Meteo estremo e TORNADO in Italia: quanto dobbiamo preoccuparci?

Non più un’eccezione: il tornado è ormai realtà anche italiana Quando si pensa ai tornado, l’immaginario collettivo corre subito alle grandi pianure degli Stati Uniti, al cuore della Tornado Alley, dove questi mostri atmosferici seminano devastazione ogni anno. Eppure, anche in Italia, questi fenomeni non sono affatto rari. Anzi, negli ultimi anni si è assistito […] Meteo estremo e TORNADO in Italia: quanto dobbiamo preoccuparci?

Mag 14, 2025 - 07:42
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Meteo estremo e TORNADO in Italia: quanto dobbiamo preoccuparci?
Non più un’eccezione: il tornado è ormai realtà anche italiana Quando si pensa ai tornado, l’immaginario collettivo corre subito alle grandi pianure degli Stati Uniti, al cuore della Tornado Alley, dove questi mostri atmosferici seminano devastazione ogni anno. Eppure, anche in Italia, questi fenomeni non sono affatto rari. Anzi, negli ultimi anni si è assistito a un aumento della loro frequenza e, soprattutto, della loro intensità, in particolare lungo la Pianura Padana, le coste adriatiche e alcune aree del Sud. È vero: i tornado italiani non raggiungono quasi mai la violenza estrema dei cugini americani classificati F4 o F5, ma possono comunque generare danni importanti e mettere in pericolo persone, edifici e infrastrutture. Capire da dove arrivano, come si formano e quali zone sono più esposte è oggi essenziale. Come si formano i tornado: una questione di instabilità Il tornado è il prodotto più spettacolare e distruttivo dei temporali severi, in particolare delle supercelle, ovvero sistemi temporaleschi rotanti dotati di un nucleo organizzato e potente. In Italia, questi fenomeni trovano le condizioni ideali durante la tarda primavera e l’estate, quando l’aria calda e umida nei bassi strati si scontra con correnti più fredde in quota, solitamente di origine atlantica o artica. È proprio questo contrasto termico e dinamico a generare forti moti convettivi che, se accompagnati da una rotazione orizzontale indotta dal vento, possono trasformarsi in una colonna d’aria verticale in rotazione: il tornado. Spesso invisibile nella fase iniziale, si manifesta quando l’umidità condensata lo rende visibile attraverso la classica “manica” nuvolosa che si estende verso il terreno. Le zone più a rischio in Italia: Padana, coste e Sud Negli ultimi vent’anni, gli episodi di tornado o trombe d’aria più documentati si sono verificati soprattutto in Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e lungo le coste tirreniche e ioniche, specie nel Salento e in Calabria. Ma non mancano eventi anche in Campania, Lazio, e Sicilia orientale, aree dove il mare caldo, unito alla vicinanza di rilievi montuosi, può innescare potenti strutture temporalesche. La Pianura Padana è però in assoluto la regione più esposta: la sua morfologia chiusa, unita a condizioni spesso molto umide nei bassi strati e ai forti contrasti termici che si creano tra Alpi, Appennini e mare Adriatico, rappresentano il terreno ideale per la nascita di supercelle tornadiche. Tornado in aumento: il ruolo del cambiamento climatico Uno degli aspetti più discussi tra climatologi e meteorologi è il possibile legame tra l’aumento dei tornado e il cambiamento climatico. Anche se non si può affermare con certezza un nesso diretto, l’aumento dell’energia a disposizione nell’atmosfera, legata all’aumento delle temperature superficiali e marine, sembra creare le condizioni favorevoli per fenomeni convettivi più violenti e persistenti. Non solo: la stagione dei tornado tende ad allungarsi. Se prima erano confinati tra Maggio e Luglio, ora si osservano episodi anche in Settembre, Ottobre, e perfino in Novembre, quando l’instabilità atmosferica può ancora essere molto accentuata per via del calore accumulato nei mari. Trombe marine e mini-tornado: attenzione anche alle coste Un altro fenomeno sempre più diffuso è la tromba marina, una variante del tornado che si forma sopra il mare, in genere meno intensa ma comunque potenzialmente pericolosa se approda sulla terraferma. Queste formazioni sono frequenti lungo le coste del Tirreno, dell’Adriatico e del Mar Ionio, spesso in coincidenza con l’arrivo di fronti temporaleschi legati a perturbazioni in transito. Molte delle trombe marine che hanno colpito le coste del Salento, della Sicilia o del Golfo di Napoli, pur senza raggiungere dimensioni eccezionali, hanno causato danni ingenti a stabilimenti balneari, imbarcazioni e reti elettriche. In alcuni casi sono state responsabili anche di feriti e vittime. Prevedere i tornado: un compito difficile, ma non impossibile La previsione dei tornado resta una delle sfide più complesse della meteorologia. Anche nei contesti più moderni e tecnologici, si tratta di fenomeni localizzati, che possono formarsi in pochi minuti e cambiare traiettoria in modo imprevedibile. Tuttavia, grazie all’evoluzione dei modelli ad alta risoluzione e ai sistemi radar meteorologici, è possibile individuare aree a rischio con maggiore anticipo e fornire allerta mirate alla popolazione. Il passo successivo è migliorare la comunicazione del rischio, educando il pubblico a riconoscere i segnali premonitori e a reagire con prontezza, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove la percezione del tornado è ancora legata a un evento raro, quasi esotico, e quindi sottovalutato.

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