Sempre meno e sempre più anziani. I numeri del crollo demografico
Diminuisce ancora, tra la città e la provincia, la popolazione stando agli ultimi dati del censimento 2023. I giovani under 14 nel territorio sono quasi un quarto degli over 65. Ripercussioni per welfare e servizi.

Sempre meno nati. Sia ad Arezzo che in provincia e così la popolazione diminuisce. E invecchia anche. Il quadro sulla situazione lo affresca l’Istat pubblicando i dati, comune per comune, dopo il censimento del 2023.
In un anno la popolazione è diminuita di 205 persone ad Arezzo e di 708 in provincia. Ormai la città è lontana dai 100mila abitanti mentre la provincia si attesta sui 333mila abitanti. I numeri parlano e sono inequivocabili. Una sentenza che per certi aspetti è quasi una condanna per un territorio che, sì, continua ad attirare nuovi cittadini ma non riesce a uscire dall’inverno demografico. Certo, si tratta di una condizione che accomuna tutto il paese, e se vogliamo allargare lo sguardo tutti quelli detti “sviluppati“, ma ogni territorio può mettere in campo misure per frenare o meno questo trend. Welfare per incentivare la natalità e politiche attive per attrarre giovani.
Sul primo versante le cose non vanno benissimo: il saldo naturale, che esprime la differenza tra nuovi nati e decessi, è in rosso, -575 in città e - 2202 in provincia. Sul versante della mobilità le cose non vanno così male: la bilancia di chi arriva e chi se ne va pende positivamente. Il saldo migratorio in città si attesta su un +471 e su un +1441 in provincia. C’è però da dire che un dato del genere non tiene di conto tutti giovani aretini che rimangono residenti nel nostro territorio può lavorando ormai o studiando in un’altra città.
Un’emorragia non da poco conto. Specie se si considera una delle regole della demografia: se la popolazione diminuisce, invecchia anche. E infatti i giovani, gli under 14, sono 23mila, mentre gli anziani 81mila. Quasi il quadruplo. E che significa? Problemi socioeconomici perchè una popolazione anziana richiede servizi, sanitari e sociali che implicano una cosa sola: soldi, soldi e soldi. Cioè un grande sforzo per il territorio.
E ritornando ai movimenti fuori e dentro i confini, della provincia ma anche nazionali, c’è da considerare che la percentuale di stranieri ad Arezzo supera il 10%, superiore a 5 province della regione con il picco che si registra a San Giovanni Valdarno dove la quota sfiora il 13%, mentre in città siamo vicini al 12%.