Pechino, la mezza maratona dei robot ha fatto la Storia (ma che risate)
A Pechino, 21 robot umanoidi hanno tentato una mezza maratona: solo 6 hanno completato il percorso, tra cadute, surriscaldamenti e teste staccate. L'articolo Pechino, la mezza maratona dei robot ha fatto la Storia (ma che risate) è tratto da Futuro Prossimo.

Quando pensiamo ai robot del futuro li immaginiamo agili, veloci, instancabili. Poi arriva la mezza maratona di Pechino e la realtà ci colpisce in faccia… come un robot che inciampa sui suoi stessi piedi.
Su 21 partecipanti umanoidi, solo sei hanno tagliato il traguardo, tra cadute grottesche e teste che letteralmente si staccavano dal corpo. Il robot più veloce, Tiangong Ultra, gli vedete tagliare il traguardo nella foto di copertina, ha impiegato 2 ore e 40 minuti per completare la mezza maratona (dopo tre cambi di batteria e una caduta). Per darvi un’idea: l’ultimo tempo utile per i corridori umani era di 3 ore e 10 minuti. Non esattamente l’alba della dominio delle macchine che tanti temono. Skynet, spostati proprio.
Il vincitore e i (pochi) sopravvissuti
Come detto, Tiangong Ultra, sviluppato dall’azienda cinese UBTech in collaborazione con il Beijing Humanoid Robot Innovation Center, è stato l’unico a qualificarsi per un premio che sarebbe stato assegnato anche a partecipanti umani. Alto circa 175 cm, è riuscito a mantenere un ritmo costante, seppure lento; un’impresa non da poco, considerando che i suoi colleghi meccanici si sono dimostrati decisamente meno capaci.
Il secondo classificato, il robot N2 prodotto da Noetix Robotics, ha anch’esso mantenuto un passo costante, ma più lento. Gli altri? Beh, la parola “disastro” è quasi un eufemismo. Un robot di nome Huanhuan, dotato di una testa dall’aspetto umano, si è mosso alla velocità di una lumaca per pochi minuti, con la testa che tremava incontrollabilmente come se stesse per staccarsi (cosa che, per altri modelli, è effettivamente accaduta).
E che dire di Shennong, un vero e proprio mostro di Frankenstein con teste simili a Gundam e quattro eliche da drone rivolte all’indietro? Dopo aver fatto due giri su se stesso appena partito, ha colpito un muro trascinando con sé i suoi operatori umani. Uno spettacolo doloroso da guardare, ma innegabilmente esilarante.
L’arma segreta: il nastro adesivo
La tecnologia più efficace della giornata? Il nastro adesivo. Non sto scherzando. Gli operatori umani non lo hanno usato solo per creare scarpe improvvisate per i robot, ma anche per riattaccare teste che cadevano ripetutamente durante la corsa, creando scene decisamente surreali.
Ogni robot aveva al seguito operatori umani, spesso due o tre, che correvano al loro fianco. Alcuni tenevano pannelli di controllo per dare istruzioni, altri guidavano la strada cercando di eliminare potenziali ostacoli. Non pochi umanoidi erano tenuti al… guinzaglio.
Bisogna pensare a questi robot più come a macchine telecomandate che partecipano alla gara. Solo che i robot non hanno ruote.
Alla fine della gara, molti spettatori della diretta streaming hanno iniziato a commentare quanto sembrassero esausti gli operatori umani dei robot. Stavano guidando le macchine, cambiando furiosamente le batterie e spruzzando continuamente liquido per raffreddare i motori, il tutto mentre percorrevano anche loro una mezza maratona, 21 chilometri a piedi. I veri protagonisti? Gli umani.
Mezza maratona dei robot: esperimento utile, nonostante tutto
Nonostante lo spettacolo tragicomico, questa mezza maratona ha dimostrato quanto sia migliorata la robustezza dell’hardware umanoide negli ultimi anni. Fino a circa cinque anni fa, non sapevamo davvero come far camminare i robot in modo affidabile. Ora lo sappiamo.
Certo, i limiti attuali dei robot hanno creato scene memorabili. Xuanfeng Xiaozi, un altro robot sviluppato da Noetix, ha iniziato forte ma si è guastato sempre più spesso durante la gara. A un certo punto, è caduto completamente a terra, a faccia in giù, e la sua testa si è staccata dal corpo. Un team di operatori umani è intervenuto rapidamente (con il formidabile nastro adesivo) per sistemarlo e rimetterlo in carreggiata.
Quando finalmente ha quasi terminato la gara, Xuanfeng Xiaozi aveva un cuscinetto di raffreddamento attaccato davanti e il piede destro fuori sincrono con il sinistro, eppure è riuscito a barcollare fino al traguardo. Non avrei mai pensato di vedere qualcosa di così fantozziano ancorché robotico.
La mezza maratona ha certamente mostrato i difetti di progettazione di questi robot molto più delle loro capacità. Non preoccupatevi, atleti umani: avete ancora parecchio tempo prima che i robot vi rubino le medaglie. Per ora, accontentiamoci di sorridere vedendoli inciampare verso un futuro che, in fondo lo sappiamo, appartiene anche a loro.
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