Pasqua e Pasquetta 2025, aumentano affitti turistici illegali e poco sicuri

Nonostante i nuovi obblighi entrati in vigore da inizio 2025 aumentano gli affitti turistici illegali e c'è grossa preoccupazione per la sicurezza delle strutture adibite

Apr 17, 2025 - 14:03
 0
Pasqua e Pasquetta 2025, aumentano affitti turistici illegali e poco sicuri

Con l’occasione che ha offerto Pasqua 2025, molti italiani si sono preparati a sfruttare i ponti festivi, compresi quelli del 25 aprile e del 2 maggio. Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori (O.N.F.), circa una famiglia su sei trascorrerà le festività pasquali lontano da casa, rimanendo per il 94% all’interno dei confini nazionali. Per i ponti successivi, la percentuale di famiglie che partiranno sale a una su cinque, anche se il numero di viaggi all’estero cresce leggermente. C’è però una novità che dà ancora largo spazio agli affitti illegali a discapito di sicurezza personale e settore alberghiero.

L’aumento dei costi dei trasporti incide fortemente sulle scelte delle famiglie: rispetto ad altri periodi dell’anno, si registrano rincari del 51% per i treni, dell’86% per i pullman, del 60% per i voli nazionali e del 41% per quelli internazionali. Per contenere le spese, molti scelgono soluzioni economiche per l’alloggio, privilegiando l’ospitalità di amici o parenti oppure optando per appartamenti in affitto breve, generalmente più convenienti rispetto agli hotel. Eppure anche i prezzi degli affitti turistici sono aumentati rispetto al 2024, con rincari che variano dal 10% al 24%.

Il boom senza fine degli affitti brevi

L’incremento della domanda di alloggi ha messo in luce una criticità rilevante: la diffusione degli affitti brevi non regolari. L’O.N.F. e Isscon, aggiornando i dati del rapporto “Uno su dodici” pubblicato a dicembre 2024, segnalano che solo 1 struttura su 9 risulta pienamente conforme alla normativa vigente. Sebbene sia aumentato il numero di proprietari che hanno registrato la propria struttura con il Codice Identificativo Nazionale (CIN), restano ancora numerosi casi di evasione fiscale e carenze nei requisiti di sicurezza.

I nuovi obblighi non bloccano il fenomeno

Dal 1° gennaio 2025 sono entrate in vigore nuove disposizioni per i proprietari di immobili adibiti ad affitto breve. Il Codice Identificativo Nazionale, già previsto da normative regionali, è ora obbligatorio su scala nazionale. Secondo il Ministero del Turismo, a metà aprile 2025 l’86% delle strutture turistiche risulta registrato, con un ulteriore 1,8% in fase di verifica amministrativa. La percentuale scende al 70% in città come Firenze e sale oltre l’85% a Napoli. Una parte rilevante del mercato continua a sfuggire al controllo: si stima che almeno un terzo degli affitti brevi sia ancora sconosciuto al Fisco.

L’aumento degli obblighi amministrativi e l’introduzione di controlli più stringenti hanno portato molti piccoli proprietari a ritirarsi dal mercato degli affitti brevi. In parallelo, si assiste a una crescente concentrazione del settore in mano a grandi agenzie, che gestiscono numerosi immobili per conto dei proprietari. Questo modello, definito “chiavi in mano“, prevede che l’intera gestione dell’appartamento sia affidata a terzi, ma non esonera i proprietari dalle responsabilità legali.

Il self check-in è vietato

Un fenomeno in aumento è quello del self check-in, adottato nel 41,5% delle strutture analizzate in otto grandi città italiane. In questi casi, l’ingresso negli immobili avviene tramite codici digitali, senza alcun contatto tra l’ospite e il gestore. Con una circolare del Ministero dell’Interno del 18 novembre 2024, è stato confermato il divieto assoluto di questa pratica, in quanto contraria all’articolo 109 del Tulps. La norma impone la verifica diretta dell’identità degli ospiti e la comunicazione dei dati alla Questura tramite il portale Alloggiati Web.

Nonostante l’obbligo legale, molti portali online che promuovono affitti brevi continuano a consentire la pubblicazione di annunci che prevedono solo il self check-in. Ciò solleva interrogativi sulla sicurezza degli ospiti e sulla possibilità che persone ricercate possano usufruire di questi alloggi senza controlli. La violazione di tali obblighi comporta sanzioni penali, fino a tre mesi di detenzione, a carico sia del gestore che del proprietario dell’immobile.

L’appello di Federconsumatori

Federconsumatori ha espresso le proprie preoccupazioni per i rischi legati agli affitti turistici non regolamentati. Il rapporto “Uno su dodici” ha evidenziato come la maggior parte delle strutture presenti online nel 2024 fosse priva dei requisiti minimi di legalità e sicurezza. L’associazione sottolinea l’importanza di un controllo più efficace da parte delle autorità competenti, nonché una maggiore responsabilità da parte dei portali che ospitano gli annunci.

Rispetto a dicembre una buona parte delle strutture presenti a Mlano, Torino, Bologna, Napoli e Catania hanno migliorato la situazione con dispositivi di sicurezza come i rilevatori di monossido di carbonio. Ferme ancora Roma, Firenze e Venezia con pochissimi investimenti in tal senso.