Cambiamento climatico e tempeste violente: un legame sempre più evidente Negli ultimi anni, l’
Italia ha assistito a
grandinate sempre più intense, con
chicchi di ghiaccio grandi come arance che, in pochi minuti, hanno devastato auto, tetti, coltivazioni e centri urbani. Le immagini di parabrezza sbriciolati, strade imbiancate come in inverno e danni per milioni di euro si sono moltiplicate, soprattutto nel
Nord Italia, ma non sono mancati episodi anche al
Centro-Sud. A fronte di questi eventi, la domanda che in molti si pongono è semplice:
perché i chicchi di grandine sono diventati così grandi e frequenti? La risposta sta nell’evoluzione della nostra
atmosfera, sempre più
energetica e instabile, spesso al limite dell’equilibrio. Un cambiamento che ha radici nel
riscaldamento globale, ma che si manifesta localmente con una forza difficile da contenere.
Come si forma la grandine: il cuore nascosto dei temporali La
grandine nasce all’interno delle
nubi temporalesche più potenti, in particolare i
cumulonembi, che si sviluppano in presenza di forti
moti ascensionali. In parole semplici, quando l’aria calda e umida nei bassi strati viene sollevata con decisione verso l’alto, raggiunge rapidamente livelli molto freddi della troposfera. A quelle altitudini, l’umidità condensa e congela, formando
piccoli nuclei di ghiaccio. Questi embrioni di grandine vengono
trasportati su e giù all’interno della nube da potenti correnti verticali, chiamate
updraft. Ogni volta che attraversano zone umide, aggiungono nuovi strati di ghiaccio e diventano sempre più grandi, finché il loro peso supera la spinta dell’aria ascendente. A quel punto precipitano al suolo, colpendo tutto ciò che incontrano.
L’energia atmosferica in aumento: la chiave dei fenomeni estremi Negli ultimi decenni, a causa del
riscaldamento del suolo e delle
acque marine, l’atmosfera contiene
più vapore acqueo e quindi
più energia potenziale. Questo significa che i temporali hanno a disposizione un carburante molto più ricco, che li rende
più esplosivi, duraturi e strutturati. Quando un
cumulonembo si sviluppa in queste condizioni, le
correnti ascensionali diventano incredibilmente forti, capaci di
sospendere in aria chicchi di grandine di grandi dimensioni per lunghi minuti, consentendo loro di crescere e stratificarsi. È così che si formano
i giganti del ghiaccio, che possono raggiungere anche
diametri superiori ai 10 cm. Un altro fattore determinante è la
persistenza del caldo nei bassi strati, che crea un forte contrasto con le masse d’aria più fredde in arrivo dalle medie e alte latitudini. Questo squilibrio è il motore principale della
convezione profonda, ovvero di quella dinamica verticale che rende i temporali tanto violenti quanto distruttivi.
I mesi più a rischio: Giugno, Luglio e sempre più anche Settembre Tradizionalmente, i
mesi di Giugno e Luglio sono i più esposti a
grandinate intense, soprattutto in regioni come
Lombardia,
Veneto,
Piemonte,
Emilia-Romagna e
Friuli-Venezia Giulia. Tuttavia, negli ultimi anni si sono registrate
grandinate eccezionali anche a Settembre, come conseguenza di mari ancora caldi e perturbazioni in arrivo dall’Atlantico o dall’Europa orientale. Le
pianure interne, le
zone pedemontane e i
fondovalle alpini sono aree particolarmente esposte, perché offrono il giusto mix tra aria calda stagnante, orografia favorevole alla salita dell’aria e spinta convettiva.
Danni e sicurezza: un’emergenza anche economica Una
grandinata violenta può causare in pochi minuti
danni per milioni di euro, colpendo
abitazioni,
automezzi,
infrastrutture elettriche e, in modo drammatico, le
colture agricole. Vigneti, frutteti, mais, ortaggi: nessuno è al sicuro. In alcune zone, gli agricoltori si trovano costretti a reimpiantare dopo eventi simili, con
perdite economiche gravissime. Le compagnie assicurative stanno iniziando ad aggiornare le
polizze contro i danni da grandine, ma spesso non basta: la violenza di alcuni eventi recenti ha superato anche le previsioni di rischio standard.
Cosa ci attende nel futuro? Se il trend attuale dovesse proseguire, nei prossimi anni assisteremo a
un’ulteriore crescita nella frequenza e nell’intensità delle grandinate. I
sistemi di previsione diventano sempre più importanti, ma la sfida vera è la
mitigazione degli effetti, attraverso misure di
prevenzione,
allerta rapida e
adattamento del territorio.
Grandine e Meteo Estremo: ecco perché i chicchi possono essere enormi