Per Donzelli è mia la colpa di ritardi e mala gestione del Museo Ginori. I fatti raccontano un’altra storia

Il 10 maggio, durante un incontro pubblico a Firenze, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha sostenuto di aver “depoliticizzato la governance della fondazione Ginori”, nominando un avvocato già assessore di Alemanno (Marco Corsini) al posto di uno storico dell’arte senza alcuna affiliazione politica (il sottoscritto). La mia nomina fu tutto tranne che politica: fu […] L'articolo Per Donzelli è mia la colpa di ritardi e mala gestione del Museo Ginori. I fatti raccontano un’altra storia proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 12, 2025 - 13:38
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Per Donzelli è mia la colpa di ritardi e mala gestione del Museo Ginori. I fatti raccontano un’altra storia

Il 10 maggio, durante un incontro pubblico a Firenze, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha sostenuto di aver “depoliticizzato la governance della fondazione Ginori”, nominando un avvocato già assessore di Alemanno (Marco Corsini) al posto di uno storico dell’arte senza alcuna affiliazione politica (il sottoscritto). La mia nomina fu tutto tranne che politica: fu firmata da Dario Franceschini che avevo e poi ho criticato molto più di quanto abbia mai criticato Giuli (anche per mancanza di qualcosa da criticare, essendo un ministro irrilevante). La mia sostituzione, invece, è totalmente politica, come Giuli di fatto ammette. Quanto alla battuta sul fatto che “Montanari potrà trovare un posto, passi a bussare a casa Giani, lo nomini lui”, vorrei ricordare che non sono alla ricerca di alcun posto: ho già un lavoro (frutto di una laurea e un dottorato alla Scuola Normale di Pisa, e di tre concorsi pubblici), e che l’incarico alla Ginori è totalmente gratuito. È semmai proprio Giuli che, prima al Maxxi e ora al MiC, ha ottenuto lauti stipendi grazie alla sua amicizia personale con le sorelle Meloni, e senza alcuna qualifica (nemmeno una laurea).

Nello stesso incontro, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, detto Minnie, ha commentato la scelta del ministro Giuli di non confermarmi alla presidenza della Fondazione Ginori invitandomi a “dimostrare di saper fare qualcosa, invece di andare solo in tv a insultare” così forse il governo mi riconoscerà dei meriti.

Lo scorso marzo, lo stesso Donzelli ha dichiarato – sul suo sito e a mezzo stampa – che “non è sufficiente insultare violentemente la Destra in ogni trasmissione tv e fomentare violenza contro il governo per avere il diritto di essere nominati ovunque”. Il tema pare dunque essere molto caro al Responsabile Organizzazione Fratelli d’Italia che, stabilendo una connessione diretta tra il mio mancato rinnovo alla presidenza del Museo Ginori e le mie critiche al governo Meloni, ammette senza mezzi termini che le motivazioni del ministro Giuli sono state politiche e che il dissenso merita di essere punito. Ho avuto già modo di commentare questa deriva.

Ma ora Donzelli si è spinto oltre, affermando pubblicamente che “Tomaso Montanari, quello che vedete tutti i giorni in televisione a insultare il governo e a dire che sono tutti fascisti non è riuscito a fare un buon lavoro al museo”, è la causa dei ritardi nella sua riapertura e non ha dato al MIC le risposte di cui aveva bisogno. Parole gravissime, che non colpiscono e diffamano soltanto me, ma anche i lavoratori e le lavoratrici, i professionisti e le professioniste che hanno mi hanno affiancato quotidianamente in questi anni alla Fondazione Ginori. È anche e soprattutto per tutelare la loro professionalità che ritengo doveroso controbattere (per ora in questa sede, riservandomi tutte le altre) con i fatti all’osceno sproloquio di Donzelli e a quello del suo compagno di partito Stefano Mengato, che qualche settimana fa ha parlato di “gestione disastrosa del Museo Ginori” e di “lavori mai partiti”.

Cominciamo da qui. Come noto a chi legge i giornali, i lavori sono partiti a maggio 2024. La loro esecuzione non fa capo alla Fondazione Ginori, ma alla Direzione regionale Musei della Toscana, che a sua volta fa capo al Ministero della Cultura. Risulta dunque difficile comprendere perché Donzelli chieda conto di eventuali ritardi nei lavori alla Fondazione, che – anzi – ne ha agevolato l’avvio assumendosi l’onere non previsto di coprire le spese per mettere in sicurezza in un deposito specializzato l’intera collezione del museo elaborare il progetto dell’allestimento chiedere (giugno 2022) e ottenere (agosto 2022) dall’allora ministro Dario Franceschini i fondi necessari a coprire, oltre ai costi della ristrutturazione dell’edificio che ospita il museo, anche quelli per il suo riallestimento.

La Direzione regionale Musei nazionali della Toscana ci ha informati che i lavori del primo lotto (corrispondente a gran parte del piano terra del museo) si concluderanno nell’autunno e che a breve cominceranno anche quelli per il secondo (e ultimo) lotto.

Ad oggi, l’unica parte del Museo Ginori nella piena disponibilità della Fondazione Ginori è il suo parco, che nel maggio del 2022 abbiamo aperto per la prima volta nella sua storia ai cittadini di Sesto Fiorentino. La Fondazione si è fatta carico della potatura e della messa in sicurezza del giardino, sottraendolo allo stato di abbandono in cui versava dal 2014, in seguito al fallimento della Richard Ginori e alla conseguente chiusura del Museo, e ha coordinato il lavoro delle associazioni del territorio che si occupano della sua gestione a titolo volontario. Il giardino è rimasto aperto fino al 5 marzo, data in cui è stato chiuso a causa dei ritardi del MIC nella nomina del muovo rappresentante legale della Fondazione.

Nel suo intervento, l’on. Donzelli ha dichiarato che “al Museo Ginori c’era la necessità di una governance che riuscisse a dare delle risposte perché c’erano dei ritardi e le risposte non arrivavano”. Spero che ora gli sia chiaro che le risposte (a domande peraltro mai pervenute) sui lavori non andavano chieste a me e non andranno chieste al mio successore, ma alla Direzione regionale Musei nazionali della Toscana, cioè al Ministero guidato da un suo compagno (anzi, camerata) di partito.

Oggi, tuttavia, la Fondazione è davvero paralizzata: per la prima volta da quando è nata. E lo è perché da ottobre si aspetta che il ministro Giuli si degni di firmare il decreto di nomina del nuovo presidente. Prima ha indicato formalmente il mio nome, poi (con un evidente pasticcio amministrativo) ha cambiato il nome, motivandolo con ragioni politiche: sulla legittimità di tutto questo si pronunceranno i tribunali. Ma è un fatto che a bloccare la Fondazione è stato, ed è, un esponente di Fratelli d’Italia.

Anche in tutti gli altri ambiti di attività, i fatti raccontano una storia opposta a quella che emerge dalla narrazione degli esponenti di Fratelli d’Italia, che probabilmente non sanno che la missione della Fondazione è “conservare, catalogare, studiare, comunicare ed esporre uno straordinario patrimonio artistico, storico, sociale ed economico e di rendere la sua ricchissima collezione di manufatti ceramici un bene comune, accessibile e inclusivo”.

Invito Donzelli a dare un’occhiata al sito del Museo Ginori (museoginori.org). Gli basterà leggere anche solo l’indice delle sezioni News e mostre per capire che di tutto si può parlare tranne che di inadempienze. Facilito il suo compito con un sommario recap:

– Conservare, catalogare e studiare:

Le opere sono state conservate nelle condizioni ambientali più idonee. Gli esemplari più soggetti a degrado o bisognosi di intervento sono stati restaurati nell’ambito di un accordo di collaborazione che la Fondazione ha stipulato nel 2021 con l’Opificio delle Pietre Dure. Numerosi interventi di restauro sono stati resi possibili anche grazie al sostegno di associazioni ed enti pubblici e privati. Le conservatrici della Fondazione si sono occupate dello studio e della catalogazione dell’intero patrimonio del Museo Ginori e della digitalizzazione dell’archivio fotografico.

Nell’ottobre del 2022 la Fondazione ha siglato un accordo di collaborazione con il Dipartimento di Storia, Geografia, Archeologia, Arte e Spettacolo (SAGAS) dell’Università degli Studi di Firenze per lo svolgimento di attività congiunte di studio e ricerca sulle opere della collezione del Museo Ginori e l’organizzazione di iniziative didattiche rivolte agli studenti. Grazie a questo accordo sono stati organizzati convegni internazionali, giornate di studio, mostre e costanti trasferimenti reciproci di conoscenze.

– Comunicare:

La Fondazione ha accolto la non facile sfida di comunicare un museo ancora chiuso, ma già capace di raccontare.
Il 16 maggio 2022, nel corso di una conferenza stampa al MIC, la Fondazione ha presentato all’allora Ministro Franceschini il modello di governance del museo e la sua nuova identità visiva.
Il 12 settembre 2023, alla Triennale di Milano, la Fondazione ha presentato alla stampa nazionale il sito museoginori.org che rende per la prima volta accessibile al pubblico le collezioni del museo.
Una newsletter aggiorna costantemente gli iscritti su tutte le attività della Fondazione, alle quali l’ufficio stampa ha assicurato un’ottima copertura, consultabile anche online nella sezione Rassegna Stampa.

La Fondazione ha inoltre organizzato e finanziato numerose iniziative di divulgazione sulla storia della Manifattura di Doccia e sulle tecniche di produzione della ceramica, visite guidate, passeggiate teatrali, presentazioni di libri, concerti, laboratori didattici dedicati a bambini, ragazzi e adulti e incontri di approfondimento sul valore storico-artistico delle collezioni del Museo Ginori. Tra i più rilevanti, il convengo internazionale “La manifattura Ginori e la circolazione dei modelli scultorei in Europa” (Firenze, 23 novembre 2022), il pomeriggio di studio “Arti in dialogo” (Università di Firenze, 10 febbraio 2023), “Carlo Ginori e la Manifattura di Doccia” (Museo Poldi Pezzoli, 6 febbraio 2024), “Ponti, Ojetti, Andreotti” (Museo Poldi Pezzoli, 13 febbraio 2024).

– Esporre:

Pur non avendo a disposizione propri spazi espositivi, la Fondazione – grazie alla collaborazione con musei e istituzioni italiani e internazionali – ha reso fruibile a un vasto pubblico le opere delle sue collezioni, contribuendo con importanti prestiti e organizzando o co-organizzando numerose mostre dedicate alle collezioni del Museo Ginori:

“La stanza dei modelli. Sculture restaurate dal Museo Ginori”, Villa medicea La Petraia, Firenze / 21 dicembre 2021 – 21 giugno 2022;
“Arti in dialogo. Echi tardo barocchi nelle sculture del Museo Ginori”, Palazzo Marucelli-Fenzi, Firenze / 16 dicembre 2022 – 17 febbraio 2023;
“L’oro bianco di Sesto Fiorentino. Opere del Settecento dal Museo Ginori”, Biblioteca Ernesto Ragionieri, Sesto Fiorentino / 8 ottobre 2022 – 5 agosto 2023;
“Oro bianco.Tre secoli di porcellane Ginori”, Museo Poldi Pezzoli, Milano / 25 ottobre 2023 – 19 febbraio 2024;
“Il Trionfo da tavola di Gio Ponti a Villa Necchi Campiglio”, Villa Necchi Campiglio, Milano / 6 dicembre 2023 – 18 febbraio 2024 (in collaborazione con il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano);
“Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967 – Oltre 200 opere dell’inventore del Made in Italy”, Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza / 17 marzo – 13 ottobre 2024;
“Etruschi del Novecento”, MART, Rovereto / 7 dicembre 2024 – 16 marzo 2025;
“Giovan Battista Foggini. Architetto e scultore granducale”, Palazzo Medici Riccardi, Firenze / 10 aprile – 9 settembre 2025;
“Made in Italy. Destinazione America 1945-1954”, Fondazione Ragghianti, Lucca / 5 aprile – 29 giugno 2025;
“Peche POP”, MAK, Vienna / 11 dicembre 2024 – 11 maggio 2025;
“Art Déco. Il trionfo della modernità”, Palazzo Reale, Milano / 27 febbraio – 29 giugno 2025.

I verbali delle assemblee dei soci riportano una ininterrotta catena di formali approvazioni ed elogi da parte dei soci stessi nei confronti della governance della Fondazione, e del sottoscritto in particolare: e i soci sono Comune di Sesto, Regione Toscana ma anche Ministero della Cultura (e anche sotto la guida di Sangiuliano e Giuli). Donzelli faccia pace con i fatti, se ci riesce.

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