Sostenibilità sotto esame: l’UE ammorbidisce, la BCE allerta

C’è chi frena e chi accelera, chi chiede semplificazione e chi teme il corto circuito della finanza sostenibile. In Europa, la partita sulla rendicontazione Esg si sta giocando su un campo scivoloso, dove il rischio è quello di perdere l’equilibrio tra competitività e trasparenza. Da una parte la Commissione Europea, che il 26 febbraio ha […] L'articolo Sostenibilità sotto esame: l’UE ammorbidisce, la BCE allerta proviene da Economy Magazine.

Mag 15, 2025 - 10:44
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Sostenibilità sotto esame: l’UE ammorbidisce, la BCE allerta

C’è chi frena e chi accelera, chi chiede semplificazione e chi teme il corto circuito della finanza sostenibile.
In Europa, la partita sulla rendicontazione Esg si sta giocando su un campo scivoloso, dove il rischio è quello di perdere l’equilibrio tra competitività e trasparenza.
Da una parte la Commissione Europea, che il 26 febbraio ha presentato il discusso Omnibus Package, dall’altra la Banca Centrale Europea, che con una dichiarazione ufficiale lancia un monito: “semplificare non deve significare arretrare”.

Il pacchetto “Omnibus”: semplificare per sopravvivere?

Secondo la Commissione Europea, la crisi economica e la pressione sulle PMI impongono una semplificazione urgente degli obblighi di rendicontazione. Il pacchetto Omnibus va proprio in questa direzione: posticipa di due anni l’applicazione della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e della CSDDD (supply chain due diligence) per molte categorie di imprese e esonera circa l’80% delle aziende dagli obblighi di reporting. Inoltre, introduce modelli più snelli, con un massimo di 20 obblighi informativi.

La BCE teme che così si rischi di minacciare la stabilità finanziaria

Non si è fatta attendere la risposta della BCE. In una dichiarazione netta, l’istituzione guidata da Christine Lagarde lancia un chiaro avvertimento: indebolire la CSRD significa esporre l’architettura finanziaria europea a nuovi rischi sistemici.

Per Francoforte, la sostenibilità non è solo una questione di trasparenza, ma anche di gestione del rischio finanziario.

La Banca centrale chiede di mantenere obbligatori gli standard semplificati per le medie-grandi imprese, di non alzare le soglie per le aziende di Paesi terzi, per evitare zone d’ombra informative, e di garantire una copertura chiara della catena del valore, soprattutto per banche e grandi aziende.

Inoltre, la BCE difende l’importanza dei moduli ESRS, in particolare quelli su clima (E1) e biodiversità (E4), ritenuti essenziali per la vigilanza prudenziale.

Competitività vs. responsabilità: la sfida è aperta

La Commissione parla di un approccio “più semplice, paziente e realistico”, in un contesto geopolitico fragile.

La BCE risponde con pragmatismo: la rendicontazione ESG è parte integrante del Green Deal e va attuata con coerenza. Ridurla oggi, avverte, potrebbe significare aumentare i rischi domani.

Nel frattempo, la realtà mostra una transizione tutt’altro che fluida. Secondo i dati Future Respect, l’88,6% delle PMI non ha mai redatto un bilancio di sostenibilità e il 94% non intende farlo a breve.

La sostenibilità resta, per molti, una parola da marketing più che da governance.

Siamo forse davvero nella situazione in cui semplificare rischia di diventare sinonimo di rinunciare? Oppure il pacchetto Omnibus rappresenta l’unico modo realistico per portare anche le PMI nel perimetro della sostenibilità, senza affondarle sotto il peso normativo?

Una cosa è certa: senza un bilanciamento tra le esigenze del mercato e la responsabilità sociale e ambientale, la transizione verde rischia di trasformarsi in un esercizio di greenwashing di massa.
E a pagarne il prezzo, alla lunga, saranno tutti.

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