San Siro, Inter e Milan pagano le bonifiche ma non basta: ricorso al Tar e burocrazia

Si farà mai il nuovo San Siro? I dubbi permangono mentre il Comitato Sì Meazza fa ricorso al Tar: Sala intanto non offre tempistiche e certezze per Inter e Milan

Mag 7, 2025 - 07:22
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San Siro, Inter e Milan pagano le bonifiche ma non basta: ricorso al Tar e burocrazia

L’Italia lotta per ottenere successi in campo, come sta ben dimostrando l’Inter di Simone Inzaghi, finalista della Champions League 2024-25. Al tempo stesso, però, all’esterno si porta avanti un gioco malsano, che incastra il nostro Paese, non soltanto sotto l’aspetto sportivo, in un ciclo burocratico infinito.

Si riassume così la vicenda del nuovo San Siro, che continua a vedere aggiunti capitoli. Aprile è stato un mese molto importante, sotto questo aspetto, confermando come l’unica offerta sia quella di Inter e Milan. È dunque tutto concluso? Non proprio. Maggio, infatti, sarà il mese delle trattative.

Le bonifiche di San Siro

Le parole del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, lasciano ben sperare ma non è ancora stata detta l’ultima parola per il futuro di San Siro. A margine della presentazione di Piano City Milano, il primo cittadino è tornare a parlare dello stadio, che rappresenta per lui un tema caro e personale.

Il bando comunale è stato chiuso e per la vendita dello stadio e delle aree circostanti non ci sono altre offerte, se non quella presentata da Inter e Milan: “Come previsto, proseguiremo con le squadre nelle interlocuzioni tecniche e anche economico-finanziarie”.

Non esattamente ciò che i tifosi volevano sentirsi dire. Di fatto, non quello che la Uefa voleva leggere. Le parole di Ceferin sono chiarissime in merito. Si è infatti espresso poco prima di Inter-Barcellona, valida per l’accesso alla finale di Champions League: “San Siro è meraviglioso ma è vecchio. Ha bisogno di grossi miglioramenti. L’Italia non ha infrastrutture all’altezza. Per quanto ne so, tutti lo comprendono e mi aspetto dei miglioramenti”. Da anni si parla senza agire, ha sottolineato il presidente dell’Uefa, evidenziando come tutti i Paesi stiano progredendo ma un membro storico del movimento calcistico europeo è invece bloccato negli uffici comunali. I successi sul campo, come quello storico di martedì 6 maggio, non bastano.

Goal vittoria di Frattesi in Inter-Barcellona
Fonte: ANSA
L’Inter porta in alto la serie A, mentre in Italia la burocrazia blocca il nuovo San Siro

“Abbiamo delle questioni da sistemare”, ha spiegato Sala. “La principale è relativa alle bonifiche. È già chiaro con le squadre che, se procederanno con una ristrutturazione di San Siro, saranno loro a pagarle”.

Nuovo Meazza: le parole di Sala

Con grande serenità, come se non si fosse già atteso abbastanza, Sala si è così espresso: “Sulle bonifiche, come di consuetudine quando si vende e non si sono fatti carotaggi sufficienti, bisogna capire”.

Una frase che mira a prendere tempo, in attesa di un confronto con i club, che si spera non generi nuove problematiche. Il sindaco non crede ci saranno problemi ma, di fatto, non ha la certezza di come proseguiranno i confronti. Come dare dunque torto a Ceferin, quando ci ritroviamo in condizioni del genere. L’Inter giocherà la seconda finale di Champions League in tre anni ma, nonostante ciò, il sistema continua a farsi autogol, in Lombardia come in altre Regioni.

Poche le eccezioni virtuose, mentre Milano, Napoli e Roma rappresentano l’amara normalità di questo Paese. Promesse, progetti e ostacoli, in un ciclo senza sosta.

In attesa di capire se realmente le società siano disposte ad accollarsi il peso economico delle bonifiche dell’area di San Siro, occorre comprendere l’entità dell’intervento: “Non si tratta di un’area che è stata oggetto di attività industriali inquinanti. Dipenderà tutto dal progetto e da quanta terra dovrà essere spostata. Bisogna verificare. Non so se il costo per la demolizione sia stato quantificato. È un problema loro e non ne ho idea. Su questo siamo stati chiari con le squadre. Sarà a carico loro”.

Comitato Sì Meazza, la protesta

Mentre i tifosi sognano, per quanto pronti a essere delusi ancora una volta, altrove si raccolgono firme. Il Comitato Sì Meazza ha presentato un esposto alla Corte dei Conti. Ci si schiera apertamente contro la demolizione di San Siro, riportando a galla il vincolo sul secondo anello. È già in vigore e, dunque, quella parte dell’impianto non può essere abbattuta.

Sala prosegue per la sua strada, certo del fatto che siano stati valutati tutti gli aspetti legali della vicenda stadio: “Il Comitato Sì Meazza sta provando ogni formula per bloccare il progetto. No siamo sicuri di ciò che facciamo”.

Come se non bastassero i conflitti interni, poi, c’è da rispondere anche al regista inglese Ken Loach. In una lettera ha definito “sconvolgente” l’ipotesi di demolire San Siro: “Ognuno può avere la propria opinione. Si deve però ragionare in ottica di alternative. Milan e Inter vogliono uno stadio nuovo. Ken Loach non vive a Milano e non sa cosa vorrebbe dire andare allo stadio a San Donato. Un’ipotesi non gradita ai tifosi”.

San Siro: ricorso al Tar

Si ha purtroppo la netta sensazione che, così come a Napoli e Roma del resto, si sfrutti lo stadio come pedina politica. È così che la questione si complica e i tempi si allungano. Ed è proprio ciò che l’Italia non ha più, il tempo.

Ben 500 tra architetti, ingegneri e docenti hanno firmato l’appello per impedire l’abbattimento di San Siro. In questo clima, Claudio Trotta, tra i fondatori del Comitato Sì Meazza, si è scagliato contro il bando presentato dal Comune di Milano.

La procedura è stata contestata con un ricorso alla Corte dei Conti e nella giornata di ieri, 7 maggio, è stato presentato ricorso al Tar. Si mira a salvare un monumento, spiega, per la tutela delle prossime generazioni. L’amministrazione avrebbe posto al centro gli interessi delle attuali proprietà, a danno della città, sottolinea. La soluzione? Il totale stallo, in attesa di un bando internazionale per la solta ristrutturazione di San Siro, con assegnazione della futura gestione. In parole povere? Un nuovo stadio nel 2040, forse.