A Roma c’è un quartiere sostenibile per davvero (e alla portata di tutti)

Nel quadrante sud di Roma, tra le strade di Colle Ardeatino, sta prendendo forma un quartiere che prova a cambiare le regole dell’abitare: Città Verde. Non un villaggio per pochi, ma un complesso residenziale pensato per essere sostenibile e accessibile allo stesso tempo. Il punto non è solo che le case siano “green”, ma che...

Apr 14, 2025 - 10:54
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A Roma c’è un quartiere sostenibile per davvero (e alla portata di tutti)

Nel quadrante sud di Roma, tra le strade di Colle Ardeatino, sta prendendo forma un quartiere che prova a cambiare le regole dell’abitare: Città Verde. Non un villaggio per pochi, ma un complesso residenziale pensato per essere sostenibile e accessibile allo stesso tempo.

Il punto non è solo che le case siano “green”, ma che lo siano senza costare di più. In un settore in cui ogni scelta ecologica è spesso accompagnata da un sovrapprezzo, questo progetto fa qualcosa di diverso: non scarica il costo della sostenibilità su chi compra casa. E a oggi, 440 famiglie hanno già scelto di andarci a vivere.

Zero gas, meno consumi, bollette più leggere

Città Verde è un quartiere senza gas. Il riscaldamento e l’acqua calda vengono garantiti da pompe di calore, mentre l’energia elettrica arriva in parte dai pannelli solari e fotovoltaici installati sui tetti. Secondo i dati del progetto, fino all’80% del fabbisogno energetico viene coperto da fonti rinnovabili. Il consumo totale di energia si riduce del 30%, quello di acqua del 57%.

In pratica: meno dipendenza dai combustibili fossili, meno sprechi, meno spese. Un’abitazione ben coibentata, con impianti efficienti, consuma meno. E le bollette lo riflettono.

Edilizia sostenibile

Gli edifici sono costruiti con tecniche e materiali già disponibili sul mercato. Nessuna architettura visionaria. Ma ogni dettaglio – dall’isolamento termico alla distribuzione degli spazi – è stato pensato per aumentare comfort e ridurre i consumi. Le case sono luminose, ben ventilate, con ampi balconi, giardini, pareti spesse e finestre ad alta efficienza.

Il risultato è una qualità dell’abitare superiore alla media, senza costi extra per chi acquista. La scelta dell’impresa che ha costruito (La Leva) è stata chiara: assorbire parte dei costi aggiuntivi della sostenibilità invece di trasferirli sul prezzo finale.

La tecnologia al servizio delle persone

Non si parla di domotica futuristica, ma di tecnologia utile. Gli ascensori si controllano con lo smartphone, i citofoni si gestiscono da remoto, la videosorveglianza è integrata nel sistema viario. Ci sono anche accorgimenti per rendere più semplice la vita quotidiana a persone con disabilità o mobilità ridotta.

Niente effetto gadget: le tecnologie usate servono davvero e migliorano la sicurezza, l’accessibilità e la gestione degli spazi comuni.

Un quartiere vivo, non solo edifici

Città Verde non è un condominio allargato. È un quartiere con servizi: scuole, negozi, orti urbani, parchi pubblici, piste ciclabili. Circa il 55% della superficie complessiva è dedicata al verde.

Nel quartiere è stata installata anche una serra aeroponica, dove si coltivano ortaggi a chilometro zero con un sistema che riduce del 95% il consumo d’acqua rispetto all’agricoltura tradizionale. Un piccolo esperimento, ma anche un segnale: la sostenibilità si costruisce anche a scala di quartiere, non solo di edificio.

Un modello replicabile?

Città Verde ha ottenuto due certificazioni ambientali: GBC Home Silver, per gli edifici, e GBC Quartieri, per l’intero masterplan. È la prima volta in Italia che succede. Ma più che i bollini, a contare è la logica: sostenibilità e accessibilità non devono essere in opposizione.

In un mercato immobiliare spesso diviso tra lusso e precarietà, progetti come questo mostrano una terza via: case ben costruite, efficienti e alla portata di chi ha un reddito medio.

Non è una soluzione a tutti i problemi dell’abitare. Ma è una prova che si può fare diversamente. E un’idea semplice: abitare bene dovrebbe essere la normalità, non l’eccezione.

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