UniCredit alza ancora le stime dopo utili record a 2,8 miliardi

Si chiude un trimestre da primato per UniCredit, che batte le stime e alza la guidance al 2025. E tuttavia la banca mantiene sangue freddo sul fronte M&A: «Non c’è fretta» sull’Ops BancoBpm, dice il ceo Andrea Orcel parlando con gli analisti. Parole che servono a smorzare le voci di un possibile e rapido disimpegno […] L'articolo UniCredit alza ancora le stime dopo utili record a 2,8 miliardi proviene da Iusletter.

Mag 13, 2025 - 22:50
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UniCredit alza ancora le stime dopo utili record a 2,8 miliardi

Si chiude un trimestre da primato per UniCredit, che batte le stime e alza la guidance al 2025. E tuttavia la banca mantiene sangue freddo sul fronte M&A: «Non c’è fretta» sull’Ops BancoBpm, dice il ceo Andrea Orcel parlando con gli analisti. Parole che servono a smorzare le voci di un possibile e rapido disimpegno dal dossier, dopo che il Governo ha posto paletti stringenti all’operazione nell’ambito dei poteri concessi dal Golden Power. Il dialogo con l’Esecutivo è pronto a partire («stiamo per avviare i colloqui»), e dalle parti di piazza Gae Aulenti si vuole avere chiarezza su «alcuni elementi», dice il banchiere, a partire dagli obblighi di investimento degli asset di Anima – la Sgr di cui BancoBpm è proprietaria – fino agli obblighi normativi legati al Golden Power. Ci vorrà tempo «prima di assumere una decisione definitiva». Poi, se da Roma non ci saranno risposte confortanti, «dovremo dare una nostra interpretazione». E «quando avremo tutto ciò decideremo».

La cosa certa è che la questione è al centro anche delle attenzioni di Bruxelles. «Abbiamo chiesto all’Italia ulteriori informazioni, tramite procedura Eu Pilot. Spetta agli Stati membri fornire queste informazioni aggiuntive. E poi dobbiamo effettuare una valutazione per verificare se il diritto europeo è stato correttamente applicato dagli Stati membri», ha spiegato ieri il portavoce della Commissione Ue Olof Gill proprio sull’uso del ’Golden Power’ da parte del Governo. Parole con cui l’Ue sembra voler rispondere al ministro Giorgetti, che nei giorni scorsi ha sottolineato che «sulla sicurezza nazionale decide lo Stato italiano e non l’Europa fino a questo momento».

Si vedrà quali saranno gli esiti di questo duello a distanza Roma-Bruxelles. Chiaro che UniCredit vuole tenersi in mano ogni carta possibile per BancoBpm fino all’ultimo, che significa – almeno in linea teorica – il 30 giugno, ovvero ad Ops già conclusa. Del resto Orcel mantiene la barra dritta sull’approccio di fondo, e cioè che operazione di M&A sarà valutata solo se migliora lo scenario stand-alone.

Chiaro che il dossier piazza Meda resta strategico. Per UniCredit, l’aggregazione con BancoBpm significherebbe consolidare la propria posizione nel Nord Italia, rafforzando le sinergie operative e la distribuzione retail in territori a elevata redditività. Un’unione che ridisegnerebbe il panorama bancario italiano, creando un colosso da oltre mille miliardi di attivi complessivi. Ma «non a tutti i costi», è il senso del ragionamento di Orcel, che sottolinea la forza del piano stand-alone per UniCredit. «Siamo posizionati per una serie di possibilità inorganiche nei nostri mercati ma perseguiremo soltanto quelle in grado di migliorare il nostro forte e resiliente caso d’investimento stand alone». Anche perchè sia la partecipazione in Generali che quella in Commerzbank, per motivi e sfumature diverse, hanno gestazioni e possibili esiti tutti da vedere. A partire dal 6,5% detenuto Leone di Trieste, che per ora rimane una posizione definita «finanziaria» («Vogliamo fare il bene della società – spiega Orcel – ed è questo che guida le nostre scelte»). Presenza paziente anche quella in Commerz, di cui UniCredit detiene oggi il 28%. «Possiamo aspettare fino al 2027. Valuteremo i prossimi passi in base al dialogo con il nuovo governo tedesco, all’atteggiamento di Commerzbank e alla sua evoluzione industriale».

Intanto, sotto il profilo dei conti, UniCredit archivia il miglior trimestre della sua storia. E convince il mercato, tanto che il titolo è balzato del 4%, a 56 euro. Con un utile netto a 2,8 miliardi (+8,3%), ricavi in crescita del 2,8% a 6,5 miliardi e un RoTE al 22%, il gruppo guidato da Andrea Orcel si conferma in vetta alla classifica europea per redditività e controllo dei costi (cost/income al 35,4%). Risultati che offrono a UniCredit lo slancio per rivedere al rialzo la guidance 2025: utile netto atteso sopra i 9,3 miliardi, RoTE oltre il 17%, distribuzioni agli azionisti superiori a quelle già previste per il 2024. I ricavi netti attesi per l’anno sono ora stimati a 23,5 miliardi, grazie a un primo trimestre particolarmente robusto e a un costo del rischio contenuto a 8 punti base. La qualità degli attivi resta elevata, con overlays invariati, mentre il capitale in eccesso ha raggiunto i 10 miliardi, rafforzando la flessibilità strategica del gruppo.

Intanto, la banca sotto il profilo delle partnership sigla una bozza di accordo con Google Cloud per una collaborazione decennale. Obiettivo: utilizzare le tecnologie cloud, l’intelligenza artificiale e l’analisi dati per semplificare l’architettura IT della banca e migliorare l’offerta nei 13 Paesi in cui è attiva.

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