No alle auto e meno mezzi pubblici, il paradosso dell'amministrazione Sala
Oggi a Milano è in corso l’ennesimo sciopero dei mezzi di trasporto pubblico. Si tratta della seconda agitazione che coinvolge l’Azienda dei Trasporti Milanesi in meno di 10 giorni, questa volta organizzata dalla sigla Usb, che lamenta “il mancato riscontro alla richiesta di convocazione per il negoziato del rinnovo Ccnl autoferrotranvieri internavigatori 2024/2027". Ccnl che prevede “aumenti medi per il triennio di riferimento (2024/2026) di circa il 5,96%, incluso l'una tantum prevista per questo mese, con un perdita secca del potere di acquisto degli autoferrotranvieri di più del 10 percento”.Questa ennesima agitazione sindacale mette in luce uno dei (tanti) problemi del capoluogo meneghino. Secondo un rapporto stilato dal Laboratorio di Politica dei Trasporti del Politecnico di Milano, fra il 2016 e il 2024 l’offerta complessiva di trasporto pubblico a Milano ha visto una contrazione del 15-20% per quanto riguarda la rete di superficie (autobus, tram, filovie). La rete metropolitana ha visto invece l’offerta aumentare, ma solo per via dell’apertura (in ritardo) di M4, mentre la frequenza delle corse è “rimasta pressoché stabile per il resto della rete sotterranea”. Ci troviamo quindi di fronte a un paradosso. Da un lato un’amministrazione che combatte attivamente la mobilità privata, scoraggiando in tutti i modi i cittadini dall’utilizzare il proprio mezzo, dall’altra un servizio di trasporto pubblico che sta diventando nel tempo sempre più deficitario, oltre che afflitto dai continui scioperi che costringono centinaia di migliaia di lavoratori ad utilizzare macchine e scooter privati, gli stessi mezzi attivamente osteggiati dall’amministrazione Sala.Sono tante le misure contro la mobilità privata adottate dall’amministrazione negli ultimi anni: l’introduzione di Area B, l’aumento del ticket di Area C, la congestione del traffico (con conseguente aumento delle polveri sottili) dovuta al restringimento delle strade per far posto alle piste ciclabili, e, non da ultimo, il piano per eliminare totalmente i parcheggi gratuiti dalla città e al contempo aumentare i prezzi orari per la sosta. Insomma, oltre al danno la beffa. Mentre l’utilizzo dei mezzi di trasporto privati viene continuamente e sempre più invadentemente “tassato”, allo stesso tempo la tanto decantata alternativa “pubblica” vede una sensibile riduzione delle corse dei mezzi. Si legge nel rapporto: «La rete tranviaria vede le corse tagliate del 19%. Quasi altrettanto calano i filobus, con -17% e poco meno gli autobus urbani, con -15%. Complessivamente, le linee urbane vedono una diminuzione nel numero di partenze giornaliere pari a -3490 corse».Analizzando i dati del rapporto stilato dal Laboratorio di Politica dei Trasporti del Politecnico si nota come anche le corse della metro siano in realtà leggermente diminuite (e aumentate complessivamente solo grazie a M4), con una variazione delle corse negli orari di punta diminuite del 9% per M1 e M2, dell’8% per M5 e addirittura dell’11% per M3.Nel frattempo, è stata lanciata una raccolta firme organizzata dal comitato Basmetto e sostenuta da circa 14 gruppi di quartiere, con l’obiettivo di ottenere un bonus pari al 30% del valore dell’abbonamento Atm « a titolo di indennizzo per il disservizio del trasporto pubblico locale di superficie». Nella visione dei postulanti il bonus dovrà essere applicato ai rinnovi degli abbonamenti per il 2025 e il 2026.Niente macchina ma anche meno mezzi pubblici, forse per l’amministrazione Sala a Milano bisogna muoversi a cavallo.


Oggi a Milano è in corso l’ennesimo sciopero dei mezzi di trasporto pubblico. Si tratta della seconda agitazione che coinvolge l’Azienda dei Trasporti Milanesi in meno di 10 giorni, questa volta organizzata dalla sigla Usb, che lamenta “il mancato riscontro alla richiesta di convocazione per il negoziato del rinnovo Ccnl autoferrotranvieri internavigatori 2024/2027". Ccnl che prevede “aumenti medi per il triennio di riferimento (2024/2026) di circa il 5,96%, incluso l'una tantum prevista per questo mese, con un perdita secca del potere di acquisto degli autoferrotranvieri di più del 10 percento”.
Questa ennesima agitazione sindacale mette in luce uno dei (tanti) problemi del capoluogo meneghino. Secondo un rapporto stilato dal Laboratorio di Politica dei Trasporti del Politecnico di Milano, fra il 2016 e il 2024 l’offerta complessiva di trasporto pubblico a Milano ha visto una contrazione del 15-20% per quanto riguarda la rete di superficie (autobus, tram, filovie). La rete metropolitana ha visto invece l’offerta aumentare, ma solo per via dell’apertura (in ritardo) di M4, mentre la frequenza delle corse è “rimasta pressoché stabile per il resto della rete sotterranea”.
Ci troviamo quindi di fronte a un paradosso. Da un lato un’amministrazione che combatte attivamente la mobilità privata, scoraggiando in tutti i modi i cittadini dall’utilizzare il proprio mezzo, dall’altra un servizio di trasporto pubblico che sta diventando nel tempo sempre più deficitario, oltre che afflitto dai continui scioperi che costringono centinaia di migliaia di lavoratori ad utilizzare macchine e scooter privati, gli stessi mezzi attivamente osteggiati dall’amministrazione Sala.
Sono tante le misure contro la mobilità privata adottate dall’amministrazione negli ultimi anni: l’introduzione di Area B, l’aumento del ticket di Area C, la congestione del traffico (con conseguente aumento delle polveri sottili) dovuta al restringimento delle strade per far posto alle piste ciclabili, e, non da ultimo, il piano per eliminare totalmente i parcheggi gratuiti dalla città e al contempo aumentare i prezzi orari per la sosta.
Insomma, oltre al danno la beffa. Mentre l’utilizzo dei mezzi di trasporto privati viene continuamente e sempre più invadentemente “tassato”, allo stesso tempo la tanto decantata alternativa “pubblica” vede una sensibile riduzione delle corse dei mezzi. Si legge nel rapporto: «La rete tranviaria vede le corse tagliate del 19%. Quasi altrettanto calano i filobus, con -17% e poco meno gli autobus urbani, con -15%. Complessivamente, le linee urbane vedono una diminuzione nel numero di partenze giornaliere pari a -3490 corse».
Analizzando i dati del rapporto stilato dal Laboratorio di Politica dei Trasporti del Politecnico si nota come anche le corse della metro siano in realtà leggermente diminuite (e aumentate complessivamente solo grazie a M4), con una variazione delle corse negli orari di punta diminuite del 9% per M1 e M2, dell’8% per M5 e addirittura dell’11% per M3.
Nel frattempo, è stata lanciata una raccolta firme organizzata dal comitato Basmetto e sostenuta da circa 14 gruppi di quartiere, con l’obiettivo di ottenere un bonus pari al 30% del valore dell’abbonamento Atm « a titolo di indennizzo per il disservizio del trasporto pubblico locale di superficie». Nella visione dei postulanti il bonus dovrà essere applicato ai rinnovi degli abbonamenti per il 2025 e il 2026.
Niente macchina ma anche meno mezzi pubblici, forse per l’amministrazione Sala a Milano bisogna muoversi a cavallo.