Stefano Laporta, presidente Ispra: “Il Sud può essere il volano per lo sviluppo delle energie rinnovabili a favore dell’intero sistema Paese”

Stefano Laporta, presidente ISPRA, è intervenuto in qualità di relatore all’evento Sud Chiama Europa, organizzato a Napoli il 9 maggio 2025 dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia e patrocinato dal Comune di Napoli. Il presidente Laporta ha contribuito con la sua testimonianza nel panel “Il Sud e le energie del futuro”, moderato da Antonello Barone. […] L'articolo Stefano Laporta, presidente Ispra: “Il Sud può essere il volano per lo sviluppo delle energie rinnovabili a favore dell’intero sistema Paese” proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Mag 16, 2025 - 13:48
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Stefano Laporta, presidente Ispra: “Il Sud può essere il volano per lo sviluppo delle energie rinnovabili a favore dell’intero sistema Paese”

Stefano Laporta, presidente ISPRA, è intervenuto in qualità di relatore all’evento Sud Chiama Europa, organizzato a Napoli il 9 maggio 2025 dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia e patrocinato dal Comune di Napoli.

Il presidente Laporta ha contribuito con la sua testimonianza nel panel “Il Sud e le energie del futuro”, moderato da Antonello Barone.

Io penso che la transizione sia  ancora strategica per l’Italia, per l’Europa e per il mondo. Penso che sia assolutamente attuale e quello che abbiamo passato negli ultimi anni secondo me ce lo dimostra in maniera ancora più evidente, ancora più forte, cioè noi non possiamo, non potremo fare a meno di un processo di transizione. Credo sia stato già detto che si tratta non solo di una transizione ambientale ma anche di una transizione energetica e anche culturale ovviamente, ma di questo magari ne parliamo fra qualche minuto. I dati che noi abbiamo sono tutti dati che vanno in questa direzione per due ordini di fattori.

Il primo è perché il processo si è avviato e ormai la gran parte, la quasi totalità delle imprese sul nostro territorio ha investito e continua ad investire in questi processi di transizione e non solo per il settore energetico. E la seconda considerazione è che noi dobbiamo fare i conti con le risorse naturali del pianeta e con la disponibilità di queste risorse. Non abbiamo la possibilità di uno sfruttamento illimitato, quindi pur con i correttivi legati all’urgenza, legati anche alla necessità di diversificare nel campo energetico le fonti di approvvigionamento e di verificare gli impatti ambientali, io credo che la parola sia quanto mai attuale e anche le declinazioni che abbiamo dato fino adesso lo siano.

Non toglie nulla all’urgenza che abbiamo davanti, ma secondo me questa fase della transizione va accompagnata anche con qualche messaggio positivo in cui, accanto all’urgenza delle cose da fare, però cerchiamo anche di dare dei messaggi che ci dicano che cosa abbiamo già fatto e come secondo me il Paese, pur con difficoltà e rallentamenti di vario tipo, sta cercando di invocare una strada complessa, difficile, non semplice, ma che ripeto è l’unica percorribile, almeno in una prospettiva di medio-lungo periodo.

In questo processo di transizione la tecnologia e l’innovazione risulteranno decisivi.

Noi non possiamo assolutamente accontentarci di quanto abbiamo fatto fino ad oggi e in questo senso il ruolo un po’ di tutti ma in particolare secondo me degli enti di ricerca e di ricerca e controllo qual è l’Ispra può essere molto utile a far sì che si creino quelle condizioni perché la tecnologia al di là delle condizioni economiche che sono abilitanti e potessero essere necessarie, però affinché la tecnologia vada avanti e non si fermi.

Però vorrei dire che ci sono già condizioni al mio modesto parere di tranquillità tecnologica, cioè non dobbiamo avere paura dei nuovi impianti perché per quello che sono le nostre conoscenze si tratta di impianti assolutamente sicuri e peraltro – e introduco un altro tema – non in conflitto con l’ambiente.

Per esempio spesso mi viene chiesto se è un problema reale se l’installazione di questi impianti vada ad impattare con il consumo di suolo. È evidente che un po’ di suolo andrà consumato, peraltro questi impianti diciamo hanno la caratteristica di rendere quel suolo in qualche modo rinnovabile, pur se con un processo articolato e complesso, però dal mio punto di vista non abbiamo condizioni ostative sotto questo aspetto.

Quindi vorrei anche dire di non crearci dei falsi problemi rispetto a possibili impatti che ci sono ma che vanno esaminati e come facciamo regolarmente per ogni tipo di impianto autorizzato affrontati ma si possono risolvere.

La seconda considerazione e vi restituisco la parola, credo che ne avrete già parlato ma altrimenti lo possiamo iniziare a fare noi, è quello del necessario coinvolgimento delle comunità e dei territori, quindi c’è un ruolo molto importante da parte delle amministrazioni locali, in particolare delle regioni e soprattutto sul tema delle rinnovabili, le regioni del centro-sud Italia, proprio per le loro caratteristiche non solo geomorfologiche ma, lasciatemi dire, climatiche, questo vale sia nel bene che nel male, possono essere dei volani formidabili per lo sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese, a parte il settore dell’idroelettrico.

Spero che sia questo un evento attraverso il quale si possa creare una sorta di patto tra le regioni del Sud ma partendo dalle università, dagli istituti di ricerca perché si sviluppino percorsi formativi idonei per dotare il Sud e il Paese di quelle professionalità di cui abbiamo tanta necessità anche tenendo conto del calo della curva demografica perché questo è un altro fattore di cui credo dobbiamo tenere conto negli anni futuri e partire, creare questa alleanza, possiamo chiamarla come vogliamo in modo tale che con tempistiche più o meno certe, questo so che non è facilissimo, però partendo dalla formazione e magari anche con qualche interessante iniziativa di innovazione tecnologica e anche imprese che in qualche modo facciano rete tra di loro si possa veramente guardare al Sud del nostro Paese come il volano per lo sviluppo delle energie rinnovabili che poi è un ragionamento che va a favore dell’intero sistema Paese.

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