Questo è l’alimento che devi mangiare per andare in bagno più facilmente (e che in pochi conoscono)

Sembra uscito da un film di animazione, oppure dalla mente creativa di un designer in vena di tropicalismi. Il frutto del drago, o pitahaya per gli amici più esperti, è uno di quei casi in cui la natura si è divertita a giocare con le forme e i colori. Bucce rosa acceso, punte verdi come...

Mag 18, 2025 - 11:00
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Questo è l’alimento che devi mangiare per andare in bagno più facilmente (e che in pochi conoscono)

Sembra uscito da un film di animazione, oppure dalla mente creativa di un designer in vena di tropicalismi. Il frutto del drago, o pitahaya per gli amici più esperti, è uno di quei casi in cui la natura si è divertita a giocare con le forme e i colori. Bucce rosa acceso, punte verdi come viticci di una pianta immaginaria e una polpa chiazzata che ricorda biscotti e panna: difficile restare indifferenti davanti a una simile meraviglia. Bisogna dire che c’è molto di più oltre l’aspetto scenografico. Il primo assaggio ci riconsegna un misto tra pera e kiwi, con una dolcezza sottile e un tocco croccante che dà freschezza al palato. Non troppo zuccherino, non troppo acido, in perfetto equilibrio. Al di là del gusto, è la lista dei suoi benefici a renderlo interessante.

Un frutto tropicale che arriva da lontano

frutto del drago 2

Originario delle zone tropicali dell’America Centrale – Messico meridionale, Guatemala, Costa Rica, El Salvador – ed appartenente al genere Selenicereus, il frutto del drago cresce sui cactus rampicanti che si arrampicano su pali e reti, come fossero vite contorte e spinose. Oggi lo si coltiva anche in Asia, in Australia, nei Caraibi e in tante altre aree calde del mondo. Ed è diventato una presenza fissa nei mercati biologici, nei frullati dei bar salutisti e nelle ciotole instagrammabili degli influencer.
Esistono più varietà, e la più comune ha la buccia rosa e la polpa bianca, ma ci sono anche versioni con polpa rossa o viola, fino a quelle con buccia gialla, più rare e generalmente più dolci.

Pochissime calorie, un pieno di nutrienti

Una porzione da 100 grammi di frutto del drago contiene circa 57 chilocalorie, praticamente niente. Il contenuto è per lo più acqua — quasi l’87% — il che lo rende uno spuntino idratante e dissetante. Un frutto “leggero”, al cui interno si nasconde un concentrato di elementi preziosi.

In primo piano c’è la vitamina C, fondamentale per le difese immunitarie, affiancata da una buona dose di antiossidanti, tra cui carotenoidi, flavonoidi e selenio. Tutti alleati contro lo stress ossidativo e le infiammazioni croniche, quei nemici silenziosi che col tempo aprono la strada a patologie cardiovascolari, diabete e persino alcuni tumori.

Fa bene all’intestino. E non è solo un modo di dire

intestino in salute

Chi ha problemi di stitichezza, gonfiore o semplicemente cerca di mantenere la regolarità, troverà nella pitahaya un’alleata preziosa. Una sola tazza fornisce circa 7 grammi di fibre: un terzo del fabbisogno giornaliero. Fibre solubili e insolubili che agiscono su più fronti. Regolarizzano il transito intestinale, nutrono il microbiota — quell’universo microscopico che abita il nostro intestino — e contribuiscono alla salute metabolica.

E c’è di più: questo frutto è ricco di prebiotici naturali, quei composti che non digeriamo ma che servono da carburante per i batteri “buoni” del nostro intestino. Una flora intestinale equilibrata non significa solo digestione efficiente, vuol dire anche un sistema immunitario più forte, una pelle più sana, perfino un umore più stabile.

Magnesio, ferro e potassio: una riserva minerale da non sottovalutare

Nella pitahaya troviamo anche minerali essenziali come il magnesio – circa 14 mg per 100 g – che partecipa a oltre 300 reazioni biochimiche nel nostro organismo. Il ferro, utile per combattere la stanchezza e mantenere in equilibrio i livelli di emoglobina. E il potassio, fondamentale per la pressione arteriosa e per la trasmissione degli impulsi nervosi.
In pratica, un piccolo frutto che offre grandi risorse.

Anche il cuore ci guadagna

cuore in salute

Alcuni studi suggeriscono che la miscela di fibre, antiossidanti e acidi grassi contenuti nei semi del frutto possa contribuire a migliorare la salute cardiovascolare. Gli oli dei suoi semi — simili a quelli di altri cactus — contengono acidi grassi insaturi come il linoleico e l’oleico, noti per i loro effetti positivi sul colesterolo.
Non si tratta certo di una medicina, ma inserito in una dieta varia e bilanciata, il frutto del drago può dare una mano concreta al benessere generale.

Buono, bello e versatile

È buono da solo, tagliato a metà e mangiato al cucchiaio, ma funziona benissimo anche nei frullati, nelle insalate di frutta, nei sorbetti o persino in piatti salati a base di pesce o verdure grigliate. Alcuni lo congelano a pezzetti e lo usano per arricchire smoothie bowl colorate, con un effetto scenografico garantito.
Non a caso è diventato l’idolo di molti food blogger: è fotogenico, sano e si presta a mille interpretazioni.

Quando mangiarlo e come sceglierlo

Il momento migliore per gustare il frutto del drago è tra primavera ed estate. Lo si trova sempre più spesso nei supermercati ben forniti e nei negozi bio. Per scegliere un frutto maturo, bisogna affidarsi all’occhio e al tatto: deve avere una buccia brillante, senza macchie scure, e deve cedere leggermente alla pressione delle dita.
Una volta a casa, si conserva in frigo per qualche giorno. Se invece lo si vuole consumare più avanti, si può anche congelare la polpa già tagliata.

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