L’Europa è accerchiata

Gli 850 miliardi messi a budget vanno spesi, ma con debito comune, vanno spesi ma acquistando gli armamenti in Europa, vanno spesi ma costruendo nuove infrastrutture tecnologiche in Europa. L'intervento di Giuseppe Spadafora, vicepresidente di Unimpresa

Mar 13, 2025 - 11:41
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L’Europa è accerchiata

Gli 850 miliardi messi a budget vanno spesi, ma con debito comune, vanno spesi ma acquistando gli armamenti in Europa, vanno spesi ma costruendo nuove infrastrutture tecnologiche in Europa. L’intervento di Giuseppe Spadafora, vicepresidente di Unimpresa

 

Al netto delle considerazioni su Ursula von der Leyen e sulle sue posizioni espansionistico militari, per le quali si può essere più o meno d’accordo, un fatto è sicuro: l’Europa è accerchiata e ha bisogno di una prospettiva economica a lungo termine.

Negli ultimi 80 anni l’Europa, ovvero una buona parte di essa, è cresciuta economicamente, tanto da divenire la seconda economia mondiale, ma questo grazie a tre fattori essenziali. Energia a basso costo, garantita dalla Russia, catena di approvvigionamento e tecnologia a basso costo garantita dai Cinesi, sicurezza militare garantita dalla Nato e dagli Usa.

Ebbene, all’improvviso tutto questo non c’è più. Nel giro di un istante, ancorché prevedibile, L’Europa si è trovata costretta suo mal grado, a chiudere i rubinetti di gas e petrolio con la Russia, a discutere con i cinesi che ci fanno concorrenza sleale e a prendere atto che gli USA vogliono abbandonare la Nato. Se aggiungiamo i dazi che paventa Trump e la transizione ecologica che già da sola aveva bloccato la crescita industriale nel 2019, è facile comprendere i risultati economici nel breve e nel medio periodo. Rischiamo la catastrofe economica e sociale.

E questo ci porta ad analizzare la proposta di Ursula von der Leyen. L’Europa deve ritornare a crescere economicamente ma deve anche garantire un elevato standard di stato sociale. Questo passa dai tre fattori essenziali; sicurezza, energia e tecnologia. In tema di sicurezza è necessario un piano industriale europeo che agevoli le industrie europee e non quelle americane, in tema di energia dobbiamo renderci indipendenti attraverso lo sviluppo di comunità energetiche, non come quelle sul modello italiano piene di impedimenti burocratici, e in tema di tecnologia e catene di approvvigionamento è necessario creare nuove piattaforme industriali su tutta la catena tecnologica compresa quella delle telecomunicazioni.

Siamo 100 milioni in più degli americani, il doppio dei russi ma un terzo dei cinesi e siamo la seconda economia mondiale.

Gli 850 miliardi messi a budget vanno spesi, ma con debito comune, vanno spesi ma acquistando gli armamenti in Europa, vanno spesi ma costruendo nuove infrastrutture tecnologiche in Europa. Prendendo, a esempio, solo i 750 miliardi di dollari spesi da tutti gli Stati dell’UE nel 2024 per armamenti e che sono andati a finire in buona parte fuori dall’Europa, scopriremmo che se fossero stati spesi all’interno dell’Unione europea, il pil sarebbe cresciuto di oltre il 4%. In buona sostanza, in questo particolare momento storico, gli Stati europei sono ad un bivio esistenziale, esistere da protagonisti della storia o esistere da figuranti.