Padre e figlio: quel feroce litigio finisce nel sangue. Grave il killer di Gucci
La vicenda di Santa Maria a Monte: Benedetto Ceraulo ha sparato contro il 37enne e poi ha a sua volta tentato il suicidio. Adesso è in coma a Cisanello. Ferite più lievi per il giovane, curato all’ospedale di Pontedera. Il tutto è accaduto durante un acceso diverbio

Santa Maria a Monte (Pisa), 23 aprile 2025 – Il sicario che nel 1995 uccise Maurizio Gucci ieri mattina ha tentato di uccidere il figlio sparandogli due colpi al volto con una pistola di piccolo calibro. Poi ha rivolto l’arma contro se stesso. Lotta tra la vita e la morte all’ospedale di Cisanello a Pisa Benedetto Ceraulo, 63 anni, originario di Caltanisetta. Ha un proiettile conficcato in testa.
Le sue condizioni, stando alle frammentarie notizie che trapelano, sono disperate. Il figlio, Gaetano, è stato raggiunto da due proiettili al volto. Se la caverà, dopo un intervento eseguito all’ospedale di Pontedera.
Sono da poco passate le 10,30 del martedì di Pasqua in via Fontine, strada della campagna collinare di Santa Maria a Monte. Una lite.
Un diverbio familiare sarebbe alla base del tentato omicidio-suicidio. Benedetto Cerauolo e il figlio Gaetano sono fuori casa, nello spazio recintato tra l’abitazione e i campi incolti che costeggiano la provinciale Valdinievole.
Due i colpi che il padre avrebbe esploso contro il figlio colpendolo poco sotto gli zigomi. Il trentasettenne è una maschera di sangue, ma riesce a scappare al volante della sua vecchia Skoda Fabia grigia. Percorre circa trecento metri e arriva al bivio tra via Fontine e la Valdinievole. Parcheggia la macchina nella piazzetta di fronte al bar ed entra nel locale.
“Era una maschera di sangue”, racconta chi era presente. Al barista ha solo detto che doveva andare in ospedale e lo ha pregato di tenergli il cane, un meticcio color marrone che è rimasto tutta la mattinata a guardare la vetrina verso la macchina del suo padrone in attesa di vederlo tornare.
“Poi passa mio fratello a prenderlo”, le altre poche parole pronunciate da Gaetano Ceraulo.
Sarebbe stato lo stesso trentasettenne a telefonare al 112 per chiedere di essere soccorso. A quel punto si muove la macchina del 118 e quella dei carabin ieri. In via Fontine arrivano ambulanze, elisoccorso, alcune pattuglie dell’Arma della stazione di Santa Maria a Monte e della compagnia di San Miniato e gli uomini della scientifica del comando provinciale di Pisa. Benedetto Ceraulo è riverso per terra, vicino alla sua Davia Daster bianca. Viene stabilizzato e trasferito al dipartimento emergenza urgenza di Cisanello.
Il killer che il 27 marzo del 1995 uccise Maurizio Gucci, uno dei protagonisti assoluti della moda italiana, abita da un paio d’anni in via Fontine a Santa Maria a Monte. Il figlio Gaetano risiede vicino Milano ed era arrivato a casa del padre da pochi giorni. Cosa abbia scatenato la lite non si sa.
E’ ancora in fase di accertamento da parte dei carabinieri che dovranno sentire il figlio, l’unico al momento in grado di rispondere alle domande degli inquirenti. Ceraulo aveva scontato la pena per l’omicidio di Gucci al carcere di massima sicurezza sull’isola della Gorgona, davanti a Livorno.
Qui aveva imparato a coltivare le viti e collaborava con la famosa cantina Frescobaldi. Condannato all’ergastolo il 3 novembre del 1998, nel marzo del 2000 si vede ridurre la pena in appello a 28 anni, 11 mesi e 20 giorni.
Pena che sarebbe dovuta terminare il prossimo anno, ma che è stata ridotta per la buona condotta. Prima di prendere casa in affitto in via Fontine a Santa Maria a Monte, Benedetto Ceraulo abitava ad Acciaiolo, nel comune di Fauglia. Anche qui coltivava le viti e faceva il vino.