Il Tesoro colloca 11 miliardi in nuovi Btp a 7 e 30 anni, i dettagli su rendimenti e scadenze
Il Tesoro colloca 11 miliardi in Btp a 7 e 30 anni con forte domanda estera: cedole al 3,25% e 2,55%, oltre 103 miliardi di richieste da fondi, banche e investitori istituzionali

Il Ministero dell’Economia ha pubblicato i dettagli di due nuove emissioni di Btp: uno con durata di 7 anni e l’altro con scadenza a 30 anni, legato all’inflazione. Il primo, con cedola fissa, scade nel 2032; il secondo, pensato per proteggere il capitale dall’aumento dei prezzi, arriva fino al 2056.
Entrambi sono stati collocati attraverso un consorzio di grandi istituti finanziari internazionali. I dati mostrano un’adesione molto alta, soprattutto da parte di investitori esteri: un segnale forte per il mercato dei titoli di Stato.
Entrambi sono stati collocati tramite una procedura sindacata che ha coinvolto sei grandi banche internazionali in qualità di lead manager: Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, Bank of America Securities Europe, Goldman Sachs Bank Europe, J.P. Morgan, Natixis e Société Générale Investment Banking. A loro si sono affiancati tutti gli altri specialisti in titoli di Stato italiani, con il ruolo di co-lead manager.
Btp 7 anni con tasso al 3,25%: cosa sapere sull’emissione da 8 miliardi
La prima tranche riguarda un titolo pubblico con scadenza fissata per il 15 luglio 2032. Il collocamento, che partirà il 25 aprile, prevede una cedola annua del 3,25%, distribuita in due pagamenti semestrali. L’ammontare totale raccolto è di 8 miliardi di euro. Il prezzo stabilito al momento dell’emissione è stato di 99,974, corrispondente a un rendimento annuo lordo pari al 3,281%.
Il codice ISIN del titolo è IT0005647265. Il primo pagamento degli interessi sarà effettuato il 15 luglio 2025, con un importo calcolato su 81 giorni e pari allo 0,72721% lordo. Da quel momento in poi, le cedole verranno corrisposte regolarmente ogni sei mesi, il 15 gennaio e il 15 luglio. La domanda da parte degli investitori è stata notevole: circa 50,6 miliardi di euro, a fronte degli 8 miliardi effettivamente assegnati.
Questa emissione arriva in un periodo in cui i tassi si stanno stabilizzando, dopo settimane segnate da forti oscillazioni. Sul mercato, i titoli con caratteristiche simili offrono rendimenti in linea con quanto proposto. Una volta considerate le imposte, il guadagno netto per chi acquista si avvicina al 2,90% all’anno.
Un livello che può risultare interessante per chi cerca una soluzione di medio periodo, adatta anche a piccoli risparmiatori e nuclei familiari. Le attese sull’inflazione per i prossimi anni restano piuttosto basse: intorno all’1,20% su base annua. Questo significa che, al netto della perdita di potere d’acquisto, il ritorno effettivo potrebbe superare l’1,60% reale.
Nuovo Btp indicizzato all’inflazione 2056: rendimento, domanda e dettagli tecnici
Il secondo strumento presentato dal Tesoro è un’obbligazione con durata trentennale, pensata per chi desidera proteggere i propri risparmi dall’aumento dei prezzi. La sua scadenza è fissata per il 15 maggio 2056, mentre l’entrata in vigore è prevista per il 15 novembre 2024. Il tasso annuo lordo riconosciuto è del 2,55%, suddiviso in due cedole all’anno. L’emissione ha raccolto 3 miliardi di euro, con un prezzo di collocamento pari a 99,268, per un rendimento lordo annuo del 2,601%.
Il titolo Btp, contraddistinto dal codice ISIN IT0005647273, ha attirato un forte interesse da parte degli investitori, con richieste per oltre 53 miliardi di euro. Come stabilito dal Ministero, il coefficiente che regola l’adeguamento all’inflazione è pari a 1,00335. Attualmente, il titolo di Stato italiano con durata più lunga in questa categoria è quello con scadenza maggio 2051, che offre una cedola dello 0,15% (ISIN IT0005436701).
Rispetto alle obbligazioni tradizionali con scadenze simili, che rendono fino al 4,20% ma non proteggono dall’aumento dei prezzi, questo strumento garantisce un ritorno reale che si aggira attorno al 2,30%. Un dato che riflette la stima, condivisa dai mercati, di una crescita dei prezzi nell’eurozona a lungo termine inferiore al 2%, ossia sotto il parametro di riferimento fissato dalla Banca Centrale Europea.
Quando scattano regolamento e aggiornamenti su domanda e riparto
Il completamento formale dell’operazione è fissato per il 25 aprile. In quella data sarà perfezionato il regolamento delle due emissioni. Il Ministero dell’Economia renderà noti, attraverso una nota successiva, i dati dettagliati sulla composizione della domanda.
Secondo quanto già comunicato, l’interesse complessivo ha superato quota 103,7 miliardi di euro, cifra che testimonia un’adesione elevatissima da parte del mercato, soprattutto quello estero.
A seguito del successo riscontrato, il Tesoro ha deciso di non procedere con l’asta prevista per il 24 aprile relativa al titolo indicizzato, ritenendola non più necessaria.