Questo cemento a base di argilla e ispirato ai Romani è fatto con le macerie riciclate della Grande Parigi

Con oltre 2,5 miliardi di tonnellate di CO₂ rilasciate ogni anno, l’industria del cemento rappresenta circa il 7% delle emissioni globali. È in questo contesto che si inserisce un nuovo impianto situato a Saint-Maximin, nel dipartimento francese dell’Oise, dove la società NeoCem ha avviato la produzione di un legante a basse emissioni di carbonio derivato...

Apr 24, 2025 - 19:07
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Questo cemento a base di argilla e ispirato ai Romani è fatto con le macerie riciclate della Grande Parigi

Con oltre 2,5 miliardi di tonnellate di CO₂ rilasciate ogni anno, l’industria del cemento rappresenta circa il 7% delle emissioni globali. È in questo contesto che si inserisce un nuovo impianto situato a Saint-Maximin, nel dipartimento francese dell’Oise, dove la società NeoCem ha avviato la produzione di un legante a basse emissioni di carbonio derivato dall’argilla di recupero.

La materia prima proviene dagli scavi del progetto Grand Paris Express, uno dei cantieri più vasti d’Europa. Un materiale considerato finora uno scarto, viene ora rivalutato attraverso un processo di flash-calcination, una tecnica già nota in epoca romana, oggi aggiornata con tecnologie ad alta efficienza. Il risultato è un prodotto destinato a sostituire in parte il cemento convenzionale, contribuendo alla riduzione dell’impatto ambientale dell’edilizia.

Dall’economia circolare una risposta concreta all’impatto del cemento tradizionale

Alla base del progetto c’è un principio semplice: non estrarre nuovo materiale, ma valorizzare ciò che è già stato scavato. L’iniziativa nasce dal gruppo Neo-Eco, attivo nel settore del recupero di rifiuti industriali. L’impianto di Saint-Maximin, primo nel suo genere in Francia, ha una capacità di produzione di 100.000 tonnellate all’anno, con un potenziale raddoppio fino a 200.000 tonnellate in tempi brevi.

A differenza delle tecniche tradizionali, questa soluzione non comporta l’apertura di nuove cave né ulteriori processi estrattivi. Tutto il materiale utilizzato proviene da terre di scavo già disponibili, trasformate in legante grazie a un trattamento termico rapido e controllato. Questo approccio consente una riduzione significativa delle emissioni, contribuendo a una gestione più sostenibile dei materiali da costruzione.

Cemento LC3: prestazioni tecniche elevate con minore impatto ambientale

Il legante ottenuto viene impiegato per la produzione di cementi LC3 (Limestone Calcined Clay Cement), una miscela che prevede la presenza di:

  • un terzo di clinker, il componente più impattante, in versione decarbonata;
  • un terzo di filler calcareo;
  • un terzo di argilla calcinata, derivata dal recupero.

Questa combinazione consente di mantenere le caratteristiche tecniche richieste dalle normative europee, riducendo allo stesso tempo le emissioni legate alla produzione del cemento. Il processo è brevettato e sviluppato per consumare meno energia rispetto ai metodi tradizionali, ed è il frutto di quattro anni di ricerca condotti insieme a istituzioni come l’ADEME (Agenzia francese per la transizione ecologica) e Mines-Télécom Nord-Europe.

Con una domanda annua di circa 18 milioni di tonnellate di cemento solo in Francia, l’utilizzo di leganti alternativi rappresenta una delle strategie più efficaci per ridurre l’impatto ambientale del settore edile, senza compromessi in termini di prestazioni. L’impianto di Saint-Maximin rappresenta un primo passo verso una nuova filiera produttiva decentralizzata, pensata per essere replicata in altri territori. L’obiettivo è installare nuovi impianti vicino ai siti di scavo e utilizzare risorse locali, riducendo i trasporti e stimolando l’economia circolare.

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Fonte: Ecocemglobal

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