Niente più pfas nell’acqua potabile: questo nuovo filtro italiano li elimina in modo semplice ed economico

La contaminazione da PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) rappresenta oggi una delle minacce ambientali più insidiose e persistenti, che ha gravi ripercussioni sulla salute umana e sugli ecosistemi. Questi “inquinanti eterni”, utilizzati in una vasta gamma di prodotti industriali e di consumo, sono estremamente resistenti alla degradazione, e finiscono spesso per accumularsi nelle falde acquifere...

Mag 5, 2025 - 18:00
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Niente più pfas nell’acqua potabile: questo nuovo filtro italiano li elimina in modo semplice ed economico

La contaminazione da PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) rappresenta oggi una delle minacce ambientali più insidiose e persistenti, che ha gravi ripercussioni sulla salute umana e sugli ecosistemi. Questi “inquinanti eterni”, utilizzati in una vasta gamma di prodotti industriali e di consumo, sono estremamente resistenti alla degradazione, e finiscono spesso per accumularsi nelle falde acquifere e, di conseguenza, nell’acqua potabile che beviamo ogni giorno, come ha dimostrato anche l’ultima indagine di Greenpeace.

Leggi anche: L’acqua del tuo rubinetto è sicura? La prima mappa della contaminazione da PFAS delle acque potabili italiane

Ora però, una nuova tecnologia tutta italiana, offre una possibile svolta: un filtro innovativo a base di ossido di grafene, capace di rimuovere efficacemente anche i contaminanti più difficili.

PFAS: perché sono così pericolosi e difficili da eliminare

I PFAS si trovano in tantissimi prodotti di uso comune: rivestimenti antiaderenti, tessuti impermeabili, schiume antincendio, imballaggi alimentari, cosmetici. La loro struttura chimica li rende estremamente stabili e persistenti nell’ambiente.

Diversi studi scientifici hanno associato l’esposizione prolungata ai PFAS a gravi problemi di salute, tra cui disfunzioni ormonali, disturbi del sistema immunitario, riduzione della fertilità e aumento del rischio di alcuni tipi di cancro. Eliminare queste sostanze dall’acqua che beviamo ogni giorno dovrebbe diventare dunque una priorità assoluta in tutto il mondo e fortunatamente gli scienziati stanno lavorando a delle possibili soluzioni.

La nuova tecnologia del CNR

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), in collaborazione con l’azienda MEDICA S.p.A., ha messo a punto una nuova generazione di filtri per l’acqua potabile che si servono dell’integrazione di membrane composite di ossido di grafene (GO) e polisulfone su base di fibre capillari cave.

Pubblicata su Nature Water, la scoperta dimostra come questi filtri siano in grado di trattenere con grande efficacia contaminanti emergenti, tra cui proprio i PFAS, oltre ad altre sostanze pericolose come gli antibiotici chinolonici e il piombo.

filtri fibre pfas

@CNR

filtri pfas cnr

@CNR

Le performance di questa tecnologia risultano paragonabili – se non superiori – ai migliori sistemi attualmente in commercio, con il vantaggio di essere più sostenibili e facilmente integrabili nei processi industriali esistenti.

Oltre ai PFAS, esistono centinaia di composti chimici, contaminanti emergenti, che finiscono ogni giorno nei nostri corsi d’acqua: farmaci, pesticidi, microplastiche, filtri solari, ritardanti di fiamma. Spesso si tratta di sostanze non ancora regolamentate, ma che possono avere effetti nocivi anche a concentrazioni molto basse. La nuova tecnologia sviluppata grazie al progetto europeo GRAPHIL ha dimostrato di poter rimuovere anche questi composti grazie all’elevata capacità di adsorbimento del grafene e alla struttura selettiva delle membrane in polisulfone.

Il nuovo filtro non è solo efficace, ma anche pronto per la produzione su larga scala. Utilizza quantità minime di grafene ossido, è compatibile con le linee industriali già esistenti e garantisce costi contenuti.

La tecnologia del CNR dimostra che l’innovazione può (e deve) essere al servizio della sostenibilità. Come ha dichiarato Vincenzo Palermo, uno degli autori del lavoro e direttore dell’Istituto per la sintesi organica e fotoreattività del Cnr di Bologna (Cnr-Isof):

Si tratta di un esempio efficace di come la ricerca fondamentale, se orientata verso i bisogni industriali e sostenuta da finanziamenti pubblici mirati, possa portare a risultati tecnologici concreti. Abbiamo messo a punto una tecnologia che unisce sicurezza e sostenibilità, grazie alla quale MEDICA S.p.A. potrà produrre migliaia di filtri all’anno.

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