Onimusha 2 Samurai’s Destiny Provato: un primo tuffo nel passato dell’action di Capcom
Tra i grandi ritorni del passato, a oltre vent’anni dalla prima uscita, rifà capolino il mondo nipponico di Onimusha 2 Samurai’s Destiny, che era stato pubblicato inizialmente su PlayStation 2 nel 2002. Capcom non sta lavorando qui solo al capitolo Way of the Sword, annunciato per il 2026; prima deve portare a termine un altro […] L'articolo Onimusha 2 Samurai’s Destiny Provato: un primo tuffo nel passato dell’action di Capcom proviene da Vgmag.it.


Tra i grandi ritorni del passato, a oltre vent’anni dalla prima uscita, rifà capolino il mondo nipponico di Onimusha 2 Samurai’s Destiny, che era stato pubblicato inizialmente su PlayStation 2 nel 2002. Capcom non sta lavorando qui solo al capitolo Way of the Sword, annunciato per il 2026; prima deve portare a termine un altro progetto dedicato a questa saga. Sebbene si tratti di un sequel, Onimusha 2 Samurai’s Destiny presenta un protagonista completamente nuovo, quindi è possibile godersi il gioco anche senza aver giocato il primo capitolo, non essendo in continuità con il predecessore. Una storia di vendetta e di un samurai che recupera le radici della sua identità sull’indimenticabile Yusaku Matsuda, una leggenda del cinema giapponese divenuta celebre negli anni ’70 e ’80. Dopo una pausa di sette anni, l’evento Capcom Spotlight ha segnato il tanto atteso annuncio della remaster per Onimusha 2. Sebbene non sia ancora stata annunciata una data di uscita precisa, il remaster farà il suo debutto il prossimo 23 maggio 2025, con Capcom che lancerà il titolo su PC, PS4, Switch e Xbox One, con la retrocompatibilità disponibile su PS5 e Xbox Series X. Questa decisione non solo indica l’impegno a raggiungere un pubblico ampio, ma solleva anche domande sul potenziale dei nuovi sistemi di ricevere esperienze su misura. Come sarà andata dunque la nostra prova sulla console di ultima generazione di casa Sony? Rimanete con noi per fare un tuffo nel passato!
Onimusha 2 Samurai’s Destiny: cosa ci attende nella remaster
Mentre il 2025 si profila all’orizzonte, cresce l’attesa per il remaster di Onimusha 2 Samurai’s Destiny, un titolo che farà parte delle nostre librerie grazie alla decisione di Capcom di reintrodurre questo titolo per preservare le esperienze di gioco classiche, e incoraggiando al contempo le nuove generazioni a dedicarsi a narrazioni e gameplay senza tempo. Nel caso specifico, questa è una remaster della storia di vendetta di Jubei Yagyu, che mantiene ambientazione e meccaniche di gioco originali, ma il ritorno su console (anche) di ultima generazione permette ai giocatori di testare il titolo con nuove funzionalità e miglioramenti della qualità del gameplay e dell’esperienza in generale. Per quanto, lo sottolineiamo fin da subito, Capcom non dovrebbe introdurre nuovi contenuti sostanziali o miglioramenti importanti del gameplay, incontrando così la delusione di coloro che speravano in un aggiornamento più completo.
Questa versione remaster ci ha offerto sicuramente una revisione in alta definizione, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza visiva senza alterare gli elementi fondamentali del gameplay che i fan ricordano dalla versione originale. Ne approfittiamo quindi per rinfrescare brevemente la storia che si cela dietro questo titolo, senza rivelarvi chiaramente alcuno spoiler. La trama di Onimusha 2 Samurai’s Destiny racconta una drammatica storia di vendetta e tratteggiata dall’intensa arte di spada che il nostro Jubei Yagyu dovrà brandire, mentre esplora il Giappone feudale al fianco dei suoi alleati, tutti personaggi che conosceremo nel corso della storia, e ciascuno introdotto anche nella sigla di apertura. Scopriremo infatti che Jubei ha quattro alleati, che lo accompagnano nei suoi viaggi. Ognuno di loro ha uno scopo personale, ma in qualche modo sono anche connessi. A volte si affrontano tra di loro, a volte invece combattono insieme in sinergia per affrontare i nemici in totale affinità, valore che indica in battaglia la forza del loro legame.
Dare l’anima in battaglia
Il tema della battaglia e degli scontri corpo a corpo è proprio uno degli aspetti principali del gameplay di Onimusha 2 Samurai’s Destiny, uno dei momenti in cui il nostro eroe può raccogliere le anime dei nemici caduti in battaglia, e sfruttarle per diverse tipologie di potenziamento. Nel corso del nostro provato abbiamo testato i vari miglioramenti introdotti rispetto all’originale Onimusha Warlords, sotto ogni aspetto: abbiamo visto un maggiore contenuto, azione più intensa e un’elevata rigiocabilità, grazie anche ai sopracitati alleati del protagonista. Per quello che abbiamo potuto testare finora, abbiamo visto che il gameplay di base è rimasto quello del gioco originale, mostrando così pregi e difetti del legame con la produzione videoludica degli inizi del secolo.
Nemici che compaiono all’improvviso, e giocando in modalità Normale non mostreranno nemmeno troppa foga per poterci mettere al tappeto, tra soldati semplici e capitani che ci restituiranno la loro anima e che potremo sfruttarla per potenziare l’equipaggiamento del nostro personaggio e tanto altro ancora. Tutta l’architettura di gioco mostra in maniera molto evidente i segni del passato, con una rimasterizzazione che ha fatto il suo dovere, sia in termini di funzionamento del motore di gioco, molto fluido e senza problemi di caricamento tra una schermata e l’altra, sia dal punto di vista grafico e di alcune nuove funzionalità, ma questo non riesce a nascondere i vent’anni e oltre di vita della produzione in questione. Le forme poligonali e tanti glitch visivi hanno fatto da padrone nel corso della nostra esperienza, dove ogni dungeon presenta la telecamera bloccata da un solo punto di vista e che cambia in continuazione; una modalità piuttosto faticosa da sostenere, soprattutto perché evidenzia un’impostazione di gioco fin troppo old-style e che ci rende faticosa l’esplorazione dei vari dungeon (che rimangono comunque poco esplorabili, sia in termini di spazi percorribili, sia per oggetti da raccogliere e interazioni eventuali con gli NPC presenti).
Nuove feature per un titolo amarcord
Nella nostra prova abbiamo testato anche le varie modalità e contenuti presenti in questa edizione, che vede non solo il supporto in altre lingue adattate dalla versione originale (tra cui anche l’italiano), ma anche funzionalità aggiuntive presenti come novità, tra cui una nuova modalità galleria, dove possiamo ritrovare oltre 100 bozzetti realizzati dal character designer del gioco, Keita Amemiya. Non mancano nemmeno diverse novità che rendono il gioco più accessibile e apprezzabile per lo stile di gioco adottato dal giocatore contemporaneo; in primis, è stata aggiunta la funzione di autosalvataggio, decisamente utile in un mondo di gioco dove il salvataggio manuale non è frequente, e la possibilità di effettuare un cambio rapido delle armi, per una giocabilità migliorata e per rendere più flessibile e adattabile il nostro stile di combattimento alle varie situazioni. Il tutto, ovviamente, senza perdere lo stile dell’opera originale.
E sempre in ottica di adattamento alle sfide sempre più ardue ed estreme a cui siamo sottoposti dai titoli contemporanei di questo genere, cosa c’è di meglio di testare le nostre capacità con la difficoltà infernale? In questo caso, ci basta subire un colpo ed è game over, in quanto ci darà un solo punto vita: al primo colpo siamo morti, e arrivare alla fine del gioco potrebbe essere davvero un inferno… Pare sia talmente difficile che finora solo qualche sviluppatore è stato in grado di completarla. Voi saprete esserne all’altezza? Le migliorie e i cambiamenti hanno impattato anche l’aspetto audio, con 43 brani rimasterizzati e gradevoli da ascoltare come accompagnamento alla nostra avventura, senza dimenticare che i minigiochi Man in Black, Team Oni e Puzzle Phantom Realm saranno disponibili sin dall’inizio. Si tratta di aggiunte sfiziose che hanno esteso la nostra esperienza di poco, cavalcando sempre l’onda amarcord di questo titolo e andando a ripescare la nostalgia di un mondo videoludico ormai perso.
In questa prima fase di test di Onimusha 2 Samurai’s Destiny, ci siamo confrontati fin da subito con una serie di meccanismi di gameplay e di tecnica decisamente amarcord, per quanto il tentativo di rinfrescare qualche aspetto della remaster in questione ci sia stato, chiaramente. Un titolo che cerca di andare incontro alla platea contemporanea di giocatori, presentando però tante “fatiche” old-school, da un punto di vista tecnico e narrativo, osservando da vicino la costruzione in toto di un gioco che rimane fortemente ancorato alle sue origini, nel bene e nel male. Tra un mese verrà lanciato sul mercato a un prezzo di circa trenta euro, una cifra abbastanza esigua per un titolo che deve cercare di rendersi appetibile, anche grazie alle varie migliorie apportate ai contenuti. L’aggiunta dei minigiochi legati ad altrettanti titoli del mondo videoludico degli anni Duemila? Sicuramente una trovata di marketing, ma quanto può effettivamente incentivare il giocatore? Lo scopriremo solo al lancio, quando potremo raccontarvi per intero la nostra esperienza di questo salto nel passato nel Giappone feudale, tra demoni da sconfiggere, anime da raccogliere, alleati da tenere stretti al nostro fianco e diverse modalità di gioco da scoprire.
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