Kering scenderà ancora. E’ troppo presto per comprare
Deludono i risultati del primo trimestre, soprattutto quelli della controllata Gucci. Il nuovo direttore artistico Demna si insedierà a luglio e le prime creazioni arriveranno in autunno. Per quanto le quotazioni siano crollate negli ultimi tre anni e mezzo, il titolo non è così conveniente invitare all’investimento diretto.

Gli investitori non hanno il tempo per aspettare le prossime creazioni del nuovo direttore artistico di Gucci, Demna Gvasalia. Di fronte all’ennesima delusione dei conti del gruppo fiorentino reagiscono aprendo il rubinetto delle vendite sulle azioni della controllante Kering, che stamattina segna un ribasso del 5% alla Borsa di Parigi a 165 euro.
Lo stilista georgiano, meglio conosciuto nel mondo della moda con il solo nome di battesimo Demna, prenderà il timone di Gucci all'inizio di luglio e le sue prime creazioni, se tutto andrà bene, saranno in vetrina in autunno. Ma da qui ad allora i conti di Gucci e della controllante Kering potrebbero continuare a peggiorare.
E’ questo quanto hanno ricavato analisti e gestori dalla call di mercoledì sera con il management di Kering, che ha illustrato l’ennesimo set di risultati deludenti. Il primo trimestre 2025 si è chiuso con un calo del ricavi del 14% (anno su anno) a 3,9 miliardi di euro, rispetto a una media delle previsioni degli analisti di 4,01 miliardi.
Gucci, che da sola realizza circa la metà dei ricavi di Kering e i due terzi dell’utile, ha accusato un calo dei ricavi del 25% a 1,57 miliardi di euro, contro attese di 1,63 miliardi.
La debacle peggiore è in Asia, dove il gruppo Kering ha accusato un calo dei ricavi del 25% sul primo trimestre del 2024. In Europa e in Nord America la flessione è stata del 13%, in Giappone dell’11%.
Il presidente e amministratore delegato di Kering, François-Henri Pinault, ha dichiarato che l'azienda ha affrontato un “inizio d'anno difficile” e ha sottolineato le ulteriori sfide che attendono il settore del lusso, che si trova in difficoltà. Per fronteggiare una domanda volatile nei mercati chiave, in particolare in Asia, il gruppo continua a puntare sulla razionalizzazione della rete e su una distribuzione più selettiva per sostenere il posizionamento dei propri marchi.
Durante la conference call, la Cfo Armelle Poulou ha sottolineato che il gruppo si attende un calo a doppia cifra anche per il secondo trimestre dell’anno ma con un risultato migliore del primo trimestre. La seconda metà del 2025, poi, dovrebbe essere migliore dei primi sei mesi. Al momento, però, ha precisato la Cfo, c’è poca visibilità sullo sviluppo futuro della domanda cinese.
Le difficoltà di Kering hanno radici nella generale flessione del mercato del lusso negli ultimi anni, dovuta all'aumento dell'inflazione e all'indebolimento delle condizioni economiche. A fine 2024 alcune aziende del settore hanno dato segnali di miglioramento, tuttavia gli analisti oggi avvertono che il rallentamento macroeconomico indotto dai dazi Usa, e soprattutto i sobbalzi delle Borse, rischiano di frenare la domanda del lusso.
In Borsa Kering oggi accusa un ribasso del 28% dall’inizio dell’anno e vale la metà di 12 mesi fa. A 165 euro, l’azione è scesa a un livello che non toccava dal 2016. Dal massimo dell’agosto 2021 a oggi il titolo ha perso il 79%, con la market cap passata da 98 miliardi di euro agli attuali 20 miliardi.
Legittima la domanda se non sia ora di comprare, visto che non tutto va male nel gruppo. Nel primo trimestre 2025 il marchio Bottega Veneta ha segnato ricavi in crescita del 4% a 405 milioni. Saint Laurent ha registrato ricavi in calo del 9% a 679 milioni.
Le vendite delle altre Maison si attestano a 733 milioni in calo dell’11%. Nel dettaglio, Balenciaga ha registrato solide performance nella categoria della pelletteria; le vendite di McQueen hanno registrato un calo; Brioni ha confermato la sua traiettoria di crescita. Nella gioielleria Boucheron ha registrato un buon trimestre, Pomellato ha realizzato un trimestre eccellente, Qeelin ha archiviato un trimestre di crescita eccezionale.
Dati che non convincono Goldman Sachs e JP Morgan: entrambe stamattina hanno confermato la raccomandazione Sell e hanno abbassato i target price: la prima a 168 euro, la seconda a 150 euro.
Quota 150 euro offre un importante supporto dal punto di vista grafico. Per gli analisti tecnici il titolo da lì potrebbe rimbalzare. Ma per arrivarci deve perdere un altro 9%.
Intanto Kering, nonostante la caduta, non appare così straordinariamente conveniente: oggi capitalizza 20 miliardi (dai 99 miliardi del 2021), una cifra pari a 19 volte l’utile stimato dagli analisti per il 2025 (1,1 miliardi, invariato rispetto al 2024). Un multiplo P/E di 19 volte è ancora troppo vicino a quello della rivale Lvmh (20 volte), la quale, pur sofferente, non ha i guai di identità creativa di Kering.
Se il georgiano Demna azzeccherà il rilancio di Gucci, comprare oggi azioni Kering potrebbe essere un grande affare, ma il “se” è grande come una casa. Demna ha fatto molto bene a Balenciaga, di cui è direttore artistico da 10 anni. Nel lusso però, non sempre il gusto che ha guidato un marchio si sposa bene con l’anima di un’altra Maison. E soprattutto bisognerà capire quale sarà il segmento di consumatori emergente per i beni di lusso. Con gli americani sulle spine per le oscillazioni di Borsa, i cinesi in modalità prudente, basteranno i nuovi ricchi indiani a rilanciare le vendite?