Sterminò la famiglia a Paderno Dugnano a 17 anni, la conferma dello psichiatra: «Per lui cure specifiche». Verso lo sconto di pena

Il ragazzo, 17enne all'epoca dei fatti, aggredì con 108 coltellate i genitori e il fratellino piccolo. Secondo la procura era parzialmente capace di intendere e volere L'articolo Sterminò la famiglia a Paderno Dugnano a 17 anni, la conferma dello psichiatra: «Per lui cure specifiche». Verso lo sconto di pena proviene da Open.

Apr 4, 2025 - 22:49
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Sterminò la famiglia a Paderno Dugnano a 17 anni, la conferma dello psichiatra: «Per lui cure specifiche». Verso lo sconto di pena

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«Viveva tra la realtà e la fantasia, voleva rifugiarsi in un mondo fantastico e per raggiungerlo era convinto di doversi liberare di tutti gli affetti». Con queste parole lo psichiatra Franco Martelli ha spiegato la necessità di «cure specifiche» per il giovane di Paderno Dugnano, 17enne all’epoca dei fatti, che la notte dello scorso 31 agosto uccise con 108 coltellate i genitori e il fratellino di 12 anni. Il ragazzo, come già stabilito lo scorso 20 marzo, è stato giudicato parzialmente capace di intendere e di volere, come confermato venerdì 4 aprile durante l’udienza davanti alla gip per i minorenni di Milano Laura Margherita Pietrasanta.

La perizia: «Fantasia non delirante, era il suo rifugio»

La difesa, tramite la consulenza dello psichiatra Marco Mollica, continua a sostenere la totale incapacità di intendere e di volere. I pm Sabrina Ditaranto ed Elisa Salatino insistono sulla parzialità della condizione, che quindi prevede un grado di lucidità al momento dell’uccisione dei genitori e del fratello. Secondo il perito dell’accusa, il ragazzo «aveva il suo spazio di libertà limitato», cioè una capacità di intendere ridotta. L’allora 17enne viveva immerso nella sua fantasia, non una fantasia «delirante» ma che fungeva da rifugio. Lo stesso ragazzo lo aveva rivelato in un interrogatorio: «Volevo essere immortale. Uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero». Elementi che hanno spinto l’accusa a riconoscere una situazione di grave sofferenza e disagio nonché problematiche reali da affrontare tramite cure adeguate.

L’attesa per il processo e il giudizio immediato

Il giovane, ora 18enne, è in attesa del processo per omicidio volontario pluriaggravato, anche dalla premeditazione. La difesa aveva chiesto il rito abbreviato, ma la procura per i minorenni poche settimane fa ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per «prove di evidente reità». La minore età al momento del triplice omicidio, unito al rito speciale, dovrebbero contribuire alla riduzione della pena, che per i minorenni parte da un massimo di 30 anni di carcere.

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