Trump pronto a silurare Powell, “troppo lento ad abbassare i tassi”. Ma non lo farà
Il Presidente americano si è lamentato dell'operato del Presidente della Fed e ammette di non essere contento, ma non può licenziarlo, perché creerebbe un'onda d'urto senza precedenti sui mercati in questa fase

Il Presidente Trump è di nuovo ai ferri corti con il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che vorrebbe licenziare, anche se vi sono una serie di ragioni (normative ed economiche) per cui non può farlo. E solleva il suo lamento sui social e dinanzi alla stampa internazionale, criticando l’operato del banchiere, che lui stesso ha confermato a capo della banca centrale statunitense in occasione del primo mandato alla Casa Bianca.
Sempre “troppo tardi”
La giornata si è aperta sul social Truth, appartenente allo stesso Trump, dove il Presidente ha espresso la sua scontentezza per la cautela palesata da Powell.
“Si prevede che la Bce taglierà i tassi di interesse per la settima volta“, aveva ricordato Trump prima dell’incontro dell’Eurotower, che ha effettivamente tagliato il costo del denaro di 25 punti base.
“Eppure, il “troppo tardi” Jerome Powell della Fed, che è sempre troppo tardi e in errore, ha pubblicato ieri un rapporto che è stato l’ennesimo, e tipico, completo ‘pasticcio'”, ha affermato il Presidente, riferendosi al discorso pronunciato dal Presidente della Fed al Club di Chicago.
“I prezzi del petrolio sono in calo, i generi alimentari (persino le uova!) sono in calo e gli Stati Uniti stanno diventando ricchi con i dazi. – ha sottolineato Trump -“Troppo Tardi” avrebbe dovuto abbassare i tassi di interesse, come la Bce, molto tempo fa, ma dovrebbe certamente abbassarli ora. Le dimissioni di Powell non arriveranno mai abbastanza in fretta!”
Se volessi, Powell sarebbe fuori
Lo stesso malumore è stato palesato dopo l’incontro con la Premier italiana Giorgia Meloni. “Se l’Europa riduce il costo del denaro, questo ci mette in una posizione di svantaggio”, ha detto il Presidente ai cronisti, facendo riferimento agli effetti sui cambi e sulla competitività degli Usa.
Il Presidente si è detto “non contento” di Powell ed ha ammesso “non penso che stia facendo un buon lavoro”. Poi ha aggiunto che Powell “gioca con la politica, i tassi di interesse dovrebbero calare ora”. “Se volessi Powell fuori, sarebbe fuori” ha rimarcato Trump, ma non ha voluto rispondere ad una domanda se abbia il potere di rimuoverlo.
Trump può rimuovere Powell?
Dal punto di vista normativo, la Federal Reserve, come la Bce e le altre banche centrali, è dotata di indipendenza. I governi in carica possono scegliere chi guida l’autorità monetaria, ma le sue scelte sono indipendenti, quindi ciò implica che anc he la facoltà di rimanere al proprio posto sia una conferma dell’indipendenza garantita dalla Costituzione. Powell è stato scelto da Trump durante il primo mandato e, se decidesse ora su due piedi di revocarlo, scuramente andrebbe incontro ad un giudizio dinanzi alla Corte Suprema.
Ma l’opportunità di revocare Powell va ben al di là di questioni di carattere normativo e di grado costituzionale. Le ragioni della permanenza d Powell e della reticenza di Trump a rispondere alla domanda se possa rimuoverlo, hanno a che vedere con la stabilità dei mercati e dell’economia.
Secondo Bloomberg, Trump avrebbe ripetutamente chiesto ai suoi se possa licenziare Powell. Lo stesso avrebbe rivelato il Wall Street Journal, secondo cui in occasione di un giro d’incontri presso la sua residenza estiva di Mar-a-Lago, in Florida, Trump avrebbe confessato a Kevin Warsh, ex governatore della Fed, di voler mandare via Powell prima della scadenza e sarebbe stato fortemente sconsigliato dal farlo.
Un segnale che il mercato non vuole
Anche il segretario al Tesoro Scott Bessent e il direttore del Consiglio economico della Casa Bianca Kevin Hassett – aggiunge i quotidiano finanziario – si sarebbero opposti all’idea di licenziare Powell prima della fine del suo mandato, nel maggio 2026, mettendo in guardia Trump dalle potenziali ricadute economiche.
Bessent, nel negare al Presidente la possibilità di interrompere anticipatamente il mandato del Presidente della Fed, avrebbe parlato del rischio di “destabilizzare” i mercati finanziari, già duramente messi alla prova dai dazi di Trump, e creare un’onda d’urto in grado di travolgere l’economia.
Powell avanti sulla sua strada
Powell, dal canto suo, ha già risposto alle sollecitazioni di Trump. In un discorso dinanzi all’Economic Club di Chicago, a metà settimana, il numero uno della Fed ha spiegato che i dazi potrebbero causare un’inflazione temporanea e che potrebbero avere anche un impatto più duraturo. Per evitare questo effetto, occorre valutare bene l’entità degli effetti e la trasmissione sui prezzi. La Fed – ha rimarcato il banchiere – è obbligata mantenere ancorate le aspettative di inflazione di lungo termine ed al momento appare “ben posizionata per attendere maggior chiarezza“, prima di valutare azioni sulla politica monetaria e sui tassi.