Pizzini, silenzi e blandizie di Chery (Stm)
L'amministratore delegato di Stmicroelectronics, Jean-Marc Chery, conferma l'investimento da 5 miliardi a Catania: merito anche della fazione siciliana di Fratelli d'Italia? Chery, intanto, non commenta la class action negli Usa né le riserve del Mef sui suoi confronti, incolpando i giornali. Tutti i dettagli.

L’amministratore delegato di Stmicroelectronics, Jean-Marc Chery, conferma l’investimento da 5 miliardi a Catania: merito anche dei siciliani di Fratelli d’Italia? Chery, intanto, non commenta la class action negli Usa né le riserve del Mef sui suoi confronti, incolpando i giornali. E sul suo stipendio…Tutti i dettagli
L’amministratore delegato di Stmicroelectronics, Jean-Marc Chery, ha confermato l’investimento della società italo-francese di semiconduttori a Catania, sul quale erano circolati molti dubbi nelle scorse settimane: l’investimento ammonta a 5 miliardi di euro – di cui 2 miliardi di finanziamenti pubblici, che sembrava fossero saltati – e riguarda un nuovo impianto di componenti in carburo di silicio. Questi semiconduttori, noti in gergo come SiC, si utilizzano in particolare nei veicoli elettrici e di solito vengono preferiti alle altre tipologie per via della loro durata di vita più lunga, della maggiore efficienza energetica e dell’elevata resistenza al calore.
CHERY E COLOMBO CONFERMANO L’INVESTIMENTO A CATANIA
Al Sole 24 Ore Chery ha garantito che il progetto catanese “è parte del nostro piano strategico approvato e sarà realizzato secondo termini, clausole e condizioni concordate”.
Qualche giorno prima – e sempre allo stesso quotidiano – già il managing director per l’Italia di Stmicroelectronics, Lucio Colombo, aveva garantito che “i lavori procedono nei tempi stabiliti per quanto riguarda le tappe principali. Investimento e piano di sviluppo confermati come da programma annunciato il 31 maggio 2024”. “Il programma”, aveva aggiunto, “è molto complesso perché prevede la costruzione di diversi edifici che ospiteranno da qui al 2032 tutte le fasi della lavorazione”.
IL RUOLO DELLA POLITICA SICILIANA
Il sindaco di Catania Enrico Trantino, riunitosi di recente con il ministro delle Imprese Adolfo Urso proprio per discutere dello sviluppo tecnologico nell’area, aveva dichiarato che l’investimento di Stmicroelectronics “non è in discussione. Io sono tranquillo. I piani annunciati vanno avanti come da programma”.
Trantino è membro, come Urso, di Fratelli d’Italia: suo padre, Vincenzo Trantino, è stato peraltro un esponente storico del Movimento Sociale Italiano (Msi). Di Fratelli d’Italia, oltre che catanese, fa parte anche Nello Musumeci, ex-presidente della Regione siciliana e attualmente ministro della Protezione civile.
LA QUESTIONE OCCUPAZIONALE
A febbraio Stmicroelectronics aveva annunciato la cassa integrazione per gran parte dei lavoratori dello stabilimento di Catania: la misura verrà applicata per circa una settimana dal 15 marzo e per un’altra settimana dal 27 aprile. Il quotidiano Domani, inoltre, aveva scritto che la società stava valutando “l’accompagnamento alla pensione o l’avvio di un ampio piano di riqualificazione per la forza lavoro in eccesso”
A Sole 24 Ore Chery ha detto di non poter rilasciare commenti su questo tema, spiegando che “le possibili misure proposte” sulle uscite “includeranno formazione, programmi di sostegno per la fine della carriera e mobilità interna o esterna su base volontaria. A un certo punto potrebbe esserci una temporanea riduzione del personale. Ma nel giro di tre-sei anni aumenteremo nuovamente il nostro organico”.
LO SQUILIBRIO ITALIA-FRANCIA VISTO DA CHERY
Parlando con il Sole, Chery si è difeso dall’accusa – circolante all’interno del governo di Giorgia Meloni – che Stmicroelectronics favorisca la Francia rispetto all’Italia, nonostante la società sia controllata pariteticamente dal ministero dell’Economia italiano e dalla banca statale francese Bpifrance. Tra il 2019 e il 2023 gli investimenti in Italia sono ammontati a circa 3,2 miliardi di euro, mentre quelli in Francia a 4,9 miliardi.
L’amministratore delegato ha garantito però che tra il 2018 e il 2026 Stmicroelectronics investirà 12,7 miliardi di dollari in Italia e 13,5 miliardi in Francia, tra manifattura e ricerca: “un equilibrio quasi perfetto”. Lo squilibrio, a suo dire, sta piuttosto negli aiuti pubblici ricevuti: 1,1 miliardi di euro dal governo italiano contro i 3,8 miliardi dal governo francese.
L’INSODDISFAZIONE DEL MEF È TUTTA COLPA DEI GIORNALI
“Non penso affatto di dovermi difendere”, ha risposto Chery a proposito della presunta intenzione del ministero dell’Economia di sostituirlo con un nuovo amministratore delegato. Il governo italiano si era già opposto alla sua riconferma alla carica, avvenuta lo scorso maggio.
“Con tutto il rispetto per i media e per la loro indipendenza”, ha aggiunto, “non associo queste dichiarazioni a un processo formale […]. Quindi considero queste dichiarazioni semplicemente come speculazioni o rumors. Che mi rammaricano profondamente, ma nulla di più. Anche perché capisco che queste voci possano creare incertezza tra i nostri stakeholder: dipendenti, clienti e investitori. Per questo mi tocca dedicare parte del mio tempo a controllare i danni causati da queste speculazioni e questi rumors“.
Chery non ha commentato nemmeno la class action avviata negli Stati Uniti da un gruppo di investitori di Stmicroelectronics, che accusano la società di aver rilasciato delle dichiarazioni fuorvianti su propri risultati economici, nascondendo il peggioramento del mercato dei semiconduttori. Chery, inoltre, è stato accusato assieme al direttore finanziario Lorenzo Grandi di aver sfruttato il rigonfiamento artificiale dei risultati di Stmicroelectronics (e di conseguenza del titolo) per guadagnare dalla vendita di azioni.
CRESCE LO STIPENDIO, CROLLANO I RICAVI
Nel 2024 Chery ha percepito in tutto 9,4 milioni di dollari (29 per cento di parte fissa e 71 per cento di variabile). Si tratta di un compenso superiore a quello del 2023, di 7,3 milioni.
Nel 2024 i ricavi di Stmicroelectronics sono calati di oltre il 23 per cento rispetto all’anno prima. Nel primo trimestre del 2025 la società prevede di registrare entrate per 2,51 miliardi di dollari, un crollo di quasi il 28 per cento su base annua.