene commemorato ogni anno con una cerimonia in memoria dei partigiani che combatterono tra queste montagne. Tra i resistenti vi erano italiani, ma anche soldati inglesi, neozelandesi, australiani, canadesi e jugoslavi, fuggiti dai campi di prigionia ed uniti in una battaglia che segnò una delle prime vittorie della Resistenza. L’evento ha lasciato un’impronta profonda nella memoria collettiva della regione, rendendo questo luogo un simbolo di lotta per la libertà e la dignità umana.

Grande biodiversità

Il Bosco Martese può contare su una notevole varietà di habitat che favoriscono la coesistenza di numerose specie animali e vegetali. Tra i mammiferi più rappresentativi della zona vi sono il lupo appenninico, il capriolo, la volpe ed il cinghiale, mentre l’avifauna comprende specie come il falco pellegrino e la poiana. I corsi d’acqua del Bosco Martese ospitano diversi anfibi endemici, come la salamandra pezzata, e piccoli pesci d’acqua dolce, grazie alla qualità eccellente delle acque che scorrono all’interno del parco.

Le stagioni del bosco

Durante l’inverno, l’area presenta condizioni climatiche che possono portare a nevicate abbondanti e trasformare i sentieri in percorsi difficili e riservati agli escursionisti più esperti. Le cascate presenti in zona, come quella di San Giovanni, si ghiacciano parzialmente, creando colonne di ghiaccio che contribuiscono a rendere il paesaggio unico. Al contrario, in estate, il verde rigoglioso dei boschi e le temperature moderate fanno del Bosco Martese una meta ideale per trekking e passeggiate, visto l’ambiente fresco e ombreggiato, mentre la stagione primaverile è caratterizzata da una notevole biodiversità floreale, con la fioritura di specie spontanee tra cui le orchidee e alcune piante rare adattate al clima montano.

Ogni stagione contribuisce a trasformare il Bosco Martese, rendendolo un ambiente dinamico ed in continuo mutamento: in primavera, i prati fioriti donano colore e vitalità al paesaggio, mentre in autunno il fenomeno del foliage tinge le foglie di calde sfumature rosse, gialle e arancioni.

Un luogo da preservare

L’importanza del Bosco Martese risiede sicuramente nella bellezza naturale e storica, ma anche nella capacità di fungere da riserva ecologica e storico-culturale. Parliamo infatti di un’area che offre, da una parte, diverse opportunità di ricerca scientifica sulla biodiversità dell’Appennino, e dall’altra, un luogo di memoria storica che consente di comprendere il valore della Resistenza italiana.

Il Bosco Martese rappresenta un esemplare modello di area wilderness in cui la natura, la storia e la cultura si intrecciano e danno vita ad un ecosistema unico nel panorama italiano, a costituzione di un chiaro esempio di preservazione del patrimonio naturalistico e storico del Paese.

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