Gea, strategie al servizio delle aziende per l’utilizzo dell’IA

"QUANDO PARLIAMO con il vertice aziendale siamo soliti partire dalla strategia e dalle sfide da affrontare, mai dalle nuove tecnologie...

Mag 5, 2025 - 06:14
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Gea, strategie al servizio delle aziende per l’utilizzo dell’IA

"QUANDO PARLIAMO con il vertice aziendale siamo soliti partire dalla strategia e dalle sfide da affrontare, mai dalle nuove tecnologie digitali abilitanti, ancorché affascinanti. Riteniamo che l’intelligenza artificiale possa rappresentare un vettore trasformativo fondamentale per l’impresa ma il processo di adozione richiede una grande cautela e ponderazione, perché sottende implicazioni organizzative e sociali che solo attraverso sperimentazioni su scala ridotta possono essere comprese nella loro interezza".

Tito Zavanella (nella foto sotto), senior partner e presidente di Gea - boutique di consulenza direzionale fondata nel 1965 a Milano – indica come le aziende italiane dovrebbero porsi rispetto a questo nuovo paradigma tecnologico guidato dalla IA generativa. Gea – che proprio quest’anno celebra 60 anni di attività, ha realizzato nel 2024 ricavi per circa 7 milioni con l’obiettivo di raggiungere nell’arco del prossimo quinquennio quota 10 milioni – conferma il proprio posizionamento di partner fiduciario in grado di accompagnare i propri clienti, dalla elaborazione o revisione di una strategia fino alla sua esecuzione, combinando visione strategica con un approccio operativo, semplice e pragmatico. Gea è un gruppo professionale unito dalla condivisione di principi e valori fondamentali che ispirano la relazione con i clienti e i meccanismi organizzativi interni, caratterizzato da un alto livello di seniority ed esperienza, perché solo l’esperienza sul campo e un giudizio maturo permettono di arrivare tempestivamente a una soluzione efficace e vincente. Il tutto senza sostituirsi al management, ritenendo che il ruolo del consulente sia di affiancamento e di agente di cambiamento, senza prevaricazioni.

"Non sono le buone idee a fare la differenza in un progetto di consulenza ,bensì la capacità di tradurle in azioni e risultati tangibili, comprendendo il contesto organizzativo e culturale dell’impresa, per mitigare eventuali fattori che ne potrebbero limitare l’efficacia", commenta Zavanella. Pur nella consapevolezza di non poter competere ad armi pari con grandi gruppi internazionali della consulenza, la società – che ha da sempre sede a Milano – è riuscita ad accreditarsi negli anni come un partner affidabile, in grado di accompagnare aziende italiane nel loro processo di sviluppo internazionale piuttosto che assistere grandi gruppi internazionali in diversi paesi esteri, in Europa, America ed in Asia.

Gea ha affiancato nelle decadi più di 1000 aziende dei più svariati settori ed ambiti merceologici del nostro made in Italy, come Barilla, Indesit, Luxottica o San Carlo e, spiega Zavanella, "sta affrontando questa delicata fase di contesto mettendo a fattore comune due anime: quella più tradizionale di Gea, sintesi di anni di lavoro passati a fianco del vertice aziendale e di una esposizione prolungata ai meccanismi interni di funzionamento di un’impresa, ingredienti fondamentali per poter fare accadere le cose; con una più recente, esposta al nuovo ecosistema digitale che si sta formando, incline a verificare e comprendere le reali potenzialità offerte dalle nuove tecnologie digitali abilitanti, nonché le implicazioni collegate alla loro adozione in azienda. Ed è l’integrazione tra queste due anime che ci contraddistingue, con la premessa che l’IA va affrontata con grande ponderazione e sperimentazioni circoscritte, per comprenderne la portata reale dei benefici e le ricadute".

Ad approcciare il nuovo in Gea è Andrea Teja (nella foto sopra), che ha iniziato la propria carriera come ufficiale della Marina Militare italiana per poi specializzarsi in innovazione digitale, prima frequentando un MBA in Svizzera, quindi approdando in McKinsey digital ed infine in Synlab, dove ha ricoperto il ruolo di direttore della trasformazione digitale per circa tre anni. Dal 2023 guida in GEA la practice digitale. "Noi parliamo in primis con i ceo – spiega Teja – partiamo dalla strategia e non dalla tecnologia. Prima dobbiamo capire dove l’azienda vuole andare e poi, solo dopo, cerchiamo la strada migliore per raggiungere quei risultati. Del resto, stiamo affrontando la sesta rivoluzione industriale e non occorre solo guardare alle trasformazioni tecniche ma al modello di business. Noi vogliamo andare oltre la consulenza, vogliamo essere, e siamo, al fianco delle aziende perché vogliamo mettere a terra l’innovazione. Un aspetto importante da non sottovalutare è che abbiamo attualmente diverse aziende italiane ancora ferme alla prima digitalizzazione, che con il radicarsi dell’intelligenza artificiale, rischiano nell’arco di pochi anni di rimanere indietro e di perdere competitività, se non in grado di reagire velocemente" prosegue Teja. Del resto, l’intelligenza artificiale sta riscrivendo l’ecosistema digitale precedente. "Perché si tratta – spiega Zavanella – di una tecnologia che non solo è in grado di rendere l’interazione uomo-macchina qualcosa di tanto semplice ed intuitivo, ma anche di rendere possibili upgrade di processi aziendali fino a pochi anni fa impensabili, in tempi e con costi marcatamente più bassi rispetto al passato".

Nell’avviare questa iniziativa Gea ha dovuto fare leva su giovani talenti, valorizzandoli e coinvolgendoli non solo su attività operative. "Attualmente possiamo contare su un team di otto professionisti, sebbene il numero sia destinato ad aumentare nei prossimi mesi" conclude Teja. "Anche il nostro modo di interpretare la professione dovrà naturalmente evolvere guardano al prossimo futuro – conclude Zavanella – perché se è vero che questa nuove tecnologie digitali andranno a ridefinire gli ambiti di interazione tra uomo e macchina, saranno sempre più richiesti profili e giovani che provengono da indirizzi di studio umanistici".