Terna: a marzo consumi elettrici in calo, -0,9%, crescono fotovoltaico e capacità di accumulo
Secondo i dati di Terna, a marzo 2025 la domanda elettrica italiana cala dello 0,9%. In difficoltà l’industria energivora, ma avanzano fotovoltaico (+23,8%) e sistemi di accumulo L'articolo Terna: a marzo consumi elettrici in calo, -0,9%, crescono fotovoltaico e capacità di accumulo proviene da FIRSTonline.


Nel mese di marzo 2025, secondo i dati diffusi da Terna, il fabbisogno di energia elettrica in Italia si è attestato a 25,5 miliardi di kWh, segnando una flessione dello 0,9% rispetto allo stesso mese del 2024. Il calo si inserisce in un contesto di condizioni climatiche relativamente favorevoli: marzo ha avuto temperature mediamente più basse di 1°C rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ma comunque superiori alla media degli ultimi dieci anni. Il numero dei giorni lavorativi, invece, è rimasto invariato (21).
Una lettura più puntuale, che tiene conto della destagionalizzazione e dell’effetto temperatura, mostra una contrazione dell’1,5% della domanda elettrica. A livello territoriale, tutte le macro-aree registrano un andamento negativo: il Nord con un calo dello 0,7%, il Centro con -0,5% e il Sud e le Isole con una flessione più marcata (-1,7%).
Nel primo trimestre del 2025, il fabbisogno nazionale complessivo si riduce dello 0,7%, dato che risente anche del confronto con un anno bisestile. Corretto per effetto calendario, il valore resta comunque sostanzialmente stabile (+0,1%).
Industria energivora sotto pressione
L’indice Imcei di Terna, che misura i consumi elettrici delle imprese ad alta intensità energetica, registra una flessione tendenziale del 2,9% a marzo 2025 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Corretto per calendario e temperatura, il calo si amplia al 3,7%.
La performance settoriale è tuttavia variegata: mostrano segnali positivi i comparti alimentare, cemento, calce e gesso, e meccanica, mentre restano in difficoltà settori strategici come chimica, metalli non ferrosi, ceramiche e vetrarie, mezzi di trasporto e soprattutto la siderurgia.
In chiave congiunturale, però, emerge qualche segnale positivo: l’indice Imcei di marzo registra un +1,3% rispetto a febbraio, mentre il primo trimestre 2025 mostra una crescita del 2,4% sul trimestre precedente, segnalando una possibile inversione di tendenza, almeno sul piano dell’attività industriale.
Energia prodotta in casa, ma meno rinnovabili
Nel bilancio elettrico mensile, la produzione nazionale ha coperto l’84,6% della domanda, mentre il restante 15,4% è stato soddisfatto attraverso l’energia scambiata con l’estero. Il saldo estero si è attestato a 3,9 TWh, in netta contrazione rispetto a marzo 2024 (-25,9%), complice il forte rallentamento dell’import dalla Svizzera (-50%).
La produzione netta nazionale ha raggiunto i 22 miliardi di kWh, di cui il 39% da fonti rinnovabili, in calo rispetto al 42,3% di un anno prima. Il dettaglio delle fonti restituisce un quadro contrastante: in forte crescita il fotovoltaico (+23,8%) e la generazione termica (+18,6%), mentre prosegue il calo dell’idroelettrico (-33,6%), dell’eolico (-7,2%) – al terzo mese consecutivo di flessione – e della geotermia (-2,4%).
Nonostante l’andamento altalenante della produzione rinnovabile, a marzo sono entrati in funzione 777 MW di nuova capacità green, pari a un +52% rispetto a marzo 2024. Tuttavia, nel complesso del primo trimestre 2025, il nuovo installato è in flessione del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, per un totale di 1.596 MW.
Infine, continua a crescere il parco di accumulo energetico: al 31 marzo, l’Italia disponeva di 13.682 MWh di capacità, con 5.913 MW di potenza nominale distribuiti su circa 775.000 sistemi di accumulo.