‘Per Pisa e per il Pisa’. Una grande occasione di orgoglio e crescita
di Paola Zerboni "Per Pisa e per il Pisa", come lo striscione steso dai tifosi pisani al San Nicola di Bari....

di Paola
Zerboni
"Per Pisa
e per il Pisa", come lo striscione steso dai tifosi pisani al San Nicola di Bari. Il ritorno di Pisa nel calcio dei grandi, dopo 34 anni di assenza, ha il sapore di una nuova ‘prima volta’, uno storico ‘first step’. La conquista della Serie A non è solo un riscatto dal rassegnato "mai una gioia". È simbolo di una mentalità nuova, incarnata anche da Knaster e dai Corrado con la loro idea di ‘calcio sostenibile’. Ed è, per la città e il territorio, anche grande occasione. Di rilanciare l’immagine di Pisa come terra ricca sì di storia e tradizioni, ma proiettata in avanti: il progetto tramvia e città d’acqua da una parte, il centro sportivo e una nuova Arena con i grandi nomi del calcio dall’altra, per esempio. Come una congiunzione astrale allinea più corpi celesti nello stesso campo visivo, è forse la prima volta in assoluto in cui il salto in Serie A della squadra di calcio cittadina si allinea con l’orgoglio, il senso di appartenenza che il popolo pisano scopre e riscopre di sé, riunificando città e provincia, ztl e periferie. Ai tempi d’oro di Romeo (quattro promozioni dalla B, 11° posto in A) era perlopiù il Pisa a dar lustro alla città. Che viveva sì l’esuberanza dei rampanti Anni’80, ma si autodefiniva e veniva percepita soprattutto come ‘città della Torre’ e ’università’. Palazzo Blu con le sue grandi mostre non c’era. Né c’erano il camminamento sulle Mura, la ciclopista del trammino, il ponte di Riglione. Figurarsi che Piazza Garibaldi era un parcheggio. La pisanità (Gioco del Ponte a parte, rinato in quel decennio) era il Pisa. Ed era solo il calcio a traghettare il rossocrociato nella quotidianità del nuovo millennio, sulle insegne di ditte e negozi, sui gadget a tema. Oggi la squadra di Pippo Inzaghi (l’allenatore che ha scelto di vivere in centro storico), con quel mix di esperienza e gioventù, dà spinta ad una nuova pisanità che unisce sotto i colori nerazzurri il pensionato del Cep, il prete di Barbaricina, la prof di Pontedera, l’operaio di Buti, lo studente di Calcinaia.
Ne trae forza. Guarda avanti. E fa bene a tutti.