Generali, Mediobanca vince in assemblea e conferma Donnet

L’opposizione al management attuale esce sconfitta dall’assemblea dei soci della Compagnia del Leone nonostante l’appoggio arrivato da UniCredit.

Apr 24, 2025 - 16:05
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Generali, Mediobanca vince in assemblea e conferma Donnet

Esce vittoriosa Mediobanca dall’assemblea dei soci che si è svolta questa mattina. La lista presentata da Piazzetta Cuccia ha infatti ottenuto la maggioranza dei voti dell’assise, il 52,383% del capitale presente (68,77%), mentre quella di minoranza sponsorizzata da Francesco Gaetano Caltagirone si è fermata al 36,8%. La terza, quella di Assogestioni, non raggiunge il quorum visto il 3,67% ottenuto. Astenuto il 7,06% del capitale.

Alla luce di questi risultati, Mediobanca si aggiudica 10 posti nel consiglio di amministrazione della Compagnia del Leone e Caltagirone avrà 3 rappresentanti nel board.

Dopo l’assemblea, intanto, a Piazza Affari il titolo Assicurazioni Generali accelera fino a guadagnare oltre l’1%, scambiato a 31,62 euro.

Restano dunque invariati gli equilibri del nuovo cda del Leone, con la presidenza confermata ad Andrea Sironi e il Ceo che sarà ancora Philippe Donnet. "Oggi voi azionisti vi siete espressi nettamente a favore di una visione di Generali, italiana, internazionale e indipendente", ha detto Donnet in chiusura dei lavori.

La vittoria odierna del Ceo uscente rappresenta un punto a favore anche dell'operazione di integrazione delle attività di asset management di Generali con quelle della francese Bpce, a cui il Ceo sta lavorando da qualche mese.

Proprio il deal con i francesi era stato al centro dello scontro tra la coppia Caltagirone/Delfin e il management uscente, con l’opposizione preoccupata che i risparmi italiani potessero finire in mani francesi.

Su questo tema, Donnet ha cercato di rassicurare gli azionisti affermando che la nuova entità, che metterà insieme Generali Investments Holding (Gih) e Natixis Investment Managers, avrà una governance paritetica. "Non saremo in mani francesi", ha assicurato il Ceo, aggiungendo che "non c'è nessuna perdita di sovranità nel processo decisionale degli investimenti".

"Il mercato si è espresso molto chiaramente e direi anche con grande unanimità. Io ho sempre detto che questo non era un referendum per Natixis. Se lo fosse stato sarebbe stato vinto, ma ho sempre detto che questo era il voto per la scelta di una visione per il futuro delle generali o come public company indipendente, italiana, internazionale o per una generale controllata da un paio di soci", aggiungeva il francese.

In base alle prime ricostruzioni Mediobanca ha goduto soprattutto dell'appoggio degli investitori istituzionali in aggiunta al suo 13%. Caltagirone invece ha sommato al suo 7% il quasi 10% di Delfin e il 2% di Crt. Il gruppo Benetton, che tre anni fa aveva appoggiato il tentativo di Caltagirone di sostituire Donnet con un proprio candidato alla carica di Ceo, si è astenuto.

A nulla è servito l’appoggio dato anche da UniCredit alla lista di Caltagirone, con Piazza Gae Aulenti che ha apportato il 6,51% del capitale della Compagnia, quota superiore rispetto all’ultimo aggiornamento (5,3%).

La decisione di schierarsi con l’imprenditore romano era emersa nelle ultime ore da alcune indiscrezioni di stampa e, secondo molti, sarebbe stata presa per cercare di ricucire con il Governo dopo i paletti imposti dall’esecutivo all’offerta di scambio su Banco Bpm.

La partecipazione della banca milanese era stata costruita negli ultimi mesi proprio per rafforzare la sua posizione mentre il settore bancario italiano si trova nel mezzo di processi di consolidamento.