Usa: l’amministrazione Trump censura anche la lotta al cambiamento climatico

Dopo la decisione di ritirare unilateralmente gli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi, di denunciare la green economy come un imbroglio e di abbandonare le politiche per la lotta al riscaldamento globale, l’amministrazione del presidente Donald Trump ha fatto un ulteriore passo avanti nel negazionismo della crisi climatica, stavolta a livello “semantico”. Come già accaduto in altri […]

Mar 31, 2025 - 13:00
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Usa: l’amministrazione Trump censura anche la lotta al cambiamento climatico

Dopo la decisione di ritirare unilateralmente gli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi, di denunciare la green economy come un imbroglio e di abbandonare le politiche per la lotta al riscaldamento globale, l’amministrazione del presidente Donald Trump ha fatto un ulteriore passo avanti nel negazionismo della crisi climatica, stavolta a livello “semantico”. Come già accaduto in altri rami del governo di Washington, anche l’Agricultural Research Service del dipartimento Usa per l’Agricoltura (USDA) ha dovuto attuare gli ordini esecutivi presidenziali contrari ai programmi federali a tutela della diversità, dell’equità e dell’inclusione, voluti dal suo predecessore Joe Biden. Ma, in questo caso, a finire nel mirino della censura dei documenti pubblici e delle policy dell’ufficio responsabile del monitoraggio delle colture e della qualità degli alimenti non ci sono solo i riferimenti alle discriminazioni etniche, di genere e di orientamento sessuale, bensì anche espressioni come “cambiamento climatico”; riscaldamento globale; “contenimento delle emissioni”; “energia pulita”; “fotovoltaico”; “risparmio idrico”; e persino “acqua potabile”.

La notizia è stata pubblicata dal portale statunitense More Perfect Union, che cita un’email interna inviata il 20 marzo scorso dall’analista del dipartimento statunitense per l’Agricoltura, Sharon Strickland, a vari uffici dell’Agricultural Research Service, intitolata “Termini chiave di ricerca per gli Accordi I Richiesta di eccezioni alla lista degli accordi oggetto di moratoria”. “Il seguente elenco di parole chiave deve essere utilizzato quando si valutano tutti gli accordi urgenti e critici prima di includerli nella richiesta di eccezioni alla lista degli accordi oggetto di moratoria”, si legge nel promemoria. “Quando si valutano gli accordi, le voci che includono questi termini o termini simili non possono essere inviate. Questa revisione assicura il mantenimento della conformità (delle nostre politiche, ndr) con gli ordini esecutivi dell’Amministrazione”.

Tra le voci elencate figurano però non soltanto i termini legati ai programmi federali cancellati da Trump come “diversità, equità, inclusione e accessibilità”; “persone di colore”; “(persone) svantaggiate”; “(persone) vulnerabili”; “giustizia sociale”; “lesbica”; “gay”; “bisessuale”; “pansessuale”; “transgender”, “(persona) non-binaria”; “queer”; “genere” o altre già vietate dai diversi dipartimenti ma anche espressioni come “giustizia ambientale”. La lista infatti relativa ai temi di tutela dell’ambiente è piuttosto lunga e include, tra l’altro, espressioni come: “cambiamento climatico” (“climate-change”); “modelli climatici”; “responsabilità climatica”; “adattamento ai rischi climatici”; “resilienza climatica”; “agricoltura intelligente”; “scienza climatica”; “riscaldamento globale”; “stoccaggio dell’anidride carbonica”; “emissioni di gas serra”; “monitoraggio dei gas serra”; “contenimento delle emissioni”; e persino “emissioni di metano”.

L’elenco dei termini vietati però si estende anche alle fonti energetiche e alle pratiche più ecologiche, troviamo infatti tra i censurati: “infrastruttura verde”; “edilizia sostenibile”; “energia pulita”; “combustibili puliti”; “energia alternativa”; “(energia da fonte) geotermica”; “energia solare”; “fotovoltaico”; “agrivoltaico”; “energia eolica”; “bioenergia”; “biocarburante”; “biogas”; “biometano”; “conversione energetica”. Tra quelle bandite figurano anche tutte le espressioni relative al trasporto con mezzi “puliti” come “veicoli elettrici, a idrogeno, celle a combustibile, a basse emissioni”. Vietati anche i riferimenti a “microplastiche”; “inquinamento idrico”; “inquinamento atmosferico”; “inquinamento del suolo”; “inquinamento delle falde acquifere”; “bonifica”; “abbattimento dell’inquinamento”; “bonifica dei sedimenti”; “contaminanti ambientali”; “CEC”; “PFAS”; “PFOA”; e “PCB”. La lista si estende poi anche ai termini idrici quali: “conservazione delle acque”; “efficienza idrica”; “qualità delle acque”; “acqua pulita”; “acqua potabile”; o “drenaggio dei campi”. Menomale che la nuova amministrazione lottava per la libertà di parola.