Firenze, 17 aprile 2025 – Fiorentino, volontario della Fratellanza Militare di Firenze da oltre 10 anni, oggi infermiere del 118 a Bologna: Dario Pettini, 34 anni, ha salvato la vita a un bambino di appena 18 mesi che stava soffocando per un pistacchio. È successo sabato a Carpi, nel Modenese, dove il piccolo, improvvisamente, ha smesso di respirare. Provvidenziale la telefonata della madre al 112.
E fondamentale il ruolo di Dario, in collegamento dalla centrale operativa dell’Emilia Est: grazie a una videochiamata, ha guidato la donna passo dopo passo, fino all’arrivo dei soccorsi.
“Abbiamo attivato il pre-ascolto e inviato un link via sms per la videochiamata – racconta –. Ho chiesto alla madre di posizionare il bimbo correttamente e colpirlo sulle scapole per disostruirlo. Il pistacchio non è uscito, ma si è spostato quel tanto da permettere al bambino di respirare fino all’arrivo dell’ambulanza”.
Dopo il trasporto all’ospedale di Carpi, il piccolo è stato trasferito in elisoccorso a Bologna, intubato e assistito con ventilazione meccanica. Ora è ricoverato al Sant’Orsola: è fuori pericolo e presto tornerà a casa.
Un intervento decisivo, reso possibile anche dalla formazione ricevuta alla Fratellanza Militare di Firenze: “Nel 2012 ho iniziato con il Servizio Civile e non sapevo nemmeno cosa fosse un’ambulanza – racconta Dario –. È stato il volontariato a farmi scoprire la mia strada. Mi piacerebbe che passasse questo messaggio: il volontariato è una risorsa e può diventare anche il modo per trovare la propria professione”. Poi Pettini conclude: "Le piccole manovre possono salvare la vita, i corsi di primo soccorso sono importantissimi. Tutti dovrebbero farli".
“Questa è molto più di una notizia – commenta Giovanni Ghini, presidente della Fratellanza Militare di Firenze con un pizzico di orgoglio – È la prova concreta di ciò che coltiviamo ogni giorno: persone che crescono nei nostri corsi, fanno esperienza e scoprono la passione per aiutare gli altri. Siamo fieri di Dario e di tutti i giovani che, come lui, scelgono di mettersi in gioco”. Un lieto fine che parte da Firenze e arriva lontano.