Segnali contrastanti da Trump, Wall Street torna debole
La Borsa di New York è vista aprire sotto la parità, tra continue dichiarazioni di Trump e della sua amministrazione che contraddicono quanto affermato precedentemente.

Dopo due sedute di forti rialzi, Wall Street potrebbe aprire intorno la paritàsulla scia dei segnali contrastanti che continuano ad arrivare dall’amministrazione degli Stati Uniti sul tema dei dazi.
I future sul Nasdaq e quelli sullo S&P500 cedono lo 0,10% quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni, mentre i contratti sul Dow Jones scendono di mezzo punto percentuale.
Il dollaro USA perde lo 0,50% nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD sale a 1,1383, mentre l’oro torna a brillare (+1,30%) e sale a 3.350 dollari l’oncia (future). In calo il Bitcoin, a 91 mila dollari.
Salgono i prezzi del petrolio: Brent a 66,80 dollari e greggio WTI a 63,20 dollari al barile.
Oggi erano attesi di dati sulle richieste iniziali di disoccupazione della settimana terminata il 19 aprile, risultati in crescita di 222 mila (in linea con le previsioni) rispetto alle 216 mila precedenti.
Se ieri Donald Trump si era mostrato ottimista sulla guerra commerciale con la Cina, oggi il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, aveva espresso dubbi su una risoluzione tempestiva dello scontro a colpi di tariffe con il Paese asiatico, mentre Pechino smentiva qualunque trattativa tra le due parti. Lo stesso Bessent ha aggiunto che gli USA non intendono ridurre unilateralmente i dazi sulle merci cinesi, prevedendo che un accordo commerciale completo potrebbe richiedere dai due ai tre anni.
I movimenti di mercato evidenziano come gli investitori stiano faticando a tenere il passo con le dichiarazioni dei funzionari dell'amministrazione e con i frequenti tira e molla di Trump.
"Dagli USA si vedono solo dichiarazioni contrastanti e rumori di fondo, dove la narrazione generale è confusa", spiega Peter Kinsella, responsabile della strategia valutaria di Union Bancaire Privee Ubp SA a Londra.
La Cina, a sua volta, ha affermato giovedì che gli Stati Uniti dovrebbero revocare tutti i dazi unilaterali e che Washington deve dimostrare sincerità se vuole avviare negoziati commerciali.
“Quindi”, Kinsella sospetta “che, nonostante le parole rassicuranti che stiamo ascoltando dall’amministrazione Trump, in assenza di una chiara comprensione di ciò che gli USA vogliono realmente, sia difficile immaginare come si possa giungere a una conclusione costruttiva".
Gli investitori “dovrebbero valutare l'aggiunta di asset cinesi, indiani ed europei per riequilibrare i propri portafogli, poiché il valore del mercato azionario statunitense ha raggiunto il suo picco e sono probabili ulteriori correzioni su azioni, titoli del Tesoro e dollaro”, secondo il responsabile globale della strategia azionaria di Jefferies Financial Group.
La visione ribassista sugli asset statunitensi rispecchia il pessimismo che si sta diffondendo sui mercati mondiali, secondo cui l'era dell'eccezionalismo americano sta svanendo con la caotica introduzione dei dazi da parte di Trump.
"Sfrutterei qualsiasi rialzo per dire a chiunque sia eccessivamente concentrato sul mercato statunitense di assicurarsi di diversificare e di avere un'esposizione globale", consiglia Brent Schutte, CIO di Northwestern Mutual Wealth Management.
Continua intanto la stagione degli utili a Wall Street e stasera sono attesi i risultati di Alphabet, la casa madre di Google, in agenda dopo la chiusura del mercato.
Sebbene in molti non prevedano ancora che i risultati dell'azienda siano influenzati dalla guerra commerciale di Trump, l’attenzione si concentrerà su eventuali segnali di allarme su come i dazi potrebbero colpire l'azienda nel prossimo futuro.
Sempre oggi dopo la chiusura delle contrattazioni, sarà il turno anche della trimestrale di Intel, la prima sotto la guida del suo nuovo Ceo Lip-Bu Tan.
PepsiCo (-2%): prevede utili core per azione per l'anno fiscale 2025 in calo del 3%, rispetto alla precedente previsione di un aumento a una sola cifra.
International Business Machines (-6%): 15 dei suoi contratti governativi sono stati accantonati nell'ambito di un'azione di riduzione dei costi da parte dell'amministrazione Trump, una battuta d'arresto che ha oscurato le sue ottimistiche previsioni sui ricavi.
Unilever (-0,10%): crescita delle vendite sottostanti pari al 3% per il trimestre conclusosi il 31 marzo, superando le aspettative degli analisti di un aumento del 2,8% e confermando le sue prospettive per il 2025.
Chipotle (-3%): prevede una crescita annuale delle vendite comparabili a una sola cifra, rispetto alla precedente previsione di un aumento a una cifra medio-bassa, mentre il margine operativo dei ristoranti è sceso al 26,2% nel primo trimestre, rispetto al 27,5% di un anno fa.
Edwards Lifesciences (+4%): previsioni di vendita per il 2025 aumentate ad un intervallo compreso tra 5,7 e 6,1 miliardi di dollari, dai precedenti 5,6 e 6 miliardi.
Cantor Equity Partners (+23%): si fonderà con Twenty One Capital per un'operazione di criptovaluta da 3,6 miliardi di dollari, scommettendo che l'interesse per il Bitcoin si espanderà sotto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
UPS (-0,20%): acquisterà la canadese Andlauer Healthcare Group per 1,6 miliardi di dollari, incrementando la propria attività di logistica sanitaria.
Microsoft
Goldman Sachs: buy e prezzo obiettivo tagliato a 450 dollari rispetto ai precedenti 500 dollari.
Tesla
Stifel Nicolaus: buy e target price ridotto da 455 a 450 dollari.
Nvidia
Bernstein: buy e prezzo obiettivo confermato a 185 dollari.
Boeing
Goldman Sachs: buy e target price ridotto da 213 a 212 dollari.
RBC: buy e prezzo obiettivo sempre a 200 dollari.
IBM
Morgan Stanley: neutral e target price diminuito da 237 a 233 dollari.