La scoperta di una fossa comune di soldati romani racconta la storia di un disastro militare

Nella città di Vienna, in Austria, è stata scoperta per caso una fossa comune romana durante i lavori di ristrutturazione di un campo da calcio. A rivelarlo è il Dipartimento di archeologia della città insieme al Wien Museum, che parlano di «un ritrovamento unico in Europa che potrebbe contenere la chiave per decifrare la storia […] The post La scoperta di una fossa comune di soldati romani racconta la storia di un disastro militare appeared first on L'INDIPENDENTE.

Apr 7, 2025 - 13:15
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La scoperta di una fossa comune di soldati romani racconta la storia di un disastro militare

Nella città di Vienna, in Austria, è stata scoperta per caso una fossa comune romana durante i lavori di ristrutturazione di un campo da calcio. A rivelarlo è il Dipartimento di archeologia della città insieme al Wien Museum, che parlano di «un ritrovamento unico in Europa che potrebbe contenere la chiave per decifrare la storia della fondazione di Vienna». Gli scavi hanno portato alla luce i resti di oltre 150 individui, per lo più soldati romani, probabilmente vittime di una battaglia conclusasi con una tragica ritirata. Gli scheletri, datati tra il I e il II secolo d.C., testimoniano una fase della storia della città finora conosciuta solo attraverso fonti scritte, secondo gli esperti, i quali avvertono però che saranno necessarie ulteriori indagini per comprendere le condizioni e gli stili di vita dei soldati. «A Vienna si è sempre pronti a imbattersi in tracce romane non appena si apre un marciapiede o si apre la terra», commenta Veronica Kaup-Hasler, assessora alla Cultura e alla Scienza della città.

Nel periodo in cui è avvenuta la scoperta, l’area che oggi corrisponde a Vienna faceva parte dell’Impero Romano. La città di Vindobona, che in seguito sarebbe diventata Vienna, era un avamposto militare situato lungo il Limes del Danubio, la linea di difesa che separava l’Impero dalle tribù germaniche. Fino al III secolo d.C., la cremazione era la pratica funeraria più comune nelle province romane d’Europa, e solo raramente si registravano sepolture di corpi interi. La fossa comune di Simmering rappresenta quindi, secondo gli esperti, un’anomalia, poiché contiene resti di soldati sepolti in modo disordinato e con segni evidenti di ferite da combattimento. Nonostante la scoperta sia avvenuta per caso durante i lavori di ristrutturazione di un campo da calcio, un team di archeologi e antropologi ha successivamente analizzato i resti scheletrici e i reperti associati, tra cui armature, elmi e pugnali.

Il sito ha rivelato che i resti appartengono quasi esclusivamente a uomini giovani, alti oltre 1,70 metri e con un’età media compresa tra i 20 e i 30 anni, probabilmente soldati. Gli scheletri mostrano pochi segni di malattie infettive, un buono stato di salute generale e ferite da combattimento, tra cui lesioni a cranio, torace e bacino, attribuite a scontri armati, secondo i ricercatori. «In base alla disposizione degli scheletri e al fatto che si tratta esclusivamente di resti maschili, si può escludere che il sito fosse legato a un ospedale o a una struttura simile, o che un’epidemia sia stata la causa della morte», ha dichiarato l’antropologa Michaela Binder, precisando che le ferite risultano compatibili con l’uso di armi di epoca romana come lance, spade e pugnali. I reperti sono stati datati tra la fine del I secolo e l’inizio del II secolo d.C. e, secondo il contesto, indicano che queste persone siano morte durante un conflitto lungo il confine dell’Impero con popolazioni barbariche. «La fossa comune di Simmering rappresenta la prima prova fisica di combattimenti in questo periodo e individua il possibile luogo di una battaglia nell’area dell’attuale Vienna. L’evento attestato qui potrebbe essere stato una delle ragioni per l’ampliamento della piccola base militare in un accampamento legionario a Vindobona, a meno di sette chilometri dal sito. Hasenleitengasse potrebbe quindi segnare l’inizio della storia urbana di Vienna», ha dichiarato Martin Mosser, archeologo del Dipartimento di archeologia urbana, precisando che saranno necessarie ulteriori analisi, tra cui studi sul DNA e sugli isotopi, per approfondire le origini e le condizioni di vita dei soldati.

[di Roberto Demaio]

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