Svizzera: l’inflazione va a zero. La SNB tornerà ai tassi negativi?

L’ondata deflazionistica che sta per colpire l’Europa inizia dal Paese che sarà più colpito dai dazi. I prezzi al consumo in Svizzera sono rimasti invariati su base annua nell’aprile 2025, dopo un aumento dello 0,3% registrato a marzo.

Si tratta del valore più basso dalla deflazione registrata nel marzo 2021, trainato dal calo dei prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche (-0,8% contro -0,2% a marzo), dei beni e servizi per la casa (-2,2% contro -0,2%) e dei trasporti (-2,6% contro -2,1%).

Tali cali sono stati compensati dagli aumenti dei costi delle abitazioni e dell’energia (stabili a +1,4%), delle comunicazioni (+1% contro +0,7%) e dei ristoranti e alberghi (invariati a +1,6%). Nel frattempo, l’inflazione di fondo, che esclude le voci volatili come i prodotti alimentari non trasformati e l’energia, è scesa allo 0,6% dallo 0,9% di marzo.

Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato, in linea con il ritmo del periodo precedente e rispetto alle previsioni dello 0,2%.

Ecco il relativo grafico.

Pare proprio che ci siano le premesse per una riduzione ulteriore dei tass d’interesse da parte della SNB, la Banca Centrale Svizzera, anche perché anche l’inflazione Core, segnale dell’attività economica interna, si è ridotta. Il problema è che c’è ben poco spazio di taglio, visto che i tassi sono attualmente allo 0,25%

A questo punto però c’è una buona possibilità che si tgorni ai tassi d’interesse negativi e anche alla vendita di Franchi Svizzeri sul mercato per riuscire a contenere la rivalutazione del franco. La SNB rischia di tornare alla sua eccezionalità ante 2020.

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