Ad Anagni saranno adibiti 11 capannoni alla produzione di munizioni per missili e bombe
Dopo oltre trent’anni, l’industria militare potrebbe tornare ad Anagni. La città dei Papi, nota per la sua storia millenaria, si prepara a un futuro molto diverso: la produzione di esplosivi. La Knds Ammo Italy, multinazionale franco-tedesca leader europeo nella difesa terrestre e navale, ha infatti presentato un progetto per riconvertire l’ex stabilimento Winchester. Finora destinato […] The post Ad Anagni saranno adibiti 11 capannoni alla produzione di munizioni per missili e bombe appeared first on L'INDIPENDENTE.

Dopo oltre trent’anni, l’industria militare potrebbe tornare ad Anagni. La città dei Papi, nota per la sua storia millenaria, si prepara a un futuro molto diverso: la produzione di esplosivi. La Knds Ammo Italy, multinazionale franco-tedesca leader europeo nella difesa terrestre e navale, ha infatti presentato un progetto per riconvertire l’ex stabilimento Winchester. Finora destinato alla “demilitarizzazione” – cioè al disassemblaggio e recupero di materiali bellici – il sito potrebbe diventare, a partire dalla primavera 2026, un polo produttivo di nitrogelatina, sostanza base per i propellenti di missili e bombe. Il progetto, ora in fase di valutazione da parte della Regione Lazio, prevede la costruzione di 11 nuovi capannoni su un’area di circa 2500 metri quadri.
La decisione della Knds arriva sulla scia dell’approvazione dell’ASAP (Act to Support Ammunition Production), il piano europeo varato nel 2023 per potenziare la produzione di munizioni dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Un’opportunità che il gruppo franco-tedesco – già presente a Colleferro con un altro stabilimento – ha scelto di cogliere rilanciando la storica area industriale di Anagni, nascosta tra l’autostrada e la via Casilina, in un polmone verde della Valle del Sacco. In passato, l’area ospitava la Winchester, importante realtà industriale chiusa nei primi anni Novanta. Dopo anni di abbandono e passaggi di gestione, era stata recuperata dalla Simmel Difesa e successivamente assorbita dalla Knds. L’attuale progetto prevede la produzione fino a 150 chilogrammi all’ora di nitrogelatina, ottenuta mescolando nitroglicerina diluita in acqua con una piccola percentuale di nitrocellulosa, derivata dal cotone trattato con acidi. Questo composto è relativamente più sicuro da maneggiare rispetto alla nitroglicerina pura, ed è fondamentale per la realizzazione di propellenti militari.
L’iniziativa promette benefici economici e occupazionali per il territorio, sebbene gran parte del personale che verrà richiesto sarà altamente specializzato. Le perplessità e le preoccupazioni fioccano invece sul piano ambientale e della sicurezza. Gli stabilimenti sorgono infatti vicino a zone abitate e ad aree agricole, alimentando timori per un uso intensivo di risorse idriche e per l’impatto potenziale sulle falde acquifere e sull’ecosistema locale. Tra le voci critiche si è levata quella di Sara Battisti, consigliera regionale del Partito Democratico, che ha denunciato il progetto come «un rischio inaccettabile per l’ambiente e per la salute delle nostre comunità». Battisti ha annunciato un’interrogazione a risposta immediata al presidente della Regione Lazio, chiedendo chiarimenti sulle misure di tutela per il territorio e per i cittadini coinvolti.
Il sito di Anagni, oggi gestito da Knds Ammo Italy, si trova a pochi passi dall’autogrill “La Macchia”, ben nascosto alla vista in mezzo a campi e boschi. Il ritorno della produzione militare – dopo anni di quiete e smantellamento – rischia di cambiare radicalmente il volto di questa zona della Ciociaria. Il futuro della “capitale della nitrogelatina” dipenderà dalle decisioni della Regione Lazio, chiamata a bilanciare crescita economica e tutela della salute pubblica. In attesa del responso, ad Anagni si respira una tensione crescente: quella che accompagna ogni grande trasformazione industriale, soprattutto quando in gioco ci sono esplosivi e munizioni.
Il programma europeo ASAP (Act in Support of Ammunition Production) – lanciato nel maggio del 2023 per il sostegno all’esercito ucraino – è stato messo a punto per aumentare rapidamente la produzione di munizioni e missili nei Paesi dell’Unione Europea. L’obiettivo è finanziare e potenziare le aziende che producono armamenti, riducendo i tempi di consegna e migliorando la capacità industriale. L’UE ha stanziato circa 500 milioni di euro per il progetto, con la possibilità di ulteriori fondi. Nello specifico, la Commissione Europea ha selezionato una trentina di progetti per sostenere l’industria europea nell’aumento della produzione delle polveri. Il nostro Paese è presente con le aziende Simmel Difesa e Bachieri&Pellagri.
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