Sotto la calotta artica svelata una base nucleare USA rimasta nascosta per decenni
Sotto la spessa calotta glaciale della Groenlandia settentrionale, i radar della NASA hanno intercettato qualcosa di inaspettato: non i resti di una civiltà antica, come qualcuno aveva inizialmente ipotizzato, ma una base militare americana risalente all’epoca della Guerra Fredda, Camp Century. Una vera e propria cittadella nucleare segreta, congelata nel tempo e sepolta da almeno...

Sotto la spessa calotta glaciale della Groenlandia settentrionale, i radar della NASA hanno intercettato qualcosa di inaspettato: non i resti di una civiltà antica, come qualcuno aveva inizialmente ipotizzato, ma una base militare americana risalente all’epoca della Guerra Fredda, Camp Century. Una vera e propria cittadella nucleare segreta, congelata nel tempo e sepolta da almeno 30 metri di ghiaccio.
La scoperta è avvenuta nella primavera del 2024, durante una serie di test con un innovativo sistema radar sviluppato dall’agenzia spaziale americana. Gli strumenti, progettati per analizzare la struttura interna della calotta glaciale, hanno rivelato una rete di tunnel e costruzioni nascoste sotto i ghiacci eterni del nord dell’isola. L’analisi successiva ha permesso di identificarle: si trattava dei resti di Camp Century, un avamposto militare alimentato da un reattore nucleare, costruito dagli Stati Uniti nel 1959.
Un’installazione militare nascosta nel cuore dell’Artico
All’interno della base, una rete di 21 tunnel scavati direttamente nel ghiaccio si estendeva per quasi 3 chilometri. Le gallerie collegavano tra loro alloggi, laboratori, una mensa, latrine e perfino una palestra. In questa struttura sotterranea vissero e lavorarono circa 200 soldati americani, immersi nel silenzio artico e ignari, in molti casi, del vero scopo del progetto.
Camp Century non era semplicemente una base militare. Era parte del Progetto Iceworm, un’operazione top secret del Pentagono con un obiettivo tanto ambizioso quanto inquietante: creare una rete di lancio per 600 missili nucleari a medio raggio, nascosti sotto i ghiacci artici e pronti a colpire in caso di attacco sovietico. Il tutto nel pieno della Guerra Fredda.
In realtà, solo una piccola parte degli uomini coinvolti era a conoscenza della reale natura del progetto. La maggioranza credeva di lavorare in un centro di ricerca scientifica. E, in effetti, Camp Century fu presentata pubblicamente in quegli anni proprio come una base sperimentale per studiare le condizioni climatiche artiche. Ma la verità emerse solo nel 1996. Fino ad allora, il cuore nucleare del progetto era rimasto nascosto, anche alla maggior parte di coloro che vi avevano prestato servizio.
Un dato curioso: una sola donna mise piede nella base durante gli anni di attività. Era una dottoressa danese.
Il patto Usa-Danimarca e le tensioni per il controllo della Groenlandia
Il coinvolgimento degli Stati Uniti nella regione artica non inizia però con Camp Century. Già nel 1941, per scongiurare un’eventuale occupazione nazista dell’isola, il rappresentante danese a Washington firmò un accordo con gli Stati Uniti, trasferendo loro la responsabilità della difesa della Groenlandia e concedendo il diritto di costruire basi militari sul territorio.
Questo accordo, seppur siglato in piena guerra, ha avuto conseguenze geopolitiche durature. Ancora oggi la presenza militare americana nella regione è motivo di tensione. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Camp Century rappresenta più che un semplice avamposto dimenticato: è la prova tangibile della lunga e profonda influenza Usa su un territorio che, formalmente, appartiene alla Danimarca.
Non è un caso se, durante la sua presidenza, Donald Trump arrivò a criticare Copenaghen per non aver protetto adeguatamente l’isola, minacciando persino di occupare la Groenlandia per ragioni di sicurezza nazionale. L’idea di una Groenlandia sotto pieno controllo americano, seppur mai realizzata, resta sullo sfondo di questa scoperta inquietante.
Il ghiaccio avanza, ma il passato riaffiora: cosa ci insegna Camp Century oggi
Camp Century venne abbandonata nel 1967, quando gli ingegneri si resero conto che la calotta glaciale era troppo instabile per ospitare un’infrastruttura di quel tipo. Da allora, il ghiaccio ha lentamente ricoperto l’intera struttura. Solo oggi, con le nuove tecnologie radar, quel capitolo dimenticato della Guerra Fredda è tornato alla luce.
Ma questa scoperta non è solo una curiosità storica. Solleva anche interrogativi ambientali urgenti. Cosa accadrà se il ghiaccio continuerà a sciogliersi? I materiali radioattivi ancora presenti nel sottosuolo potrebbero rappresentare un rischio? La base, infatti, non fu mai completamente smantellata: molte delle sue componenti, incluso il reattore nucleare, rimasero sepolte sotto la neve artica.
In un’epoca in cui il cambiamento climatico rende i ghiacciai sempre più fragili, il passato torna a bussare alla porta del presente. E ci ricorda che le scelte militari di ieri possono avere conseguenze invisibili ma persistenti nel tempo.
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Fonte: Wall Street Journal
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