Crisi Nissan, perdite record e 20mila posti a rischio
Nissan affonda sempre di più in una crisi che sembra essere strutturale. La casa automobilistica giapponese ha registrato perdite nette per 4,1 miliardi di euro e ha annunciato un piano di ristrutturazione radicale che prevede la chiusura di sette stabilimenti e il taglio di 20.000 posti di lavoro entro il 2027, pari al 15% della sua […] L'articolo Crisi Nissan, perdite record e 20mila posti a rischio proviene da Economy Magazine.

Nissan affonda sempre di più in una crisi che sembra essere strutturale. La casa automobilistica giapponese ha registrato perdite nette per 4,1 miliardi di euro e ha annunciato un piano di ristrutturazione radicale che prevede la chiusura di sette stabilimenti e il taglio di 20.000 posti di lavoro entro il 2027, pari al 15% della sua forza lavoro globale. La decisione è il frutto di un contesto segnato da costi fissi elevati, mercati volatili e vendite in calo, fattori che hanno compromesso la redditività dell’azienda.
Il taglio è necessario
Il nuovo amministratore delegato Ivan Espinosa, subentrato ad aprile a Makoto Uchida dopo le pressioni (secondo il Financial Times) esercitate da Honda in vista di un possibile riavvicinamento, ha ammesso che il taglio è necessario per garantire la sopravvivenza del gruppo. Nissan, in forte difficoltà su tutti i mercati chiave, sta anche riducendo del 20% la capacità produttiva globale e punta a risparmiare 400 miliardi di yen entro il 2026. Il cambio al vertice non riguarda solo Uchida: insieme a lui lasceranno anche dirigenti di primo piano come Asako Hoshino e Hideaki Watanabe.
Il rapporto con Renault
La crisi del colosso giapponese trascina con sé anche Renault, che detiene il 35% di Nissan e ha stimato un impatto negativo da 2,2 miliardi di euro solo nel primo trimestre del 2025. Intanto, le principali agenzie di rating hanno declassato Nissan: Fitch ha portato il rating a livello “junk” (BB+), Moody’s lo ha abbassato a Ba1, e S&P già da tempo la classifica come “speculative grade”. Tutte evidenziano lo stesso problema: un margine operativo negativo, free cash flow debole e risultati inferiori alle attese.
Fake news e altri problemi
A peggiorare il quadro, lo scorso febbraio era circolata la voce di un possibile ingresso di Tesla nel capitale Nissan, grazie a un piano guidato dall’ex consigliere Hiro Mizuno. Ma la notizia, accolta inizialmente con entusiasmo dai mercati, è stata smentita da Mizuno stesso e da Elon Musk, che l’ha bollata come “fake news”. I problemi non sono una novità: già a novembre 2024 erano stati annunciati 9.000 tagli, insieme alla revisione al ribasso di utili e ricavi. Le vendite globali erano scese a 1,6 milioni di unità nel primo semestre dell’anno fiscale e l’utile operativo era crollato del 90%. Nissan sta cercando un nuovo partner stabile, ma al momento non si vedono soluzioni concrete all’orizzonte. E il sogno di Carlos Ghosn di fare dell’Alleanza Renault-Nissan il primo gruppo automobilistico mondiale sembra ormai un ricordo lontano.
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