Ondata deflazionistica in Cina. Partono i colloqui con gli USA in Svizzera, sempre più vitali per Pechino

I dati sui prezzi al consumo e alla produzione mostrano la persistenza di una pericolosa ondata deflazionistica. Questo rende gli accordi commerciali con gli USA, in discussione da oggi in Svizzera, essenziali per Pechino, nonostante il tentativo di minimizzazione L'articolo Ondata deflazionistica in Cina. Partono i colloqui con gli USA in Svizzera, sempre più vitali per Pechino proviene da Scenari Economici.

Mag 10, 2025 - 07:12
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Ondata deflazionistica in Cina. Partono i colloqui con gli USA in Svizzera, sempre più vitali per Pechino

Anche se si fa finta di nulla, gli accordi commerciali con gli USA appaiono vitali per Pechino,  che si trova ad affrontare un’evidente ondata deflazionistica.

I prezzi al consumo in Cina sono scesi dello 0,1% su base annua nell’aprile 2025, mantenendo lo stesso ritmo per il secondo mese e rispettando le aspettative del mercato. Si è trattato del terzo mese consecutivo di deflazione al consumo, appesantita dagli effetti combinati delle continue tensioni commerciali con gli Stati Uniti, della debolezza della domanda interna e della persistente incertezza occupazionale. La stuazione si sta facendo oggettivamente pesante.

I prezzi dei beni non alimentari sono rimasti fermi dopo il precedente aumento dello 0,2%, in quanto gli aumenti delle abitazioni (0,1% contro 0,1% a marzo), della sanità (0,2% contro 0,1%) e dell’istruzione (0,7% contro 0,8%) sono stati compensati da un calo più marcato dei costi di trasporto (-3,9% contro -2,6%).

Per quanto riguarda gli alimentari, i prezzi hanno registrato il calo più contenuto degli ultimi tre mesi, a fronte di un forte rimbalzo dei costi degli alimenti freschi a causa di condizioni meteorologiche estreme, interruzioni della catena di approvvigionamento e dell’impatto delle barriere commerciali.

L’inflazione di fondo, che esclude la volatilità dei prezzi dei generi alimentari e dei carburanti, è aumentata dello 0,5%, mantenendosi stabile per il secondo mese. Su base mensile, l’IPC è aumentato dello 0,1%, invertendo il calo dello 0,4% registrato a marzo e registrando il primo aumento in tre mesi.

Ecco il tasso d’inflazione su base annua:

Ecco i dati invece su base mensile:

La spinta deflazionistica è presente anche nei prezzi alla produzione, che sono scesi del 2,7% a/a nell’aprile del 2025, leggermente al di sotto del consenso del mercato che prevedeva un calo del 2,6% e dopo un calo del 2,5% a marzo.

Si è trattato del 31° mese consecutivo di deflazione alla produzione e del ritmo più sostenuto dallo scorso ottobre.. I costi dei materiali di produzione sono scesi ulteriormente (-3,1% rispetto al -2,8% di marzo), con cali più marcati nell’estrazione mineraria (-9,4% rispetto al -8,3%), nelle materie prime (-3,6% rispetto al -2,4%) e nella lavorazione (-2,3% rispetto al -2,6%).

Però anche i prezzi dei beni di consumo sono rimasti contenuti (-1,6% vs -1,5%), pressati dall’abbigliamento (-0,1% vs -0,3%), dai beni durevoli (-3,7% vs -3,4%) e dagli alimentari (-1,4% vs -1,4%), mentre i prezzi dei beni di uso quotidiano sono rimasti poco variati (0,6% vs 0,7%). Si sta facendo fortmente sentire la stretta commerciale con gli USA, che sembra essere la classica pagliuzza che spezza la schina al cammello di un sistema economico già sotto tensione.

Ecco il realativo grafico:

Partono i colloqui commerciali in Svizzera con gli USA. Trump concede 80% di dazi

In questo mare di deflazione, e quindi di problemi economici nascosti sottotraccia, partono i colloqui commerciali con gli USA in Svizzera, che coinvolgeranno una dozzina di inviati per parte.

Alla vigilia di questo incontro Trump ha segnalato che un livello di dazi dell’80% potrebbe essere una buona soluzione, bontà sua, per il commercio con Pechino. Si tratterebbe di un calo notevole rispetto al 145% attuale, che potenzialmente congela una fetta importante dell’interscambio, ma comunque sarebbe un peso notevole per l’export cinee, accompagnato dalla chiusura del regime De Minimis che ha messo in ginocchio Shein e Temu, oltre alla filiera di subfornitura che li alimentava.

Anche se Xi Jinping sembra minimizzare questi colloqui commerciali, il fatto che vi prenda parte il responsabile alla sicurezza interna, Wang Xiaohong, e che la Cina sia pronta a forti concessioni sull’export dei precursori del fentanyl e degli oppiacei sintetici, indica come questi colloqui siano in realtà vitali più per Pechino che per Washington.


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