Eugenio Finardi: età, carriera e vita privata del cantante

Cinquant’anni di canzoni iconiche, concerti e battaglie sociali sempre a fianco dei più deboli. Tutto su Eugenio Finardi che torna con un nuovo album.

Mag 10, 2025 - 14:02
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Eugenio Finardi: età, carriera e vita privata del cantante

Cinquant’anni dopo il suo primo album, Eugenio Finardi il 9 maggio ha pubblicato “Tutto“, il ventesimo disco che segna la sua lunga carriera musicale, ricca di  brani che fanno da colonna sonora a momenti indimenticabili per milioni di persone. Extraterrestre, Le ragazze di Osaka, Musica Ribelle, Non è nel cuore e tanti altri, sono i frutti del talento del cantautore e pluristrumentista milanese, classe 1952.

Figlio di madre americana e padre italiano, cresce tra L’Italia e gli Stati Uniti avvicinandosi alla musica molto presto, esordendo tra gli anni Sessanta e Settanta con alcune band del capoluogo lombardo e collaborando con artisti diversi come Camerini e Calloni. I suoi primi dischi sono in inglese, ma presto deciderà di cantare in lingua italiana.

Il 1975 è l’anno in cui esce Non gettate alcun oggetto dai finestrini, il suo primo album seguito l’anno più tardi da Sugo. E’ proprio in questo periodo che Finardi si fa conoscere grazie a Musica ribelle e La radio. “Quando sei giovane le canzoni arrivano da sole, “La radio” ad esempio l’ho scritta in tram.” Ha confidato recentemente in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. Seguirono Diesel e Blitz, album che consolidarono la sua carriera, che si aprì poi anche alle sonorità raggae con Roccando Rollando.

I successi e la vita privata

Eugenio Finardi è uno dei cantautori più apprezzati della musica italiana. Negli anni Ottanta dopo dopo un soggiorno a Londra, pubblicò Finardi seguito da Dal blu ispirato alla nascita della figlia Elettra, affetta dalla sindrome di Down. Partecipò inoltre a Sanremo nel 1985 con Vorrei svegliarti, e negli anni successivi si allontanò dal mercato discografico commerciale, cercando nuovi percorsi musicali, come testimonia l’album Dolce Italia.

Eugenio Finardi carriera e vita privata
La carriera e la vita privata di Eugenio Finardi – Ig@eugeniofinardi-soundsblog

La storia artistica di Finardi è lunga e variegata caratterizzata da periodi di grande produzione e di sperimentazione. Proprio la sperimentazione fa parte degli anni Novanta e che si esprime attraverso La forza dell’amore,  album in cui reinterpretò alcuni suoi brani storici con un sound rinnovato e arricchito dalla collaborazione con artisti come Luciano Ligabue, Ivano Fossati e Rossana Casale. Questo periodo segna un momento importante anche nella sua vita privata, con la nascita del secondo figlio, Emanuele.

Successivamente decide di allontanarsi dal mondo discografico tradizionale, come si evince dal brano Amami Lara, mentre con il pezzo dedicato all’eroina digitale Lara Croft uscito nel 1999 ha una nuova svolta. Un periodo positivo sotto il profilo professionale, ma turbolento nella vita privata: la relazione con la moglie Patrizia (alla quale ha dedicato l’omonimo e celebre brano) va in crisi e si conclude con una separazione. Nel 1999 nasce la sua terza figlia, Francesca, avuta da un’altra compagna.

Con l’arrivo degli anni Duemila, Finardi si libera totalmente dalle logiche del mercato discografico per dedicarsi alla musica d’autore e a progetti di nicchia. Tra questi, un disco ispirato al Fado portoghese realizzato con Francesco Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso e il chitarrista Marco Poeta. Nel 2003 pubblica Il silenzio e lo spirito registrato dal vivo, dove affronta la connessione tra musica e spiritualità con brani di David Crosby, Leonard Cohen e Fabrizio De André. Segue Anima blues un omaggio al suo amore per il blues, cantato in inglese, con ottimi riscontri da pubblico e critica.

Sempre al fianco dei più deboli

Finardi approda anche in teatro nel 2008 con “Suono”, uno spettacolo autobiografico che alternava musica e narrazione. Sempre molto vicino alle cause sociali soprattutto in quelle legate alla consapevolezza e al sostegno delle persone con disabilità, il cantautore ha dedicato canzoni come “Le Ragazze di Osaka” e “Amore diverso” alla figlia Elettra.

“Viviamo un tempo difficile. Sicuramente più duro di quando, negli anni Ottanta, è nata mia figlia Elettra e la mia famiglia ha dovuto fare i conti con i diritti di persone con disabilità. Ci sono diritti che sembravano ormai acquisiti a livello statale e sociale e che vengono invece erosi, ogni giorno, a danno dei più deboli e indifesi, da una dilagante cultura della prevaricazione, contro chi crede nel senso e nella forza della solidarietà. Per questo sono necessari uno scatto e un’attenzione in più. Per questo canto a sostegno di chi è in difficoltà, di chi conduce battaglie giuste per un mondo migliore” Ha dichiarato ad  Avvenire.

Il nuovo album, forse l’ultimo di inediti e l’acufene

Dopo Fibrillante uscito nel 2014 Eugenio Finardi è tornato con Tutto e al Corriere della Sera ha confidato che potrebbe essere l’ultimo e che per farlo è dimagrito 10 chili. Ha  parlato inoltre  del suo problema con l’acufene: Sono la somma dell’invecchiamento, di un trauma, perché mi sono trovato vicino a un’esplosione, e in generale di 50 anni di batteria alle mie spalle: quelli ti uccidono, accade a tanti, vedi Pete Townshend. Ma ormai la musica riesco a comporla senza sentirla. Un pezzo come “Onde di probabilità”, del disco, è nato completamente teorico, scrivendo le note e inserendole nel pc senza alcuna tastiera. Se metto gli apparecchi acustici sento la pioggia, ma mi distorcono la musica, quindi preferisco sentire senza.” ha confidato

In questo nuovo disco l’artista che partirà con un tour il 16 maggio,  affronta, pur dichiarandosi ateo  temi esistenziali, scientifici, familiari e spirituali. “La mia è stata forse l’ultima generazione che ha sognato un futuro e che aveva un futuro da sognare, tutti noi cantautori, De Gregori, Venditti, De André, ma anche Battiato e Vasco, abbiamo assistito alla nascita del linguaggio-macchina, poi le cose hanno fatto un balzo in avanti creando questa assurda situazione per cui forse per la prima volta sono i giovani ad avere qualcosa da insegnare ai vecchi e non viceversa.” Le sue parole al Corriere della Sera.