Ucciso a coltellate. La lettera della sorella:: "Vogliamo giustizia"

Bergamo, lite tra tifosi: domani l’autopsia sul 26enne. L’appello dei familiari: no a vendetta e violenza.

Mag 6, 2025 - 05:27
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Ucciso a coltellate. La lettera della sorella:: "Vogliamo giustizia"

Una lettera scritta a mano su un foglio di block notes con alcune parole sottolineate, altre in maiuscolo. L’autrice è la sorella maggiore di Riccardo Claris (in foto), il 26enne ucciso con una coltellata sabato notte in via Ghirardelli, a Bergamo, vicino al Gewiss Stadium, dopo una lite tra tifosi atalantini (fazione a cui apparteneva la vittima) e interisti. "Niente vendetta, niente violenza: solo giustizia ’come umani’" è l’appello lanciato da Barbara Claris quasi a gridare il dolore della famiglia e insieme un’urgenza di civiltà. "Siamo tutti sconvolti – scrive Barbara –, non ci sono parole per descrivere ciò che proviamo. Riccardo era un bravissimo ragazzo, chi lo conosce lo sa! Qualsiasi cosa sia successa non era un violento, non era un criminale, non si meritava quanto successo. Niente giustifica l’omicidio (tutto in maiuscolo, ndr) comunque! Il nostro dolore non passerà MAI. Dovremo conviverci consapevoli che per perdere la vita è sufficiente trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato". E conclude: "Noi vogliamo che la giustizia faccia il suo corso, senza violenza, senza mediaticità".

Non ci sono solo fiori o messaggi di cordoglio sul luogo del delitto. Qualcuno davanti all’ingresso della palazzina al civico 27 ha posto uno striscione (poi tolto) con una scritta enigmatica e dalla grammatica incerta che sembra paventare una vendetta nei confronti del gruppo rivale, quello degli interisti: "1 si è salvato rinnegandovi, 2 hanno seguito le vostre orme è ora di tornare giù e accogliere il vostro destino". Già domenica, durante il match fra Monza e Atalanta, Riccardo Claris era stato ricordato con uno striscione e un coro. Per il delitto è stato arrestato Jacopo De Simone, 18 anni (compirà i 19 fra poche settimane) ora in carcere a Brescia.

Il pm Guido Schininà contesta l’aggravante dei futili e abietti motivi. In attesa dell’interrogatorio davanti al gip: sarà l’occasione, se lo vorrà, per raccontare la sua versione su quanto accaduto sabato notte. Una ricostruzione che presenta ancora lati oscuri. E domani alla camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII verrà effettuata l’autopsia sul corpo del 26enne.

Intanto i carabinieri ieri hanno sentito il titolare del Reef Cafè, di via Borgo Santa Caterina, ritrovo dei tifosi della Dea ("Qui si tifa solo Atalanta"), dove tutto sarebbe nato con uno "scontro" verbale fra le due tifoserie, durato a lungo, tanto che il proprietario è dovuto intervenire. Il finale è stato l’accoltellamento del 26enne. Ma in quanti vi hanno preso parte? Oltre una decina di ragazzi (tra le due tifoserie) ma qualche dettaglio in più potrebbe arrivare dalle immagini di una piccola telecamera che si trova proprio fuori dal bar. I filmati sono stati acquisiti dai carabinieri.

Francesco Donadoni