Salviamo Sanremo Giovani oppure salviamo i giovani da Sanremo

Salviamo Sanremo Giovani oppure salviamo i giovani da Sanremo… che canzoni stiamo chiedendo ai ragazzi? Sono anni che parlo con i giovani cantanti e cantautori emergenti. Alcuni li ho conosciuti durante i tanti contest musicali a cui ho partecipato come giudice/giurato, altri quando ho ricoperto il ruolo di garante della trasparenza ad Area Sanremo nel 2021. […] L'articolo Salviamo Sanremo Giovani oppure salviamo i giovani da Sanremo proviene da All Music Italia.

Mag 14, 2025 - 08:02
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Salviamo Sanremo Giovani oppure salviamo i giovani da Sanremo

Salviamo Sanremo Giovani oppure salviamo i giovani da Sanremo… che canzoni stiamo chiedendo ai ragazzi?

Sono anni che parlo con i giovani cantanti e cantautori emergenti. Alcuni li ho conosciuti durante i tanti contest musicali a cui ho partecipato come giudice/giurato, altri quando ho ricoperto il ruolo di garante della trasparenza ad Area Sanremo nel 2021. Alcuni mi scrivono sui social perché mi leggono ogni giorno su All Music Italia.

L’argomento su cui ricevo più richieste di consigli in questo periodo è, ovviamente, il Festival di Sanremo. Molti di loro sono infatti già al lavoro per trovare la canzone da presentare per tentare di entrare tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo, attraverso le selezioni di Sanremo Giovani o Area Sanremo.

Mi parlano, qualcuno con energia, altri destabilizzati e altri ancora avviliti, di essere alla ricerca della hit, del brano up tempo o della canzone d’amore perfetta ma non troppo “sad”. Mi fanno capire di aver messo nel cassetto le canzoni più profonde o quelle con temi troppo difficili… “A Sanremo non cercano questo dai Giovani” oppure “Carlo Conti, come Amadeus, cerca persone giovani con canzoni spensierate”.

Non mi sono chiesto il perché di questo pensiero da parte loro ma avrei la tentazione di rispondere che non c’è nessuna regola scritta e che Carlo Conti non ha mai detto nulla del genere, ma poi taccio. Taccio perché a volte, spesso, le cose non serve siano dette o scritte per essere palesi.

Per questi giovani si tratta di una frustrazione in più che si è aggiunta a quella dell’abbassamento dell’età per partecipare a Sanremo Giovani, introdotta lo scorso anno da Conti.

Sanremo giovani: UN LIMITE D’ETÀ CHE ESCLUDE LA MATURITÀ

Come sappiamo l’anno scorso Carlo Conti ha abbassato ulteriormente il limite d’età per partecipare tra i giovani del Festival. Ora si può concorrere fino massimo ai 27 anni. Una decisione che ha scatenato polemiche e, soprattutto, escluso un’intera generazione di cantautori e interpreti non più “giovanissimi”, ma nemmeno vecchi.

Ricordiamo chi sarebbe rimasto fuori, tra l’altro dagli stessi Festival di Conti, se questa regola fosse esistita prima? Due nomi su tutti: Ermal Meta e Francesco Gabbani, entrambi ben oltre la soglia dei 30 nell’anno della loro partecipazione. Li avremmo persi per strada? Probabilmente sì. E sarebbe stato un peccato enorme.

Carlo Conti, nell’abbassare l’età, ha dichiarato che oggi i ragazzi sono pronti prima perché hanno più mezzi per farsi conoscere – TikTok, YouTube, i talent show – ed è vero, ma questo non significa che questi strumenti in più permettano loro di maturare come autori e artisti. Anzi, spesso è l’opposto: li chiudono in gabbie, in stereotipi in cui invecchiano o passano di moda troppo in fretta.

E allora via alla ricerca di una hit, del pezzo che funzioni in barba a quelle canzoni, forse poco radiofoniche e funzionali, che però hanno reso grande la musica italiana.

Sanremo, UN FESTIVAL CHE NON ASCOLTA IL DOLORE dei giovani (e le canzoni)

È un dato di fatto che tanti giovani oggi sentano il bisogno di modificare ciò che scrivono per adattarsi a un presunto “gusto da Sanremo”. Frasi come: “Questo brano è troppo lento”, “L’argomento è troppo cupo”, “Meglio una canzone d’amore” sono ormai la norma nei loro discorsi.

E da dove nasce tutto questo? Dai fatti. Sanremo Giovani negli ultimi anni ha premiato quasi solo leggerezza, brani up tempo, love song o spensieratezza. Queste sono le canzoni che sono state scelte. Non è un’accusa, è una constatazione. Questo è il messaggio che, anche se non esplicitato, passa.

Ma è giusto? Non penso.

Viviamo in un’epoca dove il mondo giovanile affronta problemi seri: bullismo, femminicidi, crisi identitarie, ansia sociale, omofobia, paura del domani. Questa è la realtà. Eppure nei brani scelti per rappresentare i giovani, tutto questo non esiste.

Attenzione, non esiste nelle canzoni scelte per Sanremo (o Amici, o dalle radio), non nelle composizioni dei giovani cantautori. Tante battaglie, tanti talk show e tante belle parole e poi quello che stiamo dicendo ai giovani che vogliono fare musica oggi è: nascondete il dolore, il pubblico vuole spensieratezza. Unica eccezione l’amore, lì un po’ di sana sofferenza va bene.

Gli anni ’90 e quelle canzoni di sanremo che ricordiamo ancora oggi

Non è sempre stato così. Ricordate il 1995? In radio girava Falco a metà di Gianluca Grignani. Una canzone lenta, moooolto lenta. Una canzone esistenzialista, di disagio e sofferenza. Eppure girava in radio, d’estate.

Solo pochi mesi prima lo stesso Grignani era salito sul palco dell’Ariston con Destinazione Paradiso, brano che accarezzava anche il tema del suicidio, e che ha fatto la storia della musica italiana.

In quegli anni a Sanremo Giovani, negli anni ‘90, trovavano spazio Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, una Carmen Consoli Confusa e felice, Gerardina Trovato che cercava la sua città ma raccontava anche gli orrori della guerra. Brani che non avevano paura della profondità.

Oggi sembra esserci una regola non scritta: i giovani devono essere leggeri. Lo dimostrano i fatti. Guardate le canzoni selezionate per l’ultimo Sanremo Giovani.

Sanremo giovani 2024, le canzoni scelte per arrivare a sanremo 2025

C’erano brani d’amore, anche molto belli, come Vertebre di Settembre o Forse per sempre di Selmi. Canzoni up tempo come quelle di Mew, Maria Tomba, Questo e Quello e via dicendo. Tanta, ma tanta leggerezza che per capire che nel brano, rigorosamente up e con un sound alla moda, di Vale Lp e Lil Jolie, c’era un messaggio forte, ce lo hanno dovuto dire.

Le eccezioni che hanno avuto il coraggio di distaccarsi da questa apparente mancanza di profondità? Ne ricordo poche, di sicuro Moska Drunkard. Elogiata ma non premiata. Una o due canzoni, troppo poco per una generazione che ha molto da dire e che nasconde molto dolore e disagio.

Il compito di cantare queste emozioni lo abbiamo delegato ai Big, che fosse Cristicchi o il 31enne e debuttante, al Festival, Lucio Corsi.

Carlo… ama… NON È COLPA DEI RAGAZZI. È COLPA NOSTRA

Ora non giriamoci attorno: se oggi tanti giovani cercano disperatamente la hit, la canzone d’amore o il pezzo ballabile, non è colpa loro. Non sono vuoti, leggeri e nemmeno felici spesso. Ma noi pretendiamo lo siano o che rappresentino queste sensazioni. Forse è una cosa che ci rassicura.

Se oggi i giovani mettono nel cassetto le loro “falco a metà“, le loro “Ma non ho più la mia città” senza nemmeno presentarle a Sanremo Giovani è perché Amadeus e Carlo Conti hanno seguito le mode, dalle radio alle piattaforme passando per i talent, premiando solo quel tipo di racconto.

E ripeto… è un paradosso perché da anni spingiamo i giovani a parlare, a denunciare violenze, bullismo, discriminazioni ma se oggi scrivono un brano su questi temi non diamo loro modo di essere ascoltati. Insegniamo loro a mettere un sorriso di convenienza.

Solo che qui non stiamo formando futuri presentatori, il cui ruolo è ostentare e persino fingere serenità, gioia e speranza; qui siamo cercando artisti che cantino l’essere umano e il mondo.

Un esempio calzante di canzoni passate da sanremo giovani

Qualche giorno fa ad Amici abbiamo assistito alla commozione di Amadeus, Lorella Cuccarini e di tutto lo studio mentre Michele Bravi cantava Lo ricordo io per te, canzone dedicata all’amore dei suoi nonni “sporcato” dalla malinconia dell’Alzheimer.

Michele Bravi ha 30 anni ma in realtà canta la malinconia e la sofferenza fin da giovanissimo, è la cosa che sa descrivere meglio e in quello è unico e prezioso. Diciamo anche senza ipocrisia alcuna che il suo vissuto degli ultimi anni gli ha dato delle sofferenze per cui nessuno, o quasi, si sente legittimato a dirgli di cantare le gioie della vita.

Ecco, quella commozione in quello studio televisivo di fronte alla canzone di Michele dovrebbe ricordare a tutti, in primis a Carlo Conti, ad Amadeus (che era presente) e ai futuri direttori artisti del Festival di Sanremo (e Sanremo Giovani), cosa è capace di creare e scatenare la musica. Che è condivisione anche nel dolore e non solo nel ballo e nella gioia.

Sanremo in tal senso è un posto importante perché quello che arriva su quel palco ha una cassa di risonanza enorme e influenza il mondo della discografia. Nessun discografico chiederà più ad un emergente o al suo manager: “Quanti follower hai su TikTok” come metro di giudizio imprescindibile per darti attenzione se dal palco di Sanremo daremo ai giovani la possibilità di tornare a raccontare la vita anche quando non sorride e non è compatibile con un balletto social.

O SALVIAMO SANREMO GIOVANI, O SALVIAMO I GIOVANI DA SANREMO

Se vogliamo valorizzare i giovani artisti, dobbiamo cambiare prospettiva.

O ridiamo a Sanremo Giovani una visione più ampia e coraggiosa, oppure troviamo per questi ragazzi nuovi spazi per essere ascoltati davvero. Perché nelle radio, ad Amici o a Sanremo questo spazio non c’è.

Dobbiamo trovare il coraggio di cambiare le cose. Se continuiamo a chiedere loro di essere leggeri, di essere solo intrattenimento, allora non troveremo mai più i nuovi Gianluca Grignani, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Ermal Meta, Tiziano Ferro, Gerardina Trovato, Carmen Consoli…

E sarebbe un’enorme perdita. Per tutti.

Ecco, io a questi giovani che mi scrivono, che stanno provando a scrivere la canzone per il Festival di Sanremo, vorrei poter dire questo: scrivi quello che vuoi, scrivi quello che senti, scrivi quello che sei. Sanremo vuole questo.

Le illustrazioni presenti in questo articolo sono generate tramite intelligenza artificiale e hanno scopo puramente simbolico ed editoriale.

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