Pirelli, il cda ribadisce: i cinesi di Sinochem non controllano più la società
Il board del gruppo ha confermato le analisi condotte dal management, verificando così il venir meno del controllo sulla società da parte del socio cinese, mossa che potrebbe ridurre l’impatto dei dazi decisi negli Stati Uniti.

Pirelli non è più controllata dai cinesi. Questo è il senso del comunicato diffuso ieri sera dal gruppo produttore di pneumatici, mossa che potrebbe rendere più facile per il gruppo l’espansione negli Stati Uniti.
Il governo italiano era intervenuto nel 2023 per limitare l'influenza in Pirelli di Sinochem, controllata da Pechino, e per proteggere l'autonomia del suo management in base alla cosiddetta legislazione sul ‘golden power’ per le aziende considerate di importanza strategica.
La scelta dell’esecutivo ha poi spinto ieri il cda di Pirelli ha ribadire che il socio cinese non controlla più il gruppo.
Entrando nel dettaglio, il cda del gruppo ha respinto la dichiarazione di Marco Polo International Italy (Mpi), la holding di investimento che raggruppa i soci cinesi guidati da Sinochem, confermando la “correttezza” delle analisi condotte dal management, verificando così il venir meno del controllo sulla società da parte del socio cinese.
Il cda ha descritto tale decisione come "un primo passo, ma non decisivo, sulla strada del necessario adeguamento della governance della società ai vincoli normativi degli Stati Uniti", riferendosi ai dazi decisi dall’amministrazione di Donald Trump sulla tecnologia cinese nell’industria automobilistica importata nel Paese che potrebbero danneggiare anche Pirelli in quanto gli USA rappresentano “un mercato chiave nel segmento dei pneumatici High Value e di sviluppo e diffusione della tecnologia Cyber Tyre”.
Il tema, ricorda la nota, era stato sollevato dai cinesi a seguito dell’emanazione del Dcm golden power, esprimendo “profondo disappunto e ferma opposizione” all’informativa approvata a maggioranza del cda nella quale si dichiarava venuto meno il controllo della società.
Nel comunicato, Pirelli ricorda che, anche a seguito del provvedimento Consob, il cda “era chiamato a svolgere una valutazione circa la permanenza del controllo ai sensi dell'IFRS10 in conseguenza dell'adozione del DPCM del 16 giugno 2023 e a darne evidenza nelle relazioni finanziarie". La valutazione e le relative conclusioni sono dettagliatamente riportate nella relazione degli amministratori al bilancio che sarà resa disponibile entro il prossimo 30 aprile.
"Va ricordato peraltro che il cda ha votato quanto proposto dal management, che nel 2024 ha ottenuto i migliori risultati del settore Tyre. Il DPCM Golden Power ha definito una rete di misure complessivamente operanti a tutela dell'autonomia di Pirelli e del suo management. Management non nominato dall'azionista Sinochem e la cui autonomia e continuità sono a tutela della cultura industriale Pirelli", ha concluso la società.
Il cda ha anche approvato i risultati 2024 della capogruppo Pirelli e la decisione è stata presa a maggioranza con il voto favorevole di 9 su 15 consiglieri. A votare contro sono stati il presidente Jiao Jian e i consiglieri Chen Aihua, Zhang Haitao, Chen Qian, Fan Xiaohua, mentre Tang Grace si è astenuta.
I consiglieri che hanno espresso voto contrario o l'astensione al bilancio hanno motivato il loro dissenso "unicamente in ragione della dichiarazione di avvenuta cessazione del controllo di Sinochem su Pirelli ai sensi dell'Ifrs 10", spiega la nota.
I consiglieri cinesi condividono "le relative motivazioni, anche in considerazione del fatto che il patto parasociale fra Camfin e Cnrc/Mpi Italy è ancora in vigore e che pertanto, a loro parere, Cnrc/Mpi Italy mantiene il controllo su Pirelli ai sensi dell'art 93 del Tuf".
A seguito della vicenda, gli analisti di EQUITA confermano la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 6,5 euro su Pirelli, rispetto ai 5,37 euro di questa mattina (+0,10%9.
"Il cda di Pirelli ha sancito che Sinochem non è più l'azionista di controllo anche se i suoi board member sono stati gli unici a votare contro questa decisione in virtù del patto parasociale con Camfin che è ancora in vigore”, evidenziano dalla sim, aggiungendo che però, questo “non basterebbe a superare i vincoli normativi negli USA, mercato chiave nel segmento High Value e per lo sviluppo dei Cyber Tyre, ma almeno ha sbloccato una situazione di impasse”.
“Restiamo dell'idea che, alla luce di questa situazione, Sinochem ridurrà la propria partecipazione anche se risulta difficile prevederne tempistica e modalità", aggiungono da EQUITA.
I risultati non auditati e preliminari 2024 di Pirelli erano già stati comunicati lo scorso 26 febbraio, indicando un utile netto di 302 milioni, in crescita del 24,3% rispetto all’anno precedente.
Il board proporrà una cedola (pari a 0,25 euro) in linea con la politica dell'Industrial Plan Update 2024-2025 che per l'esercizio 2024 prevedeva una distribuzione pari a circa il 50% del risultato netto consolidato. Il dividendo sarà posto in pagamento a partire dal 25 giugno 2025 (stacco cedola il 23 giugno 2025 e record date il 24 giugno 2025).
Pirelli, inoltre, conferma - alla luce delle elevate incertezze sui dazi Usa - gli obiettivi comunicati al mercato lo scorso 26 febbraio. La società ha già definito un piano di mitigazione dell'impatto dei dazi USA, qualora entrassero in vigore le misure attualmente annunciate, con l'obiettivo di garantire i target di Ebit adjusted e di generazione di cassa nella parte bassa della guidance, raggiungendo pertanto l'obiettivo di deleverage.
Quanto al primo trimestre 2025, EQUITA si aspetta che i risultati del gruppo "siano in linea con la guidance 2025, che riteniamo venga confermata escludendo gli effetti dei dazi".