Per la pace e contro Ursula che vuole la guerra a oltranza
Tutti gli errori e le ipocrisie della UE Bisogna denunciare e disertare apertamente questa Unione Europea che vuole trascinare gli europei in una guerra senza fine con la Russia. I […]

Tutti gli errori e le ipocrisie della UE
Bisogna denunciare e disertare apertamente questa Unione Europea che vuole trascinare gli europei in una guerra senza fine con la Russia. I fatti sono questi: il presidente americano Donald Trump ha offerto in maniera ultimativa un piano di pace sull’Ucraina che è tutto favorevole a Vladimir Putin – il quale peraltro sta già vincendo la guerra sul campo e si prepara a una nuova offensiva –. Il presidente ucraino Volodymir Zelensky e l’Unione Europea da parte loro hanno rifiutato (almeno per ora) l’offerta di Trump e vogliono proseguire il conflitto armato. Secondo il piano di Trump 1) la Nato non accetterà l’Ucraina come suo membro; 2) la Crimea verrà riconosciuta formalmente come regione russa e 3) i territori attualmente occupati dai russi rimarranno di fatto occupati dai russi. In pratica questo piano è la piena sconfitta dell’Ucraina e della politica di Zelensky, che ha sempre irresponsabilmente puntato a una impossibile “vittoria” (?) sulla Russia di Putin. Se Zelensky – l’uomo che portò a Panama i suoi capitali prima che scoppiasse la guerra – accettasse l’ultimatum di Trump dovrebbe ammettere di avere sbagliato tutta la sua politica: infatti ha spinto perché l’Ucraina abbandonasse la sua neutralità per chiedere l’adesione alla Nato – un’organizzazione bellica dichiaratamente antirussa, che ha fatto guerre illegali, e sempre perse, in Serbia, Afghanistan, Iraq, Siria e Libia -. Zelensky ha così contribuito in maniera decisiva a sfidare il colosso russo e a sacrificare il suo paese spingendolo in una guerra che poteva e doveva essere evitata fin dall’inizio. Il problema è che ora la guerra è persa e c’è la resa finale dei conti. Come afferma Trump, Zelensky “può avere la pace, oppure può combattere per altri tre anni prima di perdere l’intero Paese”.
Oramai siamo agli sgoccioli e il cerchio americano si sta chiudendo, contro la disgraziata Ucraina e contro l’Europa. Ripercorriamo sinteticamente le tappe del conflitto, iniziato nei primi anni 90. Fin dalla caduta dell’URSS la Nato a guida americana ha iniziato il confronto bellicoso con Mosca minacciando di accettare l’Ucraina tra i suoi membri – e quindi di portare i suoi missili alle porte della Russia – e sobillando e pagando i governi di Kiev perché rinunciassero alla neutralità militare; dopo EuroMaiden e la cacciata del legittimo presidente filorusso, i governi filoccidentali di Kiev, finanziati lautamente da americani e europei, hanno irresponsabilmente abbandonato la neutralità fidando nell’appoggio armato della Nato e dell’America. La Nato ha cinicamente lasciato le porte aperte a Kiev ma ha anche sempre negato il suo intervento diretto per evitare lo scontro diretto con Mosca, e quindi ha lasciato il campo libero a Putin. In pratica la Nato ha alimentato una guerra per procura tra America e Russia con il sangue degli ucraini. Per ragioni di sicurezza nazionale e per impedire l’ingresso di Kiev nella Nato il despota Vladimir Putin ha deciso di invadere l’Ucraina e di infrangere il diritto internazionale (come del resto la Nato aveva già fatto in occasione del bombardamento della Serbia e del riconoscimento del Kossovo); infine, nonostante il supporto in armi e in dollari e in euro del presidente americano Joe Biden e degli europei, la Russia è ormai prossima a vincere completamente la guerra, cioè a annettersi tutto il Dombass – dove c’è da sempre una cospicua minoranza filorussa – e eventualmente a conquistare Odessa e chiudere il Mar Nero all’Ucraina. Dopo centinaia di migliaia di inutili morti ucraine, Donald Trump, per non rimanere incastrato in un conflitto che non intende più sostenere e che potrebbe portare a uno scontro atomico, vuole chiudere la guerra con un piano di pace favorevole al suo amico Putin, nel tentativo di allontanarlo dall’alleanza con la Cina e magari di spartirsi l’Artico.
L’Europa (in particolare Germania e Francia) – che prima dell’invasione russa era partner stretta di Putin, e che aveva cercato fin dall’inizio di contrastare l’avanzata della Nato nei paesi ex sovietici, e che ha sempre rifiutato l’ingresso dell’Ucraina nella Nato per non inimicarsi Mosca, – rimane oggi schiacciata nella posizione più idiota che esista: quella di volere continuare una guerra a oltranza che aveva voluto evitare e che potrebbe portare alla sconfitta totale dell’Ucraina, o anche alla guerra atomica.
La dirigenza europea sembra impazzita e in preda a brutte allucinazioni. Il paradosso è che i paesi europei non vogliono la pace ma … vogliono partecipare ai negoziati di pace avviati da Trump! Il paradosso è che l’Europa vorrebbe che la pace fosse fatta alle condizioni poste dagli ucraini quando invece l’Ucraina ha perso la guerra e non ha più la forza di difendersi. Ma è chiaro anche ai bambini che la pace viene dettata purtroppo dai vincitori e non dai vinti. Oggi si tratta di capire se le condizioni di pace offerte da Trump potrebbero essere realisticamente modificate nel prossimo futuro a favore dell’Ucraina: ma è assai dubbio che Zelensky potrebbe spuntare condizioni migliori se proseguisse il conflitto. Le condizioni di Trump sono negative per Kiev ma andando avanti tutto potrebbe peggiorare ulteriormente.
E’ chiaro che riconoscere ufficialmente l’annessione della Crimea alla Russia è un brutto colpo per il diritto internazionale: il problema è che anche l’indipendenza del Kossovo dalla Serbia ottenuta con i bombardamenti è stato un colpo micidiale per il diritto internazionale. Però tutti i paesi del G7 – Canada, France, Germany, Italy, Japan, United Kingdom, United States, e anche Australia, South Korea, Saudi Arabia e Turchia – hanno riconosciuto il Kossovo indipendente, mentre al contrario tutti i paesi fondatori dei Brics – Brazil, China, India, Russia, South Africa, e anche Argentina, Indonesia e Mexico – hanno rifiutato il riconoscimento formale, rispettando così il diritto internazionale.
In nome della Unione europea l’Alto rappresentante per la politica estera, la estone Kaja Kallas, è stata netta: “L’UE non riconoscerà mai la Crimea come russa. La Crimea è l’Ucraina”. Il problema è che la Kallas è stata nominata da Ursula von der Leyen ma non è mai stata eletta da nessun cittadino europeo e dunque non rappresenta nessuno. Il problema è che neppure la tedesca Ursula von der Leyen, capo della Commissione UE, è stata mai eletta dai cittadini europei. L’Unione Europea è tanto più ipocrita considerando che in base al Trattato di Maastricht non ha nessuna competenza sulla politica estera europea, e quindi la Kallas non avrebbe neppure diritto di parola. I paesi europei sono – per fortuna – completamente indipendenti riguardo la politica estera e la difesa. Inoltre la Kallas e la UE non hanno mai condannato i massacri indiscriminati e gli stermini di donne e bambini compiuti dal governo Netanyahu in nome della lotta al terrorismo di Hamas, ma in realtà fatti per annettersi Gaza e la Cisgiordania, e parte della Siria e del Libano, e costruire la Grande Israele contro il diritto internazionale.
Il problema fondamentale è che l’Europa della von der Leyen ci sta facendo scivolare verso la guerra con la Russia e vuole riarmarsi senza avere mai tentato di negoziare con Putin. Bisogna opporsi fermamente al riarmo dell’Europa che non ha mai voluto avviare negoziazioni e non vuole la pace. Non c’è difesa europea possibile senza pace.