Strage di avvoltoi in Sudafrica: oltre 120 morti dopo aver ingerito i resti di un elefante avvelenato dai bracconieri

Nel Parco nazionale Kruger, cuore selvaggio del Sudafrica e meta iconica per i safari con i suoi oltre 20.000 km² di savana, si è consumata una delle peggiori stragi di fauna selvatica degli ultimi anni. Oltre 120 avvoltoi appartenenti a specie rare e in pericolo critico di estinzione sono stati trovati morti dopo aver ingerito...

Mag 13, 2025 - 14:10
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Strage di avvoltoi in Sudafrica: oltre 120 morti dopo aver ingerito i resti di un elefante avvelenato dai bracconieri

Nel Parco nazionale Kruger, cuore selvaggio del Sudafrica e meta iconica per i safari con i suoi oltre 20.000 km² di savana, si è consumata una delle peggiori stragi di fauna selvatica degli ultimi anni. Oltre 120 avvoltoi appartenenti a specie rare e in pericolo critico di estinzione sono stati trovati morti dopo aver ingerito i resti di un elefante avvelenato.

La carcassa del pachiderma era stata deliberatamente contaminata con pesticidi altamente tossici, probabilmente dai bracconieri, che sempre più spesso ricorrono a veleni per colpire grandi predatori come i leoni, i cui resti sono utilizzati nella medicina tradizionale.

Tra gli uccelli colpiti figurano il vulture africano, il vulture del Capo e il raro vulture oricou, tutte specie già minacciate dalla distruzione dell’habitat e dal calo delle prede naturali. La loro morte rappresenta un colpo devastante per l’intero ecosistema: questi rapaci svolgono un ruolo fondamentale nella pulizia delle carcasse, prevenendo la diffusione di malattie e mantenendo l’equilibrio degli ambienti naturali.

Salvati 84 avvoltoi

Fortunatamente, non tutti gli uccelli caduti nella trappola dei bracconieri sono morti. Le squadre di intervento del parco e della Endangered Wildlife Trust sono riuscite a salvare 84 avvoltoi, trasportandoli via elicottero o con ambulanze veterinarie in centri di recupero specializzati. Alcuni di questi animali sono stati trovati anche con tracce di avvelenamento da piombo, un’altra sostanza letale usata nei proiettili da caccia.

Questo caso è stato definito dalle autorità sudafricane come uno dei peggiori episodi di avvelenamento registrati nell’Africa australe negli ultimi anni, secondo solo alla strage del 2019 in Botswana, dove oltre 500 avvoltoi morirono in circostanze simili.

Dietro queste uccisioni non c’è solo l’effetto collaterale del bracconaggio, ma in alcuni casi un vero e proprio attacco mirato: gli avvoltoi vengono uccisi apposta, perché la loro presenza in volo può segnalare dall’alto la posizione di animali morti, interferendo così con le attività illegali dei bracconieri. Azioni crudeli e ignobili che mettono in pericolo questi animali così fondamentali per la salute dell’intero ecosistema e che vanno punite in modo esemplare.

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Fonte: Endangered Wildlife Trust

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