Sicily By Car. Una flotta da 20mila vetture per l’Europa

PORTARE la Sicilia nel mondo. E’ questo l’obiettivo di Tommaso Dragotto, imprenditore e siciliano. Sin da piccolo, racconta, aveva intuito...

Mag 5, 2025 - 06:14
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Sicily By Car. Una flotta da 20mila vetture per l’Europa

PORTARE la Sicilia nel mondo. E’ questo l’obiettivo di Tommaso Dragotto, imprenditore e siciliano. Sin da piccolo, racconta, aveva intuito che le auto in affitto potevano dare ottimi profitti e così, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e i primi lavoretti, ha preso la sua prima auto e ha iniziato ad affittarla. Ora le auto che affitta sono migliaia, 15 mila in Italia, e 4 mila in Europa, con l’obiettivo di ingrandire sempre di più il business e le città servite. Per lui i sogni devono diventare progetti, ma da uomo del Novecento, dice "non ho mai smesso di sognare". Classe 1938, Tommaso Dragotto, con la sua Sicily by car è leader mondiale di un settore, quello del renting car, che negli ultimi anni è esploso in tutto il mondo, ma anche punto di riferimento per il mondo della solidarietà e della cultura. Per questo ha creato la Fondazione Tommaso Dragotto, che si è data come obiettivo la promozione e la valorizzazione della Sicilia, attraverso attività culturali ed artistiche che hanno come scopo iniziative di utilità sociale, ma non solo. Sede della Fondazione è la settecentesca Villa del Gattopardo, antica dimora situata nella Piana dei Colli di Palermo, appartenuta alla nobile famiglia dei Principi di Lampedusa, il cui ultimo erede, Giuseppe Tomasi, è l’autore del libro "Il Gattopardo". La villa ora è di proprietà della famiglia Dragotto ed è tornata, dopo un restauro conservativo, all’antica bellezza.

Tommaso Dragotto partiamo dal c’era una volta…
"C’era una volta un ragazzino che sognava. Ecco, tutto quello che ho fatto nasce da una frase, chi non sogna, non ha futuro. Da ragazzo ritenevo di voler fare impresa. Spesso oggi quando incontro dei giovani chiedo loro cosa vogliono fare, ma pochi mi dicono che vogliono fare impresa. Io invece avevo fantasie. Ma erano sogni raggiungibili e pian piano ho lavorato per realizzarli. Mio padre era nella marina mercantile. Mia madre mi raccontava, io volevo diventare capitano di macchine".

Quando è cambiato tutto?
"Quando verso i 16 anni, noleggiavamo col gruppo di amici delle macchine per uscire nel fine settimana. Andavamo in città, in campagna, per divertirci, per stare assieme. In una macchina, allora, noi ci entravamo anche in sei o otto. Si mangiavano i panini. Pagavamo 3 mila lire al giorno per macchina. Macchine sfasciate. Dividevamo fra di noi. La cosa però a me piaceva molto e così nella mia testa facevo i conti della cameriera e pensavo che se avessi avuto un’auto e l’avessi noleggiata a 3 mila lire al giorno, potevo fare fino a 90 mila lire. In quegli anni erano soldi. Gli stipendi normali erano di circa 40, 45 mila euro al mese. Io avrei incassato di più noleggiando un’auto. Poi mi sono diplomato, in ritardo e mi sono imbarcato. Lì pagavano 80 mila lire. Ero nella Navigazione oceanica. Ma io ero nato per comandare".

Quindi, poi, quando ha iniziato con le auto?
"Dopo 14 mesi, mi ricordo che ero ad Amburgo. Da lì sono tornato nella mia Palermo e ho realizzato quel sogno che avevo sin da ragazzino. Ho iniziato con un’auto. La prima macchina, era una 1300 amaranto, targata Palermo 94582. E’ una macchina che abbiamo tutt’ora. Mia moglie me l’ha regalata per i 50 anni di vita aziendale".

Da lì è andato poi alla conquista della Sicilia, prima e dell’Italia poi?
"Ho aperto a Taormina, Catania, Siracusa. Dopo 10 anni, avevo 800 macchine. Poi i miei broker mi hanno detto, ‘apriamo in tutta Italia’. E così è stato. Abbiamo aperto, con grande coraggio, al nord. Con tutte le problematiche che ancora c’erano nel rapporto nord-sud. Ma io ho sempre avuto le idee chiare e così siamo arrivati nel pieno centro di Milano. Sono stato fortunato. Abbiamo anche fatto grandi sacrifici. In quegli anni dovevi affrontare una cultura totalmente diversa dalla tua. Io da siciliano ho sempre vissuto una Milano poco accogliente. E c’era pure la nebbia. Ma nonostante ciò, sono andato avanti e la mia idea iniziale si è concretizzata in un lavoro sempre più grande".

Oggi è alla conquista anche dell’Europa, come mai?
"Semplice, voglio portare la mia Sicilia ovunque. Alla fine, è questo che mi spinge, ancora, alla mia età, ho 87 anni, ad andare avanti. Il mio motto è proprio questo ‘dalla Sicilia, con amore verso il nord’. E oggi siamo in una ventina di città in Europa, negli aeroporti in Croazia, a Malta, a Ibiza, a Lisbona. Lo scopo della mia vita è questo. Oggi le auto sono 15mila in Italia e più di 4mila in Europa".

Quante persone lavorano oggi con lei?
"Sono oltre 600. Mentre il fatturato supera i 154 milioni di euro, ma puntiamo il prossimo anno ad arrivare a 200 milioni di euro".

Lei è stato pioniere di questo settore, cosa pensa oggi dell’elettrico?
"Sono stato fra i primi a dotare l’azienda di auto elettriche. Ne ho comprate subito 200, quando ancora nessuno parlava di elettrico e di green. Solo che ancora non c’erano le colonnine nelle città. Così abbiamo dotato la Sicilia di colonnine di ricarica. Tutti ne parlano, ma se la rete di ricarica non si implementa l’elettrico a ricarica difficilmente può diffondersi. Oggi gran parte delle nostre auto sono elettriche e a basso impatto ambientale".

Ha un passato da sportivo, è vero che ancora nuota un’ora al giorno?
"Verissimo. Nuoto la mattina. Alle 7 sono in piscina. Un’ora di nuoto. Amo la vita, amo divertirmi. Parlare di tutto, di politica, di moda. Quando si ama la vita e il lavoro che si fa, non si invecchia mai. Perché il lavoro è inventare".

Cosa fa invece la Fondazione Dragotto?
"Si occupa di progetti per il territorio, soprattutto di valorizzazione storico culturale, artistica e progetti sociali. Io non mi fermo mai e una cosa che ho imparato negli anni è che fare del bene, fa bene. Ora abbiamo un grande obiettivo, raccogliere fondi per il poliambulatorio ospedaliero dedicato alle malattie rare pediatriche. Il 20 giugno 2025 allo stadio Renzo Barbera di Palermo andrà in scena lo show “Gigi and friends“. Il ricavato di questo grande concerto, al netto delle spese di produzione, sarà devoluto a migliorare l’accesso alle cure di malattie rare per i bambini della regione".